martedì 10 novembre 2009

Cake sottovuoto con cioccolato e cocco

Il metodo di cottura sottovuoto, è stata per quanto mi riguarda una scoperta sensazionale, anche se questo metodo che in Germania sembra essere conosciuto da anni.
L'idea di aver sempre pronto un dolcetto, e tirarlo fuori senza dover aspettare che scongeli e mantenendo inalterate le sue caratteristiche iniziali, è davvero trooooppppo bello.
Sono l' ideale per la merenda, la colazione, alla fine di un pranzo, oppure da tirare fuori se arriva un ospite inatteso oppure, come regalo, da inserire in un bel cestino natalizio ;-) visto che ci avviciniamo al Natale!!!!
Questo metodo davvero entusiasmante l'ho visto su coquinaria e l'autrice del post è MarinaB.
Indispensabile per la preparazione di questo dolce, è il vasetto; che d'essere svasato, più largo sopra e più stretto sotto, questo per permettere di poter sformare il dolce senza difficoltà.
I vasetti migliori sono quelle della Weck, ma io non ho resistito e ho provato subito con quello che avevo in casa: i vasetti che vanno bene per questo dolce, e che magari vi ritrovate in casa senza acquistarne immediatamente dei nuovi, sono quelli della marmellata "Bonne Maman", "Esselunga";( che sono quelli che ho utilizzato io); e "Zuegg".
Inoltre, ho comprato da Dmail dei barattolini piccoli, che sformano delle tortine più piccole, tipo muffin, ma hanno lo svantaggio che non si capisce se è entrato il sottovuoto, perchè non fanno "click"!
Le Tortine si dovrebbero conservare anche 6 mesi, MarinaB non è mai andata oltre i 3 mesi, ed io li ho fatti 1 settimana fa.....quindi non so effettivamente quanto durano!!!
Qui potete vedere un video tedesco, per capire meglio il procedimento.
Si possono preparare diversi tipi di torte: tipo ciambelloni, plumcake, torta dei 7 vasetti, etc. ma io vorrei provare anche con gli impasti lievitati ;-)
Per la preparazione del dolce, si procede come al solito e poi si trasferisce il composto direttamente dentro i vasetti, precedentemente imburrati ed infarinati; e si riempono per metà, facendo attenzione a non sporcare il bordo dei barattoli, poi si mettono al forno e si chiudono subito con il coperchio, così il calore crea il sottovuoto.

Cake al cioccolato e cocco da "Più Dolci" di Luglio e Agosto 2009

Ingredienti per 3 vasetti grandi + 2 piccoli oppure uno stampo da plum cake:
160 g. farina
50 g. fecola
120 g. zucchero
100 g. burro
30 g. latte
60 g. yogurt
80 g. uova (circa 2 uova piccole)
8 g. lievito (1/2 bustina)
20 g. farina di cocco (al posto del cocco si possono mettere 2 cucchiaini di caffè solubile, oppure orzo solubile)
50 g. cioccolato fondente tritato (io ne ho messo 80 g.)
1 pizzico sale

Montare bene il burro con lo zucchero finchè diventa morbido e cremoso, quindi aggiungere le uova sbattute in maniera graduale, quindi aggiungere il latte mescolato con lo yogurt a temperatura ambiente.
Setacciare anche la farina mescolata alla fecola e al lievito e aggiungerla al composto insieme al sale.
Quando il composto e ben amalgamato, unire anche la farina di cocco(oppure caffè, orzo etc.) ed il cioccolato tritato.
Versare l'impasto nei vasetti precedentemente imburrati ed infarinati.
Riempire i vasetti a metà, perchè, se si mette troppo impasto, poi non chiudono.
Infornare a 180°e far cuocere per circa 30 minuti.
Appena si tolgono dal forno vanno chiusi con i tappi, in modo che poi raffreddando entrino "sottovuoto".
Trasferire su una gratella e far raffreddare, quindi conservare in dispensa.
FONTE

Old Fashioned Chocolate Cake

Questa torta è particolarmente indicata per tutti gli amanti del cioccolato, ma adatta anche a coloro che si vogliono farsi coccolare da un dolce cioccolatoso e morbidissimo.
Io rispetto alla ricetta originale ho diminuito drasticamente lo zucchero, sia nella preparazione della torta (50 g. in meno); sia nella preparazione della glassa (circa 160 g. in meno).
Io non amo i dolci troppo dolci, e tutto quello zucchero a velo nella glassa, avrebbe reso la torta, per i miei gusti, un po' stucchevole; non sarei riuscita a mangiarla :-(
La mia preoccupazione era dovuta alla consistenza della glassa, che dev'essere morbida ma non "colante" invece vi posso assicurare che la glassa aveva una consistenza perfetta, anche prima di metterla in frigo; ed anche la torta nel suo complesso, non risente di questo "taglio", è dolce al punto giusto, non eccessivamente!
La ricetta è di Nigella Lawson, qui c'è la versione originale, e qui potete ammirare il suo video!
Nigella ha decorato la torta con violette di zucchero che io non avevo ed ho utilizzato il cioccolato bianco grattugiato velocemente, non sarà bella come la torta di Nigella, ma era buonissima :-)

Ingredienti per la torta:
200 farina
150 g. zucchero (200 g. originale)
1 cucchiaino lievito
1/2 cucchiaino bicarbonato
40 g. cacao
175 g. burro morbido
2 uova
2 cucchiaini estratto vaniglia
150 g. panna acida

Ingredienti per la glassa:
175 g. cioccolato fondente
125 g. zucchero a velo + 1 cucchiaio scarso (nella ricetta originale 300 g.)
75 g. burro
Mettere dentro un mixer la farina setacciata con il lievito ed il bicarbonato, lo zucchero, il cacao, il burro, le uova intere, la vaniglia e la panna acida.
Frullare il tutto fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
Versare il compsto preparato in 2 teglie di 22 cm precedentemente imburrate ed infarinate.
E' meglio utilizzare 2 teglie come consiglia Nigella, per evitare di 2 tagliare la torta in 2 strati; che essendo mooolto morbida potrebbe venire male il taglio.
Io ho utilizzato un'unica teglia, perchè al momento di prepararla mi sono accorta che avevo solo una teglia di quelle usa e getta.....ho però avuto difficoltà a tagliare la torta, come previsto da Nigella, ma poi si copre tutto con la glassa, e non si vedono le magagne ;-)

Per la glassa:
far sciogliere il cioccolato a pezzetti con il burro nel microonde oppure a bagnomaria.
Nel frattempo frullare lo zucchero a velo nel mixer, per eliminare i grumi.
Far raffreddare il cioccolato ed unire la panna acida e la vaniglia; mescolare bene ed aggiungere allo zucchero a velo dentro il frullatore, continuanado a mescolare fino ad ottenere un composto liscio e facilmente spalmabile.
Con metà della glassa ottenuta, farcire la torta, coprirla con l'altro disco e farcirla con il resto della glassa lasciando l'effetto ondulato come ha fatto Nigella
La fetta e la torta prima del riposo in frigo.
FONTE

Torta "cremosa" alle mele e pere

Ciao ragazzeeee, rieccomi qui..... ultimamente sono davvero latitante, e questo mi dispiace davvero tanto, però vi seguo sempre nei vostri blog ;-)
Io di solito riesco a stare al pc la sera, ma ultimamente "crollo" prima di raggiungerlo :-(
Scusata ancora la mia assenza, forse, ora col freddo, riesco ad essere più "pimpante" ;-))
Ma ora passiamo alla ricetta, che vi consiglio vivamente di provare, è davvero buonissima!
Questa ricetta, l'avevo inserita da tanto tempo, nella lunghissima lista delle ricettine da provare, ma solo ora sono riuscita a farla e questo mi è dispiaciuto mooolto, perchè è davvero ottima...peccato non averla provata prima ;-)
E' umida, cremosa e leggera; infatti non è nemmeno molto calorica, ha tanta frutta e, volendo, il burro si può eliminare; ho provato entrambe le versioni e non ho notato molta differenza.
Le fettine di frutta, tagliate sottilmente formano a contatto con la pastella, una piacevolissima "cremina", amata anche dal mio "giovanotto" che non ama per niente la frutta!
Ottima a merenda ma anche dopo un pranzo o una cena abbondanti; provatela, provatela!!!!
La ricetta l'ho vista in questo sito francese.
Ingredienti:
3 mele golden (io ho usato renette)
3 pere Kaiser
2 uova
10 cl. latte
20 g.burro (facoltativo)
70 g. farina
50 g. zucchero
1/2 bustina lievito per dolci
1 cucchiaino estratto vaniglia
scorza grattugiata limone
1 pizzico di sale

Setacciate insieme farina, lievito e sale.
Sbattere le uova con lo zucchero finchè il composto diventa schiumoso e chiaro; quindi aggiungere il burro, precedentemente sciolto, il latte e l'aroma di vaniglia, la scorza del limone e frullare di nuovo.
Aggiungere, a poco a poco, la farina e continuare a mescolare.

Dividere l'impasto in 2 diverse ciotole.
Sbucciare le mele, dividerle per metà, e affettarle sottilimente, possibilmente con la mandolina, e gettare immediatamente in una ciotola, coprire subito con la pastella precedentemente preparata per evitare che le mele si possano ossidare.
Ripetere lo stesso procedimento con le pere, nell'altra ciotola.
Imburrare ed infarinare una pirofila quadrata di 23 cm e versare prima l'impasto con le mele, livellarlo e poi versare sopra il composto con le pere ed infornare a 200° per cira 35 minuti.
Servire tagliata a rettangoli e cospargere di zucchero a velo.
FONTE

Torta rustica alla frutta

Mi sto dedicando alle torte alla frutta, perchè il mio bambino, nonostante abbia già 10 anni, non vuole mangiare frutta; quindi mi vedo costretta, anche se non è la stessa cosa, a preparare dei dolci con la frutta... magari non dicendo la verità sul tipo di frutta che ho utilizzato ;-) come in questo caso!!!!
Io ho utilizzato le susine, e gli ho detto che erano ciliegie che avevo congelato ;-).....è rimasto entusiasta di questa torta e anche ieri mi ha chiesto di rifargliela.... :-))
Questa torta l'ho preparata diverse settimane fa quando erano ancora presenti sul mercato, le susine, ho deciso di postarla comunque, anche se adesso non è più stagione, perchè secondo me questo dolce è ottimo anche con altri tipi di frutta; penso di prepararlo al più presto anche con mele e agrumi vari, e magari anche kiwi (anche se probabilmente il colore verde non lo imbroglierà :-( ) poichè in questo periodo il mercato ci offre questi frutti.
Vi consiglio di provarla perchè è un dolce ricchissimo di frutta, ha un gusto molto gradevole, anche grazie alla presenza della cannella, non ha molti grassi, e si prepara anche in fretta; se prepariamo anticipatemente la marmellata.
Vi consiglio di diminuire lo zucchero perchè essendoci molta marmellata, se è troppo dolce diventa stucchevole, io la marmellata l'ho preparata con 250 g. di zucchero su 1 kg. di frutta, ma anche il bambino l'ha trovata un po' dolce...fate voi in base ai vostri gusti!!!
La prossima volta io porterò lo zucchero a 200 g. per 1 kg. frutta.
E' una torta ottima sia tiepida che fredda.
La ricetta l'ha presentata Anna Moroni alla Prova del cuoco.

