lunedì 20 luglio 2009

Coppa gelato allo yogurt, fragoline di bosco, ciliegie e cialde croccanti

Ogni tanto quando il caldo si fa proprio sentire, mi passa persino la voglia di cucina...arrivo a casa dal lavoro stremata dal caldo e dalla stanchezza....mi butto sotto la doccia e poi ho voglia solo di qualcosa che mi dia una grande sensazione di freschezza....e cosa c'è di meglio di un buon gelato?

Oltretutto in questo periodo di "quasi" totale astinenza da dolci, diciamo che soddisfo anche la mia golosità....ecco la nostra cena di quella sera!!!


Vi dico subito che il gelato non è home-made.....è artiginale ma non fatto in casa....ci si accontenta!
Dunque, per ogni coppa ho messo qualche pallina di gelato allo yogurt variegato ai frutti di bosco, spruzzato con un pochino di Calvados, decorato con qualche fragolina di bosco (della piantina del mio giardino) qualche ciliegia e una bella cialda!



Ecco, l'unica cosa che ho preparato io sono proprio le cialde.....che arrivano dirette dirette dall'infallibile Paoletta!

Anni fa una collega abruzzese mi ha regalato la piastra per i ferratelli, wafel......ma tutte le ricette provate fin d'ora non hanno dato i risultati sperati, erano sempre mollicce....finchè le vedo Paoletta e capisco immediatamente che sono quelle giuste....e infatti......CROCCANTISSIME!!!!!!!

La ricetta la trovate qui, io ho fatto mezza dose ma pari pari (la versione con l'acqua, ma proverò anche quella con gli albumi).

Nel gelato ne ho messa solo una come decorazione.....le altre io le ho spezzate e usate "tipo cucchiaio" per il gelato".....mio marito se le è sbaffate spalmate di nutella...........
Non resta altro che sbizzarrirsi variando gusto di gelato e frutta.......ma mi raccomando non fatevi mancare queste cialde!!!!!!


Grazie Paoletta per questo ennesimo regalo!!!!

FONTE

Un profumato biscotto....

per festeggiare i miei 35 anni e per augurare a tutti voi buone vacanze!!!!


Eh si....oggi è il mio compleanno....sono già 35.....ma io me ne sento moooooolti meno....è questo che conta no?

Queste semplicissime frolle le ho preparate per festeggiare con le mie 2 colleghe: una va matta per il cioccolato quindi cornettini alla nutella, l'altra adora la marmellata quindi frolle alla marmellata di pesche....io vado matta per tutte e due.....quindi......


Per la frolla ho utilizzato l'ormai collaudatissima ricetta di Adriano: questa volta però volendo una frolla più morbida ho optato per la sua variante con meno uova e l'aggiunta di miele di acacia! Buonissima!

I cornetti sono appunto ripieni di nutella....niente di più semplice: stendere la frolla, ricavare dei triangolini, appoggiare un pò di nutella sulla base e arrotolare. Infornare (dopo un passaggio di una decina di minuti in freezer) a 180° per 15 minuti. Far raffredare e spolverare con cacao amaro.

Gli altri (non so che nome dargli) sono farciti con della marmellata di pesche che ho fatto giusto qualche giorno fa....in assoluto la migliore tra tutte quelle che ho fatto fino ad oggi! Avevo 4 pesche in frigo che dovevano essere consumate al più presto....anche perchè per i miei gusti erano troppo mature, a me la frutta piace quando è ancora bella soda, quindi prima di arrivare al punto di doverle buttare.......


4 pesche (al netto del nocciolo pesavano 600 gr)
250 gr di zucchero di canna bianco
succo di mezzo limone


Il procedimento è sempre lo stesso: si lava bene la frutta, la si taglia a dadini e la si mette in pentola con il succo del limone e lo zucchero. Si porta a bollore e si lascia cuocere fino a che si addensa (circa 30 minuti). Io a questo punto ho omogeneizzato con il frullatore ad immersione....ma se vi piacciono i pezzi saltate questo passaggio! Si invasa in vasetti sterilizzati, si capovolge e si fa raffreddare.


Per i biscotti: stendere la frolla e ricavare tanti dischetti con un coppapasta smerlato, mettere 1/2 cucchiaino di mamellata al centro e chiudere tipo per formare la mezzaluna ma premendo solo in centro. Infornare (sempre dopo un passaggio di una decina di minuti in freezer) a 180 ° per 15 minuti. Far raffreddare e spolverare con zucchero a velo.



Questa sera, ovviamente, io e mio marito faremo una cenetta nel nostro ristorante preferito....ormai è diventato una tappa fissa di tutte le nostre ricorrenze!

I festeggiamenti proseguono poi sabato con il resto della famiglia!


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Quest'anno ho deciso di chiudere anticipatamente per ferie.....come potete vedere era parecchio che non postavo, sono stata molto assente sia dal mio che dai vostri blog.....e così non mi piace! Sono stanchissima e presissima dal lavoro: le prossime settimane saranno letteralmente di fuoco, quindi preferisco chiudere, augurare a tutti buonissime vacanze e....ci si risente rinvigoriti a settembre!!!!

Non vi posso lasciare senza prima avervi ricordato che la mia raccolta continua fino al 30 settembre.......

fate incetta di "esperienze culinarie" e paretecipate numerosi!!!!

NORVEGIA ASPETTACI che arriviamo!!!!!

Un bacio a tutti!

Domani parto vado due settimane al mare

stacco da tutto mangio e faccio i bagni

ritrovo un equilibrio per affrontare un gioco nuovo!

-Francesco Tricarico-




FONTE

La prova del 3 di Pan di Panna

So che vi avevo già salutati...baci, abbracci, buone vacanze ecc.... ma mi è venuto in mente stamattina che non ho postato la ricetta preparata per partecipare alla sfida di Mara



che scade proprio oggi.....eh si la memoria con l'arrivo dei 35 comincia a fare acqua...ihihihih!!!!

FUSILLI CON POMODORINI CONFIT E PANCETTA CROCCANTE


Ingredienti per 2 persone:
140 gr di fusilli (i miei erano di Gragnano) (3° ingrediente a scelta)
una 20ina di pomodorini (1° ingrediente obbligatorio)
timo
sale e pepe
olio evo
zucchero di canna
60 gr di pancetta a cubettini (2° ingrediente obbligatorio)

Lavare i pomodorini, tagliarli a metà e disporli con il taglio verso l'alto in una pirofila coperta di carta forno. Salare leggermente, pepare, profumare con qualche rametto fresco di timo, spolverare con un pò di zucchero di canna e irrorare in fine con un cucchiaio di olio.

Mettere in forno già caldo a 150° per 1 ora.

Mettere sul fuoco la pentola con l'acqua per la pasta, quando bolle salare e buttare la pasta. Mentre la pasta cuoce: trasferire i pomodorini in una padella (qualcuno lo trito con la mezzaluna). Far saltare in un'altra padella la pancetta senza aggiungere condimento fino a farla diventare croccante. Scolare la pasta, versarla nella padella con i pomodorini, aggiