giovedì 17 dicembre 2009

Ravioloni di ricotta e acciughe, con concassè di pomodori freschi sporcati con pesto crudo

L’ingrediente da provare, che poi mi ha portato a pensare a questa ricetta, è stato il pesto genovese, preso da Esperya.
All’apertura del vasetto, è uscito un mix esplosivo di profumi, davvero eccellente. Basilico profumato, ma il vero basilico genovese…. da distinguere davvero da tutti gli altri, perchè il basilico che cresce nella zona di Prà, [...]
FONTE

[Non chiamatela] Antropologia del dove, del quando & del caldo metropolitano!


Le antropologie ce le eravamo quasi scordate. 
Io per primo le avevo dimenticate, mettendo da parte una briciola sostanziosa del Maiale. In realtà, e sinceramente, mi appaiono ora come un modo volgare di raccontare altro oltre le ricette ed i luoghi ai quali siamo abituati da tempo. Dico volgare perchè quelli che furono tentativi maldestri di cimentarsi in un'antropologia sono ora, e suona pure meglio, racconti di vita con annesse riflessioni. Il Maiale mangia & beve, ingrassa e si sollazza.. ma prova anche a riflettere qualche volta. A pancia piena si intende. Dunque anche a Roma da qualche giorno il caldo afoso e l'immancabile venticello sono apparsi. Se ne accorgono le signore sui tram, le studentesse accalorate per strada e gli impiegati vestiti di tutto punto, giacca e cravatta, camicia a maniche lunghe e occhiali da sole. Io Roma sto per lasciarla. Una serie di impegni e la voglia di andare mi portano lontano. Lascio anche casa, che riprenderò a settembre/ottobre chissà in quale quartiere, municipio o borgata. Negli ultimi giorni passo volentieri le ore che precedono il buio alla finestra. Una birra gelata a farmi compagnia e i miei occhi puntati sulla piazza. Dalla mia postazione privilegiata osservo le persone nel caotico e rumoroso atto dello spostarsi. Un amico non amico mi parlava di traiettorie. Una notte sulla Casilina, dall'ultimo piano di un palazzetto, provò a spiegarmi la sua teoria. Una teoria contemplativa, che non tentava per forza di giungere a una conclusione. Quando sto quassù, mi diceva, osservo la gente muoversi e traccio per ognuno la sua traiettoria. Immagino flussi di linee che compongono un mosaico di vite, fatti e accadimenti. Spesso, ovvio, queste si mescolano, si intrecciano e a me pare quasi che le vite di quello o quell'altro possano scontrarsi, congiungersi, arrotolarsi insieme. Sarà stata l'ebbrezza ma a me piacque quella teoria, questo modo di partecipare alla vita senza parteciparvi. Un osservatorio del resto ha sempre il privilegio di lasciare spazio alla fantasia. Così io butto i miei occhi sulla piazza, sul sole che cala, sui wine bar che si riempiono, sul venticello che ritorna, sulla mia birra e su tutta la mia immaginazione. Mi faccio domande senza attendere risposte. Metto su un pò di musica e lascio spazio alla testa. Dove andrà quella ragazza con la gonna bianca, che giornata avrà avuto, chi ama, che pensa, cosa mangia. E quel signore anziano che a stento riesce a trascinare la busta che porta con se? Tutto mi appare così delicato. Leggero e irresistibile. Il mondo, o parte di esso, si muove ai miei piedi. Poco al di sotto di essi. Ed è uno scomporsi di suoni, di teste e silouette, di macchie di colore sul fondo grigio dell'asfalto. Tra i semafori e i tram, il bar Regina e quei due buffi ometti bianchi. Centinaia di teste si muovono per andare da qualche parte. Per andare dove devono andare. Finita la birra mi butto sul letto e chiudo gli occhi. Rimango immobile per un pò, poi sento l'immancabile languore. Apro gli occhi e penso a cosa cucinare. Sono giorni in cui mangio sempre da solo e quelle, credetemi, sono le cucinate migliori. Come sempre accade. Un biscotto di grano con olio di frantoio, pomodori di Sicilia, basilico, finocchietto e pecorino. Una frittata alla Sannita, mozzarelline ripiene di verdurine di stagione tagliate a cubetti piccolissimi e fritte in poco olio. Fiori di zucca, insalata di frutta e verdura, melanzane grigliate con mentuccia, yogurt, fragole, ciliege, pesche, miele e cereali. Un sorso di amaro fatto in casa e passa la paura. Paura del dove e del quando, dell'andare, produrre, incontrare, poi ritornare e ricominciare. Quali sono e saranno le mie traiettorie? Una dolce paura accarezzata dallo stordimento di una giornata afosa passata in giro tra cose da fare, caffè con crema e telefonate. "Devo prendere le pellicole ci vediamo a Ottaviano, aperitivo alle 18 a San Lorenzo, una casa da vedere alle 17, ma poi ce la fai a venire?! C***o non ho tirato fuori i panni dalla lavatrice, ma domani vieni alla cena, cucini tu? Chiama la scuola dì che non vai alla riunione, no ma se torno prima ci passo un secondo. Ma quella del giornale l'hai più vista? Mamma, allora non torno ci vediamo a fine mese direttamente. La digitale in assistenza. Oh, ma chi era quella?! Non lo so! Questo caldo mi stressa, mi fa sudare, ho sempre voglia di entrare in un bar e sciacquarmi il viso. Stare qui dentro, in mezzo alle cose mi prende male. Dovrei anche cucinare qualcosa e scattare due foto. Il Maiale Ubriaco. Oramai ha preso forma dentro di me. Mi aspetto sempre di incontrarlo, magari la notte quando mi alzo per andare a bere. Svolto l'angolo e zac! mi si piantona davanti. Grosso e grasso, dritto sulle zampe anteriori. E ride, e mi guarda, e ride. "Mi avete creato voi, ora dovete seguire la mia traiettoria!" Oh no, o mio Dio. No ma è il caldo, il caldo che rimpalla sul cemento di questa strana città, un pò metropoli un pò paese mi sta dando le allucinazioni. Non ci posso restare qua dentro. Dentro alle strade a fare le cose, a telefonare, a sentirmi come Bukowski in quel racconto visionario che era "6 pollici". ... Era carina quella, ti ha salutato e vuoi dirmi che non la conosci? Ste ma dove vai? Oh? ... Vado alla mia finestra. Ho comprato la birra. Vado a casa, no non vengo alla cena, non esco stasera. E non mangio. Fino a prima di partire resto alla finestra. Ascolto un pò di musica e osservo le traiettorie. Traiettorie? Mi sa che il caldo ti ha dato alla testa!
Stefano Tripodi

FONTE

Pernice & patate novelle al forno + marmellata di more (the sunday roast)

Buon compleanno Stefano! Questo post é dedicato al mio compagno di avventure e amico di sempre nel giorno del suo compleanno (o meglio due giorni dopo). Il fatto é che io avevo preparato tutto con dovuto anticipo in modo da far coincidere ricetta e dedica annessa al fatidico giorno, ma come sempre i mille impegni mi hanno messo in crisi e inevitabilmente ficcato il bastone fra le ruote. Peró il pensiero c’é, che é poi quello che conta; insomma come si dice dalle nostre parti “pensamm ‘a salute”, tanti auguri amico mio! Una curiositá che mi piace raccontare: io e Stefano ci siamo conosciuti circa 10 anni fa e con il tempo interessi, passioni e sogni molto simili ci hanno sempre piú avvicinato; insomma un'amicizia rara e mai banale. Ma la cosa che mi ha sempre affascinato é che noi siamo nati a pochi giorni di distanza, nello stesso ospedale (una piccolo clinica privata) e che gli eventi negli anni ci hanno riavvicinato (vai a vedere, magari eravamo pure vicini di culla?!). Ecco un puro caso o no io credo sia uno delgi elementi che da tanto ci mantiene forti. Digressione fatta…passiamo avanti?
La ricetta di oggi come potrete notare non é un dolce, una torta di compleanno, ma uno di quei piatti che ti scaldano l'animo, uno di quelli che a lui, Stefano, piacciono un sacco. Qui in Inghilterra comincia a fare proprio freddo ed i piatti che hai voglia di mangiare sono proprio questi, caldi e saporiti, magari mentre te ne stai seduto davanti al camino del pub sotto casa a sorseggiare una buona birra artigianale. La ricetta é quella di una tipica domenica inglese, un Sunday roast che dalle mie parti é sopratutto a base di selvaggina. La scelta é ricaduta sulla pernice (rara in Italia), ma tranquilli, puó essere sostituita senza rimorso alcuno da un bel pollo ruspante (anche se col pollo ha poco a che vedere). Vi lascio le istruzioni e scappo...stasera mi tocca cucinare! A presto.

Ingredienti x2 persone

2 pernici
50 gr di guanciale
patate novelle (dieci a testa)
5-6 pastinache (oppure carote)
1 limone
2 spicchi d’aglio
1 rametto di timo
sale q.b
pepe q.b
bacche di ginepro

Riscaldare il forno a 190ºC. Strofinare la pernice con abbondante sale, pepe ed olio extravergine d’oliva e riempirne la cavitá con un limone fresco (tagliato a metá), timo e una paio di bacche di ginepro. Coprirne il petto con delle fettine di guanciale e lasciar riposare (in questo modo la carne assorbirá tutto il profumo di limone e spezie). Pulire patate e pastinache (queste ultime andranno tagliate grossolanamente) e farle cuocere in una pentola d’acqua bollente con l’aglio per una decina di minuti. Terminata la cottura scolare, lasciar raffreddare giusto un attimo e versare in una teglia da forno. Il tutto andrá salato e pepato, bagnato con un filo d’olio ed agitato per unire bene gli ingredienti. Al centro adagiare la pernice con una bella noce di burro e cuocere in forno per 30 minuti circa.
Portare in tavola e servire direttamente dalla teglia, aggiungendo alla carne un cucchiaio di marmellata di more.
Volendo sostituire la pernice con un pollo da 1.5 kg circa i tempi di cottura andranno raddoppiati. Il pollo andrá infornato per 45 minuti e le patate (ed appena un filo d’olio) aggiunte solo a questo punto per ulteriori 30 minuti.

Remo Morretta

FONTE

L'ennesima torta di mele

Si sa che di ricette di torte di mele non c'è n'è mai abbastanza...quindi vi voglio proporre anche questa che risale addirittura a quest'estate! Non so bene perchè io abbia deciso di proporvi proprio oggi questa ricetta.....forse perchè comicio a sentire il profumo del Natale ed il Natale per me significa famiglia....e niente , secondo me, profuma di più di famiglia di una torta di mele!
Quindi.....che torta di mele sia!

La ricetta arriva da "Cotto e Mangiato" la rubrica culinaria di Studio Aperto.

Rispetto alla ricetta originale ho apportato delle modifiche, e questo è il risultato



Ingredienti:

3 uova
50 gr di olio di riso
70 gr di yogurt bianco
120 gr di zucchero di canna
200 gr di farina
50 gr di noci
6 mele piccole (circa 600 gr.)
1 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
cannella
Montare bene le uova intere con lo zucchero e un pizzichino di sale, quindi sempre montando aggiungere l'olio e poi lo yogurt. Amalgamare bene. Aggiungere le noci tritate grossolanemente e incorporare con una spatola. Infine aggiungere la farina setacciata con il lievito e la cannella ed incorporare delicatamente.
Foderare con carta forno uno stampo da 26 cm e versarci metà circa dell'impasto, coprire con metà delle mele sbucciate e tagliate a spicchi, coprire con il rimanente impasto e terminare con l'altra metà delle mele disposte a raggiera. Spolverare a piacere con cannella.
Infornare in forno già caldo a 180° per 45 minuti (sempre prova stecchino)

Le altre versioni di torta alle mele le trovate qui e qui
Alla prossima!!!!

FONTE

Ravioloni di ricotta e acciughe, con concassè di pomodori freschi sporcati con pesto crudo

L’ingrediente da provare, che poi mi ha portato a pensare a questa ricetta, è stato il pesto genovese, preso da Esperya.
All’apertura del vasetto, è uscito un mix esplosivo di profumi, davvero eccellente. Basilico profumato, ma il vero basilico genovese…. da distinguere davvero da tutti gli altri, perchè il basilico che cresce nella zona di Prà, [...]
FONTE

[Non chiamatela] Antropologia del dove, del quando & del caldo metropolitano!


Le antropologie ce le eravamo quasi scordate. 
Io per primo le avevo dimenticate, mettendo da parte una briciola sostanziosa del Maiale. In realtà, e sinceramente, mi appaiono ora come un modo volgare di raccontare altro oltre le ricette ed i luoghi ai quali siamo abituati da tempo. Dico volgare perchè quelli che furono tentativi maldestri di cimentarsi in un'antropologia sono ora, e suona pure meglio, racconti di vita con annesse riflessioni. Il Maiale mangia & beve, ingrassa e si sollazza.. ma prova anche a riflettere qualche volta. A pancia piena si intende. Dunque anche a Roma da qualche giorno il caldo afoso e l'immancabile venticello sono apparsi. Se ne accorgono le signore sui tram, le studentesse accalorate per strada e gli impiegati vestiti di tutto punto, giacca e cravatta, camicia a maniche lunghe e occhiali da sole. Io Roma sto per lasciarla. Una serie di impegni e la voglia di andare mi portano lontano. Lascio anche casa, che riprenderò a settembre/ottobre chissà in quale quartiere, municipio o borgata. Negli ultimi giorni passo volentieri le ore che precedono il buio alla finestra. Una birra gelata a farmi compagnia e i miei occhi puntati sulla piazza. Dalla mia postazione privilegiata osservo le persone nel caotico e rumoroso atto dello spostarsi. Un amico non amico mi parlava di traiettorie. Una notte sulla Casilina, dall'ultimo piano di un palazzetto, provò a spiegarmi la sua teoria. Una teoria contemplativa, che non tentava per forza di giungere a una conclusione. Quando sto quassù, mi diceva, osservo la gente muoversi e traccio per ognuno la sua traiettoria. Immagino flussi di linee che compongono un mosaico di vite, fatti e accadimenti. Spesso, ovvio, queste si mescolano, si intrecciano e a me pare quasi che le vite di quello o quell'altro possano scontrarsi, congiungersi, arrotolarsi insieme. Sarà stata l'ebbrezza ma a me piacque quella teoria, questo modo di partecipare alla vita senza parteciparvi. Un osservatorio del resto ha sempre il privilegio di lasciare spazio alla fantasia. Così io butto i miei occhi sulla piazza, sul sole che cala, sui wine bar che si riempiono, sul venticello che ritorna, sulla mia birra e su tutta la mia immaginazione. Mi faccio domande senza attendere risposte. Metto su un pò di musica e lascio spazio alla testa. Dove andrà quella ragazza con la gonna bianca, che giornata avrà avuto, chi ama, che pensa, cosa mangia. E quel signore anziano che a stento riesce a trascinare la busta che porta con se? Tutto mi appare così delicato. Leggero e irresistibile. Il mondo, o parte di esso, si muove ai miei piedi. Poco al di sotto di essi. Ed è uno scomporsi di suoni, di teste e silouette, di macchie di colore sul fondo grigio dell'asfalto. Tra i semafori e i tram, il bar Regina e quei due buffi ometti bianchi. Centinaia di teste si muovono per andare da qualche parte. Per andare dove devono andare. Finita la birra mi butto sul letto e chiudo gli occhi. Rimango immobile per un pò, poi sento l'immancabile languore. Apro gli occhi e penso a cosa cucinare. Sono giorni in cui mangio sempre da solo e quelle, credetemi, sono le cucinate migliori. Come sempre accade. Un biscotto di grano con olio di frantoio, pomodori di Sicilia, basilico, finocchietto e pecorino. Una frittata alla Sannita, mozzarelline ripiene di verdurine di stagione tagliate a cubetti piccolissimi e fritte in poco olio. Fiori di zucca, insalata di frutta e verdura, melanzane grigliate con mentuccia, yogurt, fragole, ciliege, pesche, miele e cereali. Un sorso di amaro fatto in casa e passa la paura. Paura del dove e del quando, dell'andare, produrre, incontrare, poi ritornare e ricominciare. Quali sono e saranno le mie traiettorie? Una dolce paura accarezzata dallo stordimento di una giornata afosa passata in giro tra cose da fare, caffè con crema e telefonate. "Devo prendere le pellicole ci vediamo a Ottaviano, aperitivo alle 18 a San Lorenzo, una casa da vedere alle 17, ma poi ce la fai a venire?! C***o non ho tirato fuori i panni dalla lavatrice, ma domani vieni alla cena, cucini tu? Chiama la scuola dì che non vai alla riunione, no ma se torno prima ci passo un secondo. Ma quella del giornale l'hai più vista? Mamma, allora non torno ci vediamo a fine mese direttamente. La digitale in assistenza. Oh, ma chi era quella?! Non lo so! Questo caldo mi stressa, mi fa sudare, ho sempre voglia di entrare in un bar e sciacquarmi il viso. Stare qui dentro, in mezzo alle cose mi prende male. Dovrei anche cucinare qualcosa e scattare due foto. Il Maiale Ubriaco. Oramai ha preso forma dentro di me. Mi aspetto sempre di incontrarlo, magari la notte quando mi alzo per andare a bere. Svolto l'angolo e zac! mi si piantona davanti. Grosso e grasso, dritto sulle zampe anteriori. E ride, e mi guarda, e ride. "Mi avete creato voi, ora dovete seguire la mia traiettoria!" Oh no, o mio Dio. No ma è il caldo, il caldo che rimpalla sul cemento di questa strana città, un pò metropoli un pò paese mi sta dando le allucinazioni. Non ci posso restare qua dentro. Dentro alle strade a fare le cose, a telefonare, a sentirmi come Bukowski in quel racconto visionario che era "6 pollici". ... Era carina quella, ti ha salutato e vuoi dirmi che non la conosci? Ste ma dove vai? Oh? ... Vado alla mia finestra. Ho comprato la birra. Vado a casa, no non vengo alla cena, non esco stasera. E non mangio. Fino a prima di partire resto alla finestra. Ascolto un pò di musica e osservo le traiettorie. Traiettorie? Mi sa che il caldo ti ha dato alla testa!
Stefano Tripodi

FONTE

Pernice & patate novelle al forno + marmellata di more (the sunday roast)

Buon compleanno Stefano! Questo post é dedicato al mio compagno di avventure e amico di sempre nel giorno del suo compleanno (o meglio due giorni dopo). Il fatto é che io avevo preparato tutto con dovuto anticipo in modo da far coincidere ricetta e dedica annessa al fatidico giorno, ma come sempre i mille impegni mi hanno messo in crisi e inevitabilmente ficcato il bastone fra le ruote. Peró il pensiero c’é, che é poi quello che conta; insomma come si dice dalle nostre parti “pensamm ‘a salute”, tanti auguri amico mio! Una curiositá che mi piace raccontare: io e Stefano ci siamo conosciuti circa 10 anni fa e con il tempo interessi, passioni e sogni molto simili ci hanno sempre piú avvicinato; insomma un'amicizia rara e mai banale. Ma la cosa che mi ha sempre affascinato é che noi siamo nati a pochi giorni di distanza, nello stesso ospedale (una piccolo clinica privata) e che gli eventi negli anni ci hanno riavvicinato (vai a vedere, magari eravamo pure vicini di culla?!). Ecco un puro caso o no io credo sia uno delgi elementi che da tanto ci mantiene forti. Digressione fatta…passiamo avanti?
La ricetta di oggi come potrete notare non é un dolce, una torta di compleanno, ma uno di quei piatti che ti scaldano l'animo, uno di quelli che a lui, Stefano, piacciono un sacco. Qui in Inghilterra comincia a fare proprio freddo ed i piatti che hai voglia di mangiare sono proprio questi, caldi e saporiti, magari mentre te ne stai seduto davanti al camino del pub sotto casa a sorseggiare una buona birra artigianale. La ricetta é quella di una tipica domenica inglese, un Sunday roast che dalle mie parti é sopratutto a base di selvaggina. La scelta é ricaduta sulla pernice (rara in Italia), ma tranquilli, puó essere sostituita senza rimorso alcuno da un bel pollo ruspante (anche se col pollo ha poco a che vedere). Vi lascio le istruzioni e scappo...stasera mi tocca cucinare! A presto.

Ingredienti x2 persone

2 pernici
50 gr di guanciale
patate novelle (dieci a testa)
5-6 pastinache (oppure carote)
1 limone
2 spicchi d’aglio
1 rametto di timo
sale q.b
pepe q.b
bacche di ginepro

Riscaldare il forno a 190ºC. Strofinare la pernice con abbondante sale, pepe ed olio extravergine d’oliva e riempirne la cavitá con un limone fresco (tagliato a metá), timo e una paio di bacche di ginepro. Coprirne il petto con delle fettine di guanciale e lasciar riposare (in questo modo la carne assorbirá tutto il profumo di limone e spezie). Pulire patate e pastinache (queste ultime andranno tagliate grossolanamente) e farle cuocere in una pentola d’acqua bollente con l’aglio per una decina di minuti. Terminata la cottura scolare, lasciar raffreddare giusto un attimo e versare in una teglia da forno. Il tutto andrá salato e pepato, bagnato con un filo d’olio ed agitato per unire bene gli ingredienti. Al centro adagiare la pernice con una bella noce di burro e cuocere in forno per 30 minuti circa.
Portare in tavola e servire direttamente dalla teglia, aggiungendo alla carne un cucchiaio di marmellata di more.
Volendo sostituire la pernice con un pollo da 1.5 kg circa i tempi di cottura andranno raddoppiati. Il pollo andrá infornato per 45 minuti e le patate (ed appena un filo d’olio) aggiunte solo a questo punto per ulteriori 30 minuti.

Remo Morretta

FONTE

lunedì 14 dicembre 2009

Disco di yogurt solido ai frutti di bosco, con biscotto croccante

Ecco un dolce veloce da realizzare e con risultato finale davvero buono.
Ho usato lo yogurt ai frutti di bosco preso da Esperya. Yogurt del tutto naturale, proveniente da Courmayeur, ai piedi del Monte Bianco.
Al palato di presenta molto denso e cremoso, e il gusto dei frutti di bosco è davvero molto gradevole.
La ricetta che ho [...]
FONTE

Ravioloni di ricotta e acciughe, con concassè di pomodori freschi sporcati con pesto crudo

L’ingrediente da provare, che poi mi ha portato a pensare a questa ricetta, è stato il pesto genovese, preso da Esperya.
All’apertura del vasetto, è uscito un mix esplosivo di profumi, davvero eccellente. Basilico profumato, ma il vero basilico genovese…. da distinguere davvero da tutti gli altri, perchè il basilico che cresce nella zona di Prà, [...]
FONTE

Risotto con crema di nocciole e toma

Prima di presentare questa ricetta volevo ringraziare La Compagnia Del Cavatappi, in quanto da poco abbiamo stretto un accordo su alcuni prodotti. E vi consiglio una visita, per magari scegliere i vostri regali di Natale.
Difatti l’ingrediente principale di questo piatto è la crema di nocciole, presa dal loro sito. Che dire, in tutta la mia [...]
FONTE

Coppa gelato allo yogurt, fragoline di bosco, ciliegie e cialde croccanti

Ogni tanto quando il caldo si fa proprio sentire, mi passa persino la voglia di cucina...arrivo a casa dal lavoro stremata dal caldo e dalla stanchezza....mi butto sotto la doccia e poi ho voglia solo di qualcosa che mi dia una grande sensazione di freschezza....e cosa c'è di meglio di un buon gelato?