Ingredienti per la marmellata di frutta:
500 g di susine rosse,
500 g di susine nere,
400 g di zucchero semolato (io ne ho messo 250 g. ma era ancora dolce, la prossima volta ne metterò 200 g.)
il succo di 1 limone,
1 cucchiaio d'acqua.

Per la copertura biscottata:
100 g di farina,
50 g di burro,
1 bustina di lievito per dolci (io ne ho usata 1/2 bustina)
50 g di zucchero (io ne ho messo 40 g.)
1 cucchiaino di cannella macinata,
5 cucchiai di latte,
1 uovo sbattuto.

Procedimento
Lavare e tagliare a pezzettoni le susine, e metterle dentro un recipiente adatto per il microonde, insieme ad un cucchiaio d'acqua, il succo di un limone e lo zucchero.
Cuocere per circa 25 minuti a 750 watt, controllando e mescolando il composto ogni 10 minuti, se è necessario prolungare la cottura ancora qualche minuto.
Fare la prova con il piattino, se la marmellata non scende è pronta.
La stessa operazione si può fare anche sul fornello, cuocendo il composto a fuoco molto basso finchè non si arriva alla cottura.
La marmellata può essere preparata in anticipo e fatta raffreddare.
Nel frattempo preparare la copertura biscottata: mescolare insieme la farina con lo zucchero, la cannella, l'uovo, il latte, il lievito ed il burro morbido tagliato a pezzetti.
Lavorare il composto finchè si ottiene un impasto morbido.
In una teglia precedentemente imburrata versare il composto di frutta ormai freddo, e sopra versare l'impasto di copertura, livellarlo con un cucchiaio ed infornare a 180° per circa 35-40 minuti.
Volendo si può guarnire la torta con fettine della frutta che utilizziamo, messe tutte intorno, io non l'ho fatto, perchè non volevo che il bambino riconoscesse la frutta ;-)
Cospargere di zucchero a velo e servire tiepida o fredda.
Io ho utilizzato uno stampo quadrato di 23 cm.

Buon fine settimana a tuttiiiiiii!!!!!!!!

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Torta macchiata

La torta macchiata, o torta due colori, è un dolce da forno. La torta, a cottura ultimata risulterà davvero morbida e deliziosa.
Si può servire sia tiepida che fredda. Se non gradite la presenza della Sambuca potete sostituirla con qualche altro liquore, oppure evitare di metterlo.
Ma io vi consiglio di provarla così, è davvero buona e [...]
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Bucatini ai porri

Questo piatto è stato preparato con i Bucatini Rustichella D’Abruzzo, una pasta di semola di grano duro, davvero eccezionale.
Ho preparato il piatto con degli ottimi porri freschi. Credevo che l’abbinamento fosse un po’ troppo “pesante” nella digestione, ma il risultato è stato molto positivo, quindi provatelo!.
Nella ricetta potete aumentare la quantità dei porri, a seconda [...]
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[Non chiamatela] Antropologia del dove, del quando & del caldo metropolitano!