Oltretutto in questo periodo di "quasi" totale astinenza da dolci, diciamo che soddisfo anche la mia golosità....ecco la nostra cena di quella sera!!!


Vi dico subito che il gelato non è home-made.....è artiginale ma non fatto in casa....ci si accontenta!
Dunque, per ogni coppa ho messo qualche pallina di gelato allo yogurt variegato ai frutti di bosco, spruzzato con un pochino di Calvados, decorato con qualche fragolina di bosco (della piantina del mio giardino) qualche ciliegia e una bella cialda!



Ecco, l'unica cosa che ho preparato io sono proprio le cialde.....che arrivano dirette dirette dall'infallibile Paoletta!

Anni fa una collega abruzzese mi ha regalato la piastra per i ferratelli, wafel......ma tutte le ricette provate fin d'ora non hanno dato i risultati sperati, erano sempre mollicce....finchè le vedo Paoletta e capisco immediatamente che sono quelle giuste....e infatti......CROCCANTISSIME!!!!!!!

La ricetta la trovate qui, io ho fatto mezza dose ma pari pari (la versione con l'acqua, ma proverò anche quella con gli albumi).

Nel gelato ne ho messa solo una come decorazione.....le altre io le ho spezzate e usate "tipo cucchiaio" per il gelato".....mio marito se le è sbaffate spalmate di nutella...........
Non resta altro che sbizzarrirsi variando gusto di gelato e frutta.......ma mi raccomando non fatevi mancare queste cialde!!!!!!


Grazie Paoletta per questo ennesimo regalo!!!!

FONTE

Pizza bianca tipo Romana di Paoletta

Rieccomi finalmente dopo due settimane di totale assenza sia dal mio che dai vostri blog.......l'organizzazione della sorpresa di cui vi parlavo qui è giunta la termine.......vi racconterò di che si tratta a tempo debito.

Veniamo alla ricetta.

Si sa che Paoletta con i lievitati è una vera maga......quindi quando voglio sperimentare qualcosa tipo pizza focaccia o simili vi addentro nel suo blog.....e ne esco sempre con "quello che cercavo".

Questa volta è toccato appunto alla pizza bianca tipo romama: l'avevo addocchiata già da un pò....e domenica l'ho provata.

Premetto che è venuta davvero buona anche se non con tante bolle come la sua: ho usato la farina della Coop come da lei consigliato, ho seguito scrupolosamente le indicazioni....quindi a fare la differenza devìessere stato il forno.....comunque buona, buona davvero!

Per la ricetta vi rimando da lei........ così potete anche vedere quello che dev'essere il vero aspetto della pizza e tutte le foto dei vari passaggi!

Questa è invece la mia pizza.....

che, come consigliato da Paoletta, ho farcito con la mortadella.......STREPITOSA!!!!!
Come al solito......GRAZIE PAOLETTA!!!!!

Tanto per tenerci leggerini ho anche pensato di accompagnare la pizza con delle mazze di tamburo fritte che ha raccolto mio marito a caccia il sabato mattina.

Le mazze di tamburo, per chi non le conoscesse, sono dei grossi funghi: non sono molto saporiti e devo dire che con la frittura guadagnano punti. Mi sono dimenticata di fotografarli da interi, ma vi inserisco una foto presa dal questo sito

Ovviamente non esiste ricetta: li ho semplicemente pulite molto bene dalla terra, passandoli anche sotto il getto dell'acqua tamponando poi bene con della carta assorbente. Passati nell'uovo sbattuto con un pochino di latte, poi nel pane grattugiato, quindi fritti in olio caldo fino a doratura. Poco sale, una grattatina di pepe e mangiati belli caldi!
Vi anticipo che ho in serbo una torta strepitosa preparata per un compleanno......vi dico solo che ci sono di mezzo due grandi Maestri e un'allieva" a cui il titolo di Maestra spetta di diritto!!!!!!

Alla prossima!


FONTE

Una torta d'Autore

Eccomi con la ricetta della torta di cui vi avevo anticipato nel post precedente. Vi dicevo che per questa torta ho "scomodato" ben due grandi Maestri ed una strepitosa Allieva.......sto parlando di Sal De Riso, Maurizio Santin e Pinella.
Si tratta di una classicissima torta doppio strato con pan di spagna (alle nocciole), crema alla vaniglia e al cioccolato: il pan di spagna è una ricetta di De Riso ed arriva direttamente dal suo nuovo libro "Dolci in famiglia" ed. Rizzoli (ancora più bello del primo), la crema l'ho presa dal blog di Pinella...l'autrice parte dalla crema pasticcera di Santin e l'alleggerisce con panna montata, infatti Pinella la chiama "Crema leggera alla vaniglia"

Il risultato è stato sublime: questa torta l'ho preparata per il compleanno della nostra "Maestra di decoupage".....insomma tre Maestri per festeggiare un'altra Maestra.
Devo dire che è stata mooolto apprezzata!!!!


Veniamo alla ricetta


Per il pan di spagna alle nocciole
di Sal De Riso
(ho aumentato di una mezza dose la ricetta orginale, ma se volete andare tranquilli quando la tagliate raddoppiatele: io vi riporto le quantità originali e in rosso tra parentesi le mie)

60 gr di tuorlo d'uovo (80 gr.)
60 gr di zucchero (80 gr.)
105 gr di albume (140 gr)
25 gr di farina 00 (33 gr)
65 gr di nocciole in polvere tostate (86 gr)

Montate con l'aiuto di una frusta elettrica (io ho messo tutto nel Ken) i tuorli d'uovo con metà dello zucchero per circa 5 minuti.
A parte montate a neve ferma gli albumi con l'altra metà di zucchero. Setacciate la farina e mescolatela con le nocciole in polvere tostate. Quando le due masse di tuorli e albumi saranno ben montate unitele tra loro e incorporate con un cucchiaio a spatola la miscela di farina e nocciole. Versate il composto in una tortiera di 24 cm di diametro e almeno 4 di altezza imburrata e infarinata e fate cuocere in forno preriscaldato a 190-200° C per circa 20 minuti (nel mio caso 30 minuti).


Crema leggera alla vaniglia di Pinella

Crema pasticciera di M.Santin
8 tuorli
250 gr di zucchero
80 gr di farina
1 litro di latte

Per completare la mousse:
una bacca di vaniglia
4 fogli e mezzo di colla di pesce da 2 gr
500 gr di panna fresca
+ 250 gr di cioccolato fondente al 70%

Mettere a bollire il latte con la metà dello zucchero. Aggiungere la bacca della vaniglia tagliata per il lungo e lasciare in infuzione. Nel frattempo, montare leggermente i tuorli con lo zucchero restante, versare la farina ma non lavorare troppo il composto. Versare una parte di latte per sciogliere la montata e poi versare in un colpo solo tutto nel rimanente latte. Amalgamare bene. Rimettere sul fuoco e portare a bollore. Spegnere il fuoco. Nel frattempo ammollare la gelatina in acqua fredda e poi scioglierla in qualche cucchiaio di crema. Travasare il tutto nella crema restante. Passare al setaccio. Dividere la crema in due ed aggiungerci il cioccolato tritato mescolando bene con una frusta per amalgamare bene, Semi-montare la panna. Aggiungerne una cucchiaiata generosa alle due creme e rimescolare per renderle fluide. Quindi aggiungere il resto della panna dividendola nelle due creme e lavorando delicatamente dall'alto verso il basso.


Bagna alla cannella e Amaretto di Saronno:
200 gr di acqua
100 gr di zucchero
1 stecca di cannella
1 bicchierino di Amaretto di Saronno

Far bollire l'acqua con lo zucchero e la stecca di vaniglia finchè lo zucchero risulterà perfettamente sciolto. Far raffreddare quindi aggiungere il liquore.

Comporre il dolce:
Tagliare il pan di spagna in tre dischi. Appoggiare un cerchio sul piatto da portata rivestito con carta forno e appggiare all'interno il primo disco: bagna, strato di crema utilizzando una sac a poche, 2° disco, bagna, altro strato di crema, 3° disco, bagna. Mettere il frigo èer qualche ora.

Per decorare:
panna montata
biscotti al cioccolato (io ho usato i Togo classici e quelli fondenti, altenandoli)
confettini argento
fiori di cialda

Togliere la torta dal frigo, spalmare supeficie e bordi con la chantilly alla vaniglia e rigare la superficie con la chantilly al cioccolato usando un sac a poche con bocchetta a stella. Guarnire con ciuffi di panna montata e i confettini d'argento e i fiorellini. Completare contornando il bordo con i biscottini.

Tenere in frigo a rassodare qualche ora prima di servire.


Davvero fantastica: profumata al punto giusto, sapore armonioso, morbida e delicata.......STRE-PI-TO-SA!
Grazie a tutti e tre i Maestri!
FONTE

Muffin di biscotti e mirtilli

Questi muffin sono nati "per caso" qualche settimana fa. Mi era capitato infatti di entrare in un negozio e di farmi attirare da una confezione di biscotti al burro, leggere gli ingredienti , scoprirli assolutamente naturali (niente conservanti, additivi & C), e quindi di comprarli. L'assaggio mi ha però regalato una sorpresa, a dire il vero non molto gradita: l'unico sapore rilevante era dato dal burro....nella lista degli ingredienti di trovava al secondo posto subito dopo la farina, ma sarebbe potuto tranquillamente stazionare in vetta alla lista. Non che non fossero buoni, anzi, anche perchè l'eccesso di burro rendeva la frolla letteralemte scioglievole, quindi difficile resistere.....però pesanti!!!!! Che fare di questo concentrato di colesterolo? Di buttarli non se ne parlava, quindi ho pensato di utilizzarli per dei muffin.....magari avrò scoperto l'acqua calda, ma per me è stata un'assoluta novità.


La ricetta è rimasta in stand by, in attesa di vedere la luce fino a qualche giorno fa quando da Mara vengo a conoscenza della bellissima iniziativa di Albertone






La raccolta ha lo scopo di sostenere l'Associazione La vita è un dono: infatti l'ideatore preparerà una piccola pubblicazione, che chiunque potrà acquistare con un piccolo contributo da tenere per se oppure da relagare a Natale......o magari tutti e due!
Bellissima iniziativa.......e i muffin capitano a fagiuolo!




Per 4/5 muffin (secondo la dimensione dei vostri pirottini):
120 gr di biscotti al burro ridotti in polvere ma non eccessivamente fine
1 cucchiaino di lievito
20 gr di zucchero (i biscotti sono già dolci)
1 pizzichino di sale
1 uovo piccolo
85 ml di yogurt bianco
20 gr di olio di riso (i biscotti contengono già molto burro)
una manciata di mirtilli essiccati
cannella in polvere
zucchero a velo

Mescolare lo sbriciolato di biscotti, il lievito setaccciato, il sale, lo zucchero, i mirtilli e una spolverata di cannella in una ciotola. In una'altra ciotola sbattere leggermente l'uovo, quindi aggiungere l'olio, lo yogurt e mescolare bene. Unire i liquidi alle polveri e mescolare sommariamente lasciando il composto grumoso. Riempire gli stampini per 3/4 e infornare in forno preriscaldato a 200° per 15 minuti (fate sempre la prova stecchino). Sfornate lasciate raffreddare e spolverate con zucchero a velo.