Le antropologie ce le eravamo quasi scordate. 
Io per primo le avevo dimenticate, mettendo da parte una briciola sostanziosa del Maiale. In realtà, e sinceramente, mi appaiono ora come un modo volgare di raccontare altro oltre le ricette ed i luoghi ai quali siamo abituati da tempo. Dico volgare perchè quelli che furono tentativi maldestri di cimentarsi in un'antropologia sono ora, e suona pure meglio, racconti di vita con annesse riflessioni. Il Maiale mangia & beve, ingrassa e si sollazza.. ma prova anche a riflettere qualche volta. A pancia piena si intende. Dunque anche a Roma da qualche giorno il caldo afoso e l'immancabile venticello sono apparsi. Se ne accorgono le signore sui tram, le studentesse accalorate per strada e gli impiegati vestiti di tutto punto, giacca e cravatta, camicia a maniche lunghe e occhiali da sole. Io Roma sto per lasciarla. Una serie di impegni e la voglia di andare mi portano lontano. Lascio anche casa, che riprenderò a settembre/ottobre chissà in quale quartiere, municipio o borgata. Negli ultimi giorni passo volentieri le ore che precedono il buio alla finestra. Una birra gelata a farmi compagnia e i miei occhi puntati sulla piazza. Dalla mia postazione privilegiata osservo le persone nel caotico e rumoroso atto dello spostarsi. Un amico non amico mi parlava di traiettorie. Una notte sulla Casilina, dall'ultimo piano di un palazzetto, provò a spiegarmi la sua teoria. Una teoria contemplativa, che non tentava per forza di giungere a una conclusione. Quando sto quassù, mi diceva, osservo la gente muoversi e traccio per ognuno la sua traiettoria. Immagino flussi di linee che compongono un mosaico di vite, fatti e accadimenti. Spesso, ovvio, queste si mescolano, si intrecciano e a me pare quasi che le vite di quello o quell'altro possano scontrarsi, congiungersi, arrotolarsi insieme. Sarà stata l'ebbrezza ma a me piacque quella teoria, questo modo di partecipare alla vita senza parteciparvi. Un osservatorio del resto ha sempre il privilegio di lasciare spazio alla fantasia. Così io butto i miei occhi sulla piazza, sul sole che cala, sui wine bar che si riempiono, sul venticello che ritorna, sulla mia birra e su tutta la mia immaginazione. Mi faccio domande senza attendere risposte. Metto su un pò di musica e lascio spazio alla testa. Dove andrà quella ragazza con la gonna bianca, che giornata avrà avuto, chi ama, che pensa, cosa mangia. E quel signore anziano che a stento riesce a trascinare la busta che porta con se? Tutto mi appare così delicato. Leggero e irresistibile. Il mondo, o parte di esso, si muove ai miei piedi. Poco al di sotto di essi. Ed è uno scomporsi di suoni, di teste e silouette, di macchie di colore sul fondo grigio dell'asfalto. Tra i semafori e i tram, il bar Regina e quei due buffi ometti bianchi. Centinaia di teste si muovono per andare da qualche parte. Per andare dove devono andare. Finita la birra mi butto sul letto e chiudo gli occhi. Rimango immobile per un pò, poi sento l'immancabile languore. Apro gli occhi e penso a cosa cucinare. Sono giorni in cui mangio sempre da solo e quelle, credetemi, sono le cucinate migliori. Come sempre accade. Un biscotto di grano con olio di frantoio, pomodori di Sicilia, basilico, finocchietto e pecorino. Una frittata alla Sannita, mozzarelline ripiene di verdurine di stagione tagliate a cubetti piccolissimi e fritte in poco olio. Fiori di zucca, insalata di frutta e verdura, melanzane grigliate con mentuccia, yogurt, fragole, ciliege, pesche, miele e cereali. Un sorso di amaro fatto in casa e passa la paura. Paura del dove e del quando, dell'andare, produrre, incontrare, poi ritornare e ricominciare. Quali sono e saranno le mie traiettorie? Una dolce paura accarezzata dallo stordimento di una giornata afosa passata in giro tra cose da fare, caffè con crema e telefonate. "Devo prendere le pellicole ci vediamo a Ottaviano, aperitivo alle 18 a San Lorenzo, una casa da vedere alle 17, ma poi ce la fai a venire?! C***o non ho tirato fuori i panni dalla lavatrice, ma domani vieni alla cena, cucini tu? Chiama la scuola dì che non vai alla riunione, no ma se torno prima ci passo un secondo. Ma quella del giornale l'hai più vista? Mamma, allora non torno ci vediamo a fine mese direttamente. La digitale in assistenza. Oh, ma chi era quella?! Non lo so! Questo caldo mi stressa, mi fa sudare, ho sempre voglia di entrare in un bar e sciacquarmi il viso. Stare qui dentro, in mezzo alle cose mi prende male. Dovrei anche cucinare qualcosa e scattare due foto. Il Maiale Ubriaco. Oramai ha preso forma dentro di me. Mi aspetto sempre di incontrarlo, magari la notte quando mi alzo per andare a bere. Svolto l'angolo e zac! mi si piantona davanti. Grosso e grasso, dritto sulle zampe anteriori. E ride, e mi guarda, e ride. "Mi avete creato voi, ora dovete seguire la mia traiettoria!" Oh no, o mio Dio. No ma è il caldo, il caldo che rimpalla sul cemento di questa strana città, un pò metropoli un pò paese mi sta dando le allucinazioni. Non ci posso restare qua dentro. Dentro alle strade a fare le cose, a telefonare, a sentirmi come Bukowski in quel racconto visionario che era "6 pollici". ... Era carina quella, ti ha salutato e vuoi dirmi che non la conosci? Ste ma dove vai? Oh? ... Vado alla mia finestra. Ho comprato la birra. Vado a casa, no non vengo alla cena, non esco stasera. E non mangio. Fino a prima di partire resto alla finestra. Ascolto un pò di musica e osservo le traiettorie. Traiettorie? Mi sa che il caldo ti ha dato alla testa!
Stefano Tripodi

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Pernice & patate novelle al forno + marmellata di more (the sunday roast)

Buon compleanno Stefano! Questo post é dedicato al mio compagno di avventure e amico di sempre nel giorno del suo compleanno (o meglio due giorni dopo). Il fatto é che io avevo preparato tutto con dovuto anticipo in modo da far coincidere ricetta e dedica annessa al fatidico giorno, ma come sempre i mille impegni mi hanno messo in crisi e inevitabilmente ficcato il bastone fra le ruote. Peró il pensiero c’é, che é poi quello che conta; insomma come si dice dalle nostre parti “pensamm ‘a salute”, tanti auguri amico mio! Una curiositá che mi piace raccontare: io e Stefano ci siamo conosciuti circa 10 anni fa e con il tempo interessi, passioni e sogni molto simili ci hanno sempre piú avvicinato; insomma un'amicizia rara e mai banale. Ma la cosa che mi ha sempre affascinato é che noi siamo nati a pochi giorni di distanza, nello stesso ospedale (una piccolo clinica privata) e che gli eventi negli anni ci hanno riavvicinato (vai a vedere, magari eravamo pure vicini di culla?!). Ecco un puro caso o no io credo sia uno delgi elementi che da tanto ci mantiene forti. Digressione fatta…passiamo avanti?
La ricetta di oggi come potrete notare non é un dolce, una torta di compleanno, ma uno di quei piatti che ti scaldano l'animo, uno di quelli che a lui, Stefano, piacciono un sacco. Qui in Inghilterra comincia a fare proprio freddo ed i piatti che hai voglia di mangiare sono proprio questi, caldi e saporiti, magari mentre te ne stai seduto davanti al camino del pub sotto casa a sorseggiare una buona birra artigianale. La ricetta é quella di una tipica domenica inglese, un Sunday roast che dalle mie parti é sopratutto a base di selvaggina. La scelta é ricaduta sulla pernice (rara in Italia), ma tranquilli, puó essere sostituita senza rimorso alcuno da un bel pollo ruspante (anche se col pollo ha poco a che vedere). Vi lascio le istruzioni e scappo...stasera mi tocca cucinare! A presto.

Ingredienti x2 persone

2 pernici
50 gr di guanciale
patate novelle (dieci a testa)
5-6 pastinache (oppure carote)
1 limone
2 spicchi d’aglio
1 rametto di timo
sale q.b
pepe q.b
bacche di ginepro

Riscaldare il forno a 190ºC. Strofinare la pernice con abbondante sale, pepe ed olio extravergine d’oliva e riempirne la cavitá con un limone fresco (tagliato a metá), timo e una paio di bacche di ginepro. Coprirne il petto con delle fettine di guanciale e lasciar riposare (in questo modo la carne assorbirá tutto il profumo di limone e spezie). Pulire patate e pastinache (queste ultime andranno tagliate grossolanamente) e farle cuocere in una pentola d’acqua bollente con l’aglio per una decina di minuti. Terminata la cottura scolare, lasciar raffreddare giusto un attimo e versare in una teglia da forno. Il tutto andrá salato e pepato, bagnato con un filo d’olio ed agitato per unire bene gli ingredienti. Al centro adagiare la pernice con una bella noce di burro e cuocere in forno per 30 minuti circa.
Portare in tavola e servire direttamente dalla teglia, aggiungendo alla carne un cucchiaio di marmellata di more.
Volendo sostituire la pernice con un pollo da 1.5 kg circa i tempi di cottura andranno raddoppiati. Il pollo andrá infornato per 45 minuti e le patate (ed appena un filo d’olio) aggiunte solo a questo punto per ulteriori 30 minuti.

Remo Morretta

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Riso di venere con zucca, cavolo & cappuccio

Prime note d'autunno!
Finalmente ritorno a postare una ricetta. Poco tempo per pensare negli ultimi tempi, eppure di pensieri la mia testa ne è piena. Il riso di venere lo conosciamo tutti. Mi piace perchè sprigiona profumo di legno e ha un sapore molto avvolgente. L'ho trovato perfetto con la zucca, azzeccato con il cavolo e molto simpatico con il cappuccio. La combinazione di colori è interessante. Il risultato del piatto al palato sorprendente. Non fate mai l'errore di lavorare questo riso come in genere si cucina il risotto. Conviene cuocere tutto separato. In questo caso ho lessato gli ingredienti ognuno nella sua acqua per poi combinarli insieme con leggerissimo olio di oliva marchigiano e una spruzzata di peperoncino fresco. Meraviglioso. Una cucina più lenta che si sposa con i nostri ideali. Una carezza di sapore.
Ingredienti x 4 persone
300 g di riso di venere
zucca q.b.
cavolfiore q.b.
cappuccio q.b.
1 spicchio di aglio
olio extravergine
peperoncino fresco

Lessate tutti gli ingredienti separatamente. Lasciate che le verdure rimangano abbastanza compatte, evitando di stracuocerle. Saltate nell'olio con l'aglio in camicia il cavolfiore, la zucca e il cappuccio. Aggiungetevi il riso e il peperoncino fresco affettato grossolanamente. Rigirate tutto con garbo e con un mestolo di legno. Aggiustate di sale e lasciate riposare quindi servite.
Una curiosità: il riso di venere è originario della Cina. Viene ampiamente coltivato in Pianura Padana, è un riso integrale ed è ricco di ferro, fibre e fosforo.
Stefano Tripodi

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Azienda Agricola Oliveto - Quanto e' vero il tuo olio d'oliva?