Annotazioni:
1) se il composto dovessere risultare troppo liquido (magari perchè l'uovo non è proprio piccolino) aggiustate con farina q.b.
2) si possono utilizzare ovviamente altri tipi di biscotti , magari che contengono meno burro: nel qual caso regolatevi con la quantità di olio da utilizzare. Per quel che mi riguarda, con il tipo di biscotto che ho utilizzato io, l'aggiunta di olio non era necessaria. Se dovesse ricapitare lo ometterò, aggiungendo magari un'altra cucchiaiata di yogurt!
3) io ho utilizzato yogurt bianco, ma va benissimo anche alla frutta o alla vaniglia o alla nocciola o al caffè...


Mentre erano in forno si è sprigionato per tutta casa il classico profumo di latte e biscotti......una coccola che mi riporta all'infanzia!

Che dire, alla prossima e partecipate numerosissimi all'iniziativa!!!!!


FONTE

Trancio di tonno lime e noci

Volete una ricettina ultra facile per preparare dei tranci di tonno in maniera semplicissima ma con gusto? Eccovela!
TRANCIO DI TONNO LIME E NOCI
Per 2 persone

2 tranci di tonno FRESCHISSIMO da circa 150 gr l'uno
1 lime
una decina di noci
olio evo
pepe
Fleur de sal


Sistemate i tranci di tonno in un piatto senza sovrapporli, irrorarli con il succo del lime e una grattatina di pepe da entrambi i lati, coprirli con della pellicola e lasciarli marinare in frigo per un'oretta.
Sgusciate le noci e tritatele grossolanemante, quindi unitele in una ciotolina a due cucchiai di olio. Lasciar insaporire.
Far arroventare una piastra di ghisa, togliere i tranci dal frigo, cospargerli con un pizzichino di fleur de sal da entrambi i lati e far cuocere per non più di 2 minuti per lato!

Al taglio deve presentarsi così...


al massimo una filino più cotto, ma non molto, pena ritrovarsi nel piatto del pesce stopposo e per nulla gustoso!

Sistemare nei piatti i tranci e irrorarli con l'olio alle noci.


BUONISSIMO davvero, da provare anche con altri tipi di pesce o altri aromi! Se vi piace il pesce crudo lo dovete assolutamente provare!
FONTE

Il pan carrè home-made di Carolina

Si può forse non cedere alle insistenze di una foodblogger che ci scongiura di provare una determinata ricetta? Assolutamente no!!!! E infatti io ho ceduto ed ho provato il FAVOLOSO pan carrè di Carolina.......e accipicchia se ne valeva la pena!
Il pane lievita che è una meraviglia ed il risultato è un pane morbido e lievemente profumato di burro......goduria pura!
Io ne ho mangiate solo due fettine.....una al naturale e l'altra tostata, buonissimo in tutti e due i casi.....il resto se l'è letteralmente spazzolato mio marito!

Questo pane mi ha fatto venire un'ideuzza per Natale......o per la Cena di Capodanno...vi dirò!

La ricetta ve la riporto pari pari, non ho appportato modifiche, se non quella di aver usato una bustina da 8 gr di lievito di birra secco al posto di quello fresco.



Ingredienti per uno stampo da pan carré o uno da cake dalla capienza di 1 litro

1/2 kg di farina "0"
200 g di acqua
100 g di latte
10 g di sale
20 g di zucchero
20 g di lievito di birra (io 8 gr di lievito di birra secco)
70 g di burro (morbidissimo)

Sciogli il lievito nell'acqua e nel latte tiepidi. Unisci la farina setacciata, lo zucchero, il sale e lavora bene l'impasto. Alla fine unisci il burro (morbidissimo) e lavora benissimo l'impasto con forza finché non si staccherà dalle mani (io ho fatto tutto con il Kenwood, inizialmente lavorandolo con la foglia, poi con il gancio).
Fai lievitare per un'ora coperto con della pellicola.
Imburra lo stampo. Metti l'impasto nello stampo (senza rimpastarlo!) e dagli la forma dello stampo. Prima di metterlo nello stampo ho dato le pieghe di Adriano del tipo 1. Fai lievitare per circa 40 minuti.
Cuoci a 200° gradi per 40 minuti nella parte bassa del forno (in modo che il calore arrivi dal basso).
Sforna e lascia raffreddare su una gratella prima di tagliarlo.

Grazie mille a Carolina!!!!

Buon week-end e alla prossima!
FONTE

Quiche con speck, ricotta e zucchine

Tutta la settimana scorsa è trascorsa senza nemmeno avvicinarmi al pc.vi chiedo ancora scusa per la mia assenza :-(
Sia io ed il bambino siamo stati colpiti dall'influenza A, che è antipatica, ma non è così tremenda come dicono i vari tg e la tv, almeno se non si hanno patologie particolari!
E' un po' lunga da passare ed è antipatica, perchè, quando finalmente sembrava passata sia la febbre che la tosse, ecco che ritorna a farsi sentire!!!!
Ormai il peggio è alle spalle, anche se è rimasta la tosse.....ed ora finalmente si ritorna alla vita "normale"; oggi posto questa ricettina che ho preparato con ingredienti che mi sono ritrovata in casa ;-)
Un secondo semplice, veloce e gustoso!
Ingredienti:
1 rotolo pasta sfoglia
3 zucchine grandi credo circa 600 g.
100 g. speck
200 g. ricotta
2 uova
3- 4 cucchiai grana grattugiato
latte q.b.
prezzemolo q.b.
olio E.V.O.
1 spicchio d'aglio