Il tempo dell' olio. Proprio in questi giorni in Italia comincia la raccolta delle olive, forse la prima dell’anno agricolo per alcune aziende. E poi si frange e alla luce verranno dei veri e propri capolavori di madre terra che riempiranno di gioia i coltivatori e chi, fortuna sua, vorrá godere del piccolo miracolo dell’olio. Il maiale naturalmente c’è e partecipa al gioco della natura che diventa tavola con quell’approccio flâneur che lo contraddistingue, con la speranza di rendere partecipe chi lo legge di un’esperienza tanto quotidiana quanto unica. Allora eccolo, fra le vallate dei fiumi Tevere e Nera in uno di quei luoghi che difficilmente definireste di passaggio, in cui non si arriva per caso. Nel silenzio di un sabato pomeriggio il maiale sfiora Amelia, che non è una procace contadinotta locale, ma un piccolo borgo della bassa Umbria. Si aggira fra le stradine di campagna a testa alta, ammira incantato il paesaggio ancora sconosciuto, fino a scorgere la casa che lo ospiterá di li a poco tra piccoli appezzamenti di terra, frutteti e uliveti. Arrivati. Ad accoglierci, con un timido sorriso proprio di chi non sa essere invadente, c’e’ il signor Guerriero, proprietario dell’Azienda Agricola Oliveto. Pochi convenevoli, perché lui è uomo di poche parole, una persona splendida che nella terra oltre al cuore sembra averci lasciato pure la lingua. Con grande orgoglio ci mostra la casa e le camere che ci avrebbero ospitato. Da una delle piccole finestre ci indica l’alveare dove le sue api producono da anni dell’ottimo miele, dall’altra parte della vallata si intravede casa sua. Scendiamo dal terrazzo antistante il nostro appartamento e poi giù per un viottolo a incontrare l’uliveto di famiglia. Qui le 1100 piante di olivo Moraiolo, Leccino e Rajo producono ogni anno 2500 litri di olio extravergine delicatissimo. Da noi – spiega Guerriero che sembra essersi abituato alla nostra presenza - le olive si raccolgono interamente a mano tramite brucatura che è la tecnica migliore, poiché i frutti vengono staccati al punto giusto di maturazione. Una volta le olive si lasciavano cadere naturalmente, ma toccando il suolo si danneggiavano compromettendo inevitabilmente la qualità dell'olio. Inoltre – ammicca – da noi la lavorazione avviene entro ventiquattro ore successive alla raccolta per ottenere un olio a bassa acidità che mantenga tutte le sue proprietà organolettiche. Ancora due passi e poi si torna su che è ora di merenda, prepariamo la brace. - la nostra chiacchierata prosegue in veranda. Olio naturalmente, purissimo, versato generosamente su delle grosse fette di pane tostato e accompagnato da un Ciliegiolo in purezza delle vicine Cantine Zanchi. Pure l'oggetto di conversazione rimane invariato. Guerriero ci racconta cosa accade nel processo di lavorazione delle olive; di come la sansa (la pasta scura che avanza dalle prime spremiture) non potendo più produrre olio mediante azione naturale, venga trattata chimicamente. L’olio di sansa attraversa processi di degradazione di acidità, decolorazione e deodorazione per poi essere mischiato all’olio "vero". E’ cosi che nascono le quattro diverse qualità di olio d’oliva: extravergine, vergine, sopraffino e fino (olio di sansa). Dai residui di questa lavorazione si possono ancora ottenere combustibili, catrame vegetale, mangimi o addirittura sapone! Oggi – incalza il nostro eroe - il vero extravergine diventa sempre più difficile da individuare, tant’ è che si è dovuto proteggerlo con marchi DOP e IGP per renderlo facilmente identificabile al pubblico. Una gallina dalle uova d’oro insomma, visto che l’olio di sansa, pronto per essere mischiato con l’olio puro, costa circa la metà di questo. Ma non si può certo rimproverare alle grosse aziende di cercare il guadagno. L’importante è che tutto avvenga secondo i criteri stabiliti dalla legge. La colpa invece è del consumatore che orientato al risparmio si è lasciato “abbindolare” preferendo l’olio senza gusto, l'olio finto, all’olio vero. Forse che in Italia non ci sono olive a sufficienza? E’ in realtà un problema di costume. Il consumatore di oggi tende a confondere l’abbondanza con la bontà di un prodotto, spalancando la porta alle perverse abitudini di consumo della società moderna. Non è questa la sede per un dibattito industrial - sociologico, ma il fatto è che Guerriero (e con lui tanti altri produttori soprattutto italiani) ci ha aperto gli occhi. Noi speriamo questo breve incontro e le riflessioni da esso scaturite possano lasciarvi piu' di un dubbio e avvicinare tutti noi a un rapporto sempre più amichevole e consapevole con la nostra terra. Basterebbero un po’ di ingegno e carità di patria. Buona settimana.

…Gioa produce l’Italia e tutta la terra per gli uomini, gioia di mangiare di vivere, gioia di continuare. Eppure un giorno si deve morire. Perché? [Mario Soldati – Da Ubriaco – Ottobre 1954]

Azienda Agricola Oliveto
Strada di Cecanibbio, 38
Amelia (TR)


Remo Morretta
FONTE

Budino di zucca & caramello

La zucca nel post! Cari lettori, ultimamente si parlava di stagionalità, territorio e cibo inteso come espressione culturale. Cibo vissuto, radice storica, atto estremo di socializzazione. Cosi oggi avremmo pensato ad un frutto strettamente legato alla tradizione popolare, grossa bacca carnosa dai molti semi e filamenti molli, creatura fiabesca, qualcuno lo chiama maiale dei contadini poveri. E siccome del maiale non si butta via niente (meno male) immaginatevi l’uso smisurato che della zucca riusciamo a fare nel nostro paese. Oltre alla polpa, utilizzata per risotti, zuppe, sformati e creme, i semi possono essere abbrustoliti e salati in superficie (i bruscolini della tradizione laziale) e la buccia affettata, bollita e fritta. La lista dei piatti sarebbe bella lunga dal pancotto marchigiano, ai tortelli lombardi per arrivare ai ficatu di sette cannuola di Palermo (questa la dovete provare). Io ho scelto un dolce, utilizzando una zucca comune o d’inverno, ma consiglio caldamente di provare delle varietà altrettanto pregiate come la Marina di Chioggia, la Mantovana e se siete al Sud la Lunga di Napoli! Vi lascio alla ricetta e alla poesia di un simpatico poeta scoperto per caso nei meandri della rete. Un abbraccio.

Daéa semensa impiantà
‘na succa cressarà,
là torno el
leamaro
o in cao aéa piantà.
Ghi nè de tanti tipi e gusti.
Suche bone cresse nel duro,
nel morbio soéo par darghe da magnare ai mas-ci.
‘Na volta se parlava de suche anca a scoéa,
i maestri bateva par vedare se a succa jera voda.
Aéa festa dei morti
la succa se svodava
rento un lumin se impissava
nel balcon se afaciava,
quanta fifa se ciapava
par la zente che passava.
La succa nasse in primavera,
cresse d’està,
la more in autunno.
La succa sà de fiò soe stae,
sora la stua a scaldare
mentre a zente jera a sgrafojare [Valerio]

Ingredienti x 6 persone

500 gr di zucca
2 uova
1/2 stecca di vaniglia
1/2 litro di latte
3 gr di zucchero

Lessare la zucca in acqua bollente, scolare e lasciare asciugare in forno. Sbucciarla, eliminarne i semi e passarla al passaverdura. Bollire il latte con 200 gr. di zucchero e la vaniglia, lasciarlo intiepidire e poi unirlo alla zucca e alle uova battute. Intanto caramellare il restante zucchero e distribuire sul fondo degli stampini, aggiungere il composto di zucca e cuocere in forno a bagnomaria, 180 C per circa un’ora. Lasciar raffreddare per qualche ora, sformare e servire.

Tratto da [L’orto. 720 piatti dall’aglio alla zucca – SlowFood Editore 2005]


Remo Morretta
FONTE

Coppa gelato allo yogurt, fragoline di bosco, ciliegie e cialde croccanti

Ogni tanto quando il caldo si fa proprio sentire, mi passa persino la voglia di cucina...arrivo a casa dal lavoro stremata dal caldo e dalla stanchezza....mi butto sotto la doccia e poi ho voglia solo di qualcosa che mi dia una grande sensazione di freschezza....e cosa c'è di meglio di un buon gelato?

Oltretutto in questo periodo di "quasi" totale astinenza da dolci, diciamo che soddisfo anche la mia golosità....ecco la nostra cena di quella sera!!!


Vi dico subito che il gelato non è home-made.....è artiginale ma non fatto in casa....ci si accontenta!
Dunque, per ogni coppa ho messo qualche pallina di gelato allo yogurt variegato ai frutti di bosco, spruzzato con un pochino di Calvados, decorato con qualche fragolina di bosco (della piantina del mio giardino) qualche ciliegia e una bella cialda!



Ecco, l'unica cosa che ho preparato io sono proprio le cialde.....che arrivano dirette dirette dall'infallibile Paoletta!

Anni fa una collega abruzzese mi ha regalato la piastra per i ferratelli, wafel......ma tutte le ricette provate fin d'ora non hanno dato i risultati sperati, erano sempre mollicce....finchè le vedo Paoletta e capisco immediatamente che sono quelle giuste....e infatti......CROCCANTISSIME!!!!!!!

La ricetta la trovate qui, io ho fatto mezza dose ma pari pari (la versione con l'acqua, ma proverò anche quella con gli albumi).

Nel gelato ne ho messa solo una come decorazione.....le altre io le ho spezzate e usate "tipo cucchiaio" per il gelato".....mio marito se le è sbaffate spalmate di nutella...........
Non resta altro che sbizzarrirsi variando gusto di gelato e frutta.......ma mi raccomando non fatevi mancare queste cialde!!!!!!


Grazie Paoletta per questo ennesimo regalo!!!!

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Ciambellone bicolore

Dopo il post precedente, con il suo carico di delizie sì ma decisamente caloriche, vi voglio augurare buon we con un dolce più "tranquillo", adattissimo alla colazione di tutta la famiglia.
La ricetta me l'ha ispirata un libricino allegato all'ultimo numero di La Cucina Italiana: un ciambellone fatto con la classica tecnica del 4/4....buonissima sicuramente, ma molto ricca di burro e zucchero.....mentre io volevo qualcosa di più light!
L'ho riadattata così, spero vi piaccia!

Io ho utilizzato lo stampo per kugelhopf di Silikomart, con cui non si sbaglia mai!


Ingredienti
4 uova
150 gr di zucchero di canna
2 yogurt al caffè
30 gr di olio di riso
210 gr di farina
150 gr di nocciole tritate grossolanamente
100 gr di cioccolato al latte + 50 di cioccolato fondente
1 bustina di lievito pre dolci

Zucchero a velo per la superficie (che come potete vedere dalle foto non avevo!!!!!)


In una ciotola montate le uova intere con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungete sempre montando lo yogurt e poi l'olio. A questo punto unite la farina ben setacciata con il lievito e amalgamatela al composto molto delicatamente per non smontarlo.
Dividete il composto in due: ad una parte aggiungete delicatamente le nocciole tritate, all'altra i due cioccolati che avrete fatto sciogliere a bagnomaria e lasciato intiepidire.

Versate i composti ottenuti nello stampo (se non in silicone imburrate bene) a cucchiaiate alternado i colori e infornate a 170° per circa 60 minuti, facendo sempre la prova stecchino. Sfornate, lasciate raffreddare e spolverate con zucchero a velo.
Buon we a tutti!!!