Pulire le zucchine e tagliarle a rondelle. Far rosolare in padella uno spicchio d'aglio, che poi si toglierà, ed aggiungere le zucchine, salare e far cuocere per circa 10 minuti. A cottura ultimata aggiungere un mazzettino di prezzemolo tritato. Far raffreddare.
In una ciotola mescolare la ricotta, poi aggiungere le uova, il grana, il sale ed il latte quanto basta per ottenere un composto morbido ma non fliudo, deve mantenere una certa consistenza.
Aggiungere a questo composto, le zucchine tiepide e mescolare.
Strotolare la pasta sfoglia su una teglia per crostate, bucherellare la pasta con i rebbi di una forchetta, e mettere sopra le fettine di speck tagliato a pezzi con le mani (per avere meno problemi durante il taglio della fetta).
Rovesciare il composto di zucchine sulle fettine di speck, livellare e chiudere i bordi della sfoglia.
Infornare a 180° per circa 30 minuti.
Far riposare 10 minuti e servire.
FONTE

Brioche senza impastare

Era da tanto tempo che non preparavo delle brioche per la colazione, poi l'altro giorno, ho deciso di provare questa ricetta che mi ha sempre affascinato; perchè al contrario di altre brioche, che vanno lavorate molto bene e a lungo, questa non si lavora affatto.
Si mettono tutti gli ingredienti insieme, si mescolano con un cucchiaio e poi si mette l'impasto in frigo per 24 h.
Il procedimento è come il pane senza impastare, ero un po' scettica perchè questo impasto è più grasso:contiene uova, zucchero e burro.....mi chiedevo ma lieviterà, saprà davvero di brioche???
Con mia grandissima sorpresa e soddisfazione ecco il risultato: delle brioche morbide e profumate, ottenute veramente con il minimo sforzo; non dobbiamo nemmeno sporcarci le mani per impastare o l'impastatrice ;-)
La ricetta l'ho vista sul forum di cucina Italiana, ed è stata provata e postata da Anna Luisa Vingiani

Ingredienti:
500 g. farina manitoba
125 g. zucchero
6 g. lievito di birra
25 cl. latte
100 g burro
1/2 cucchiaino di sale
2 uova piccole da 48 g. l'una (nella dose doppia sono 3)
1 scorza grattugiata limone
1/2 scorza grattugiata arancia

In una ciotola di vetro ho riscaldato il latte con il burro a pezzetti, finchè quest'ultimo si scioglie.
Aggiungere lo zucchero e gli aromi e mescolare il composto.
Se è troppo caldo aspettare, prima di aggiungere il lievito.
Quindi aggiungere il lievito sciolto in un pochino di latte tenuto da parte precedentemente, quindi aggiungere le uova sbattute con una forchetta, ed infine aggiungere la farina mescolata con il sale e mescolare bene l'impasto con un cucchiaio di legno, fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio.
Mettere il recipiente dentro un sacchetto per alimenti, chiudere bene, e mettere in frigo per 24 ore ad una temperatura di circa 4 °.
Dopo 24 ore, togliere dal frigo e far riposare il contenitore a temperatura ambiente per 30-40 minuti, quindi rovesciare l'impasto su un piano infarinato e dare le pieghe del primo tipo, di Adriano; far riposare ancora l'impasto per 1h. coperto con un recipiente sopra.
Trascorso il tempo, dividere l'impasto in pezzetti di circa 70-75 g. e formare delle palline o dare le forme che preferiamo!
Sistemare le palline su una teglia e far lievitare, coperte, fino al raddoppio del volume.
Spennellare le brioche con un po' di latte (oppure con il tuorlo sbattuto con il latte; io preferisco solo con il latte tiepido), a piacere cospargere con zucchero in granella, ed infornare a 180°per circa 15-20 minuti.
Ottime con marmellata, nutella, panna o semplicemente "nature"!!!!
Buona settimana a tutti!!!!

FONTE

Biscotti al limone

Volevo iniziare la settimana facendo colazione con qualcosa di diverso, così ieri ho preparato insieme a Matteo questi biscotti.
Sono dei biscotti delicati e aromatizzati al limone, a noi sono piaciuti molto, e se vogliamo non sono nemmeno eccessivamente calorici, visto che ci sono "solo" 100 g. di burro per 350 g. di farina.
Li ho trovati ottimi per accompagnare il thè, ma molto gradevoli anche con il caffè, il caffelatte o alla fine del pasto....per chiudere in dolcezza ;-)
Li proverò anche aromatizzati all'arancia, portando lo zucchero a 90 g. e utilizzando il succo e la scorza d'arancia.
Volendo si possono dare ai biscotti le forme che si preferiscono: figure geometriche, lettere dell'alfabeto o semplicemente la classica forma rotonda.
Io e Matteo ci siamo divertiti a fare tante S, che è anche l'iniziale della lettera del cognome e mi ha detto che gli riusciva meglio ;-))
Allora buon divertimento a tutti e buona settimana :-))
La ricetta è tratta dal libro"Fantasie da forno" di Gribaudi-Parragon.

Ingredienti per una cinquantina di biscotti:
350 g. farina
100 g. burro
125 g. zucchero
1 uovo sbattuto
1 pizzico sale
1 scorza limone grattugiata
4 cucchiai succo limone
1 cucchiaino lievito per dolci
1 cucchiaio latte

Montare il burro con lo zucchero e la scorza del limone.
Aggiungere l'uovo ed il succo di limone, un poco alla volta, e continuando a lavorare l'impasto, dopo ogni aggiunta.
Setacciare la farina con il lievito ed aggiungerla all'impasto, amalgamare bene il composto ed aggiungere anche il latte.
Lavorare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
Far riposare l'impasto per 15-20 minuti in frigo, quindi dividere l'impasto in circa 50 mucchietti, a me ne sono venuti 52.
Arrotolare ogni mucchietto con le mani formando un bastoncino a cui daremo poi la forma di S.
Disporre tutti i biscotti su una teglia ed infornare a 170° per circa 15/20 minuti.
Far raffreddare su una griglia e spolverizzare con lo zucchero a velo.
Con questi biscotti partecipo alla raccolta "Biscottiamo" di Micaela.

FONTE