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Nel cestino del pic nic....ovvero la raccolta di Jelly

La cara Jelly, per festeggiare i due anni del suo blog, ha organizzato questa bella raccolta


che scade il 30 settembre e acui partecipo molto volentieri!
Cos'è per voi un pic nic? Per noi il pic nic è sinonimo di carne alla brace: quindi ci armiamo di griglia, carbonella e tanta buona carne che accompagniamo con pane, sottaceti, olive ecc. e innaffiamo il tutto con del buon vino o della birra secondo i gusti! E, da veri viziati, ci piace attendere che la carne sia cotta chiacchierando e stuzzicando qualcosina........come questi.....
STUZZICHINI PER GOLOSI


Quelli che vedete in foto non sono stati destinati ad un pic nic ma ad un Happy hour organizzato dalla nostra maestra di decoupage per l'inizio dei corsi, quindi li ho presentati in maniera carina su un vassoio: nel caso del pic nic li metto in vari contenitori con il coperchio (dipende da quanti siamo) e trasporto il tutto in una borsa-frigo (la stessa della carne oppure una a parte).

Ingredienti:

Per i cornetti:
pasta sfoglia (già pronta o fatta in casa - io avevo ancora un panetto in congelatore di quella che avevo tempo tempo fa)
prosciutto cotto
mozzarella


Per le salatini ai wurstel:

pasta sfoglia
senape dolce
wurstel baby (oppure wurstel normali tagliati in pezzetti di circa 3 cm)
+ 1 tuorlo

Per i rotolini:

pane per tramezzini
scamorza affumicata
petto di tacchinoi al forno
maionese allo yogurt

Cornetti e salatini: stendere la pasta in una sfoglia sottile, ricavare con una parte dei triangoli non troppo grossi (in modo che i cornetti risultino piccolini e si possano mangiare in 1 o due bocconi), farcire con qualche dadino di mozzarella e del prosciutto, arrotolare e spennellare con il tuorlo d'uovo.


Con l'altra parte di sfoglia ricavare delle strisce che andranno prima spennellate di senape e poi avvolte intorno ai wurstel. Spennellare di uovo.
Posizionare il tutto sulla placca del forno ricoperta di carta forno e infornare in forno preriscaldato a 200° per 15/20 minuti, finchè la sfoglia risulta ben gonfia e dorata.


Rotolini: stendere con il mattarello le fette di pane in modo da ingrandirle e compattarle. Spennellare con un velo di maionese quindi farcire con la scamorza e il petto di tacchino a fette. Arrotolare ben stretto e avvolgere bene nella pellicola. Tenere in frigo qualche ora per far compattare. Quindi tagliare a fette.
Come avrete notato non vi ho messo la quantità di nessuno dei tre: dipende da quanti ne dovete fare, dalla quantità di farcitura che preferite! Sono stuzzichini molto versatili che si adattano bene anche ad un aperitivo o ad un buffet....basta sbizzarrirsi con le farciture. Solo un consiglio: per i rotolini cercate di inserire almeno un ingrediente che crei un contrasto di colori: i miei come vedete sono risultati molto pallidi....ci sarebbe stata bene ad esempio un pò di rucola......sarebbero stati molto più belli da vedere....anche se comunque erano ugualmente buoni!
Qui trovate un'altra versione sia dei cornetti sia dei rotolini!
Spero vi piacciano....alla prossima!

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Dunque dunque.....

Oggi scadrebbe la mia raccolta "Sapore...di vacanza"....dico scadrebbe perchè ho pensato di prorogare la scadenza alle ore 24 del 31 ottobre.
Devo ammettere che, purtroppo, l'iniziativa non ha avuto il seguito che mi aspettavo e questo mi ha portata a fare due considerazioni:

1) dopo un periodo di relativo silenzio, in questi giorni sembra che qualcosa si stia muovendo, quindi deduco che il rientro dalle vacanze è stato più lento di quello che avessi previsto e non ci sia stato proprio il tempo materiale di preparare qualcosa per aderire alla raccolta. D'altra parte devo ammettere che io stessa non ho ancora avuto modo di preparare qualcosa che mi ricordi le vacanzae in Norvegia..........

2) l'idea di questa raccolta non è piaciuta, dicaimo che non ha smobilitato le masse....ci sta anche questo ovviamente!

Quindi nel dubbio ho deciso appunto di prorogare la scadenza al 31 ottobre e vediamo cosa succede....come si dice: se son rose fioriranno....altrimenti sarà per la prossima!
Non posso ovviamente non ringraziare tutti coloro che hanno già partecipato.....grazie a tutti!

Come dicevo non ho ancora avuto modo di preparare qualcosa di nuovo: ripescando nel mio archivio, però, ho un delle cosine con cui contribuire!!!

In ricordo delle vacanze in Sicilia....

RISOTTO CON GAMBERI E PISTACCHIO DI BRONTE

qui la ricetta


FUSILLI AL PESTO DI PISTACCHIO DI BRONTE

qui la ricetta


GOLOSITA' AL CIOCCO-PISTACCHIO

qui la ricetta


LA TORTA DI PARADISO DI CoCò

qui la ricetta


In ricordo della breve ma intensa vacanza in Umbria....

ZUPPA DI CICERCHIA E PROSCIUTTO D'OCA CON PANE CROCCANTE

qui la ricetta


Alla prossima!

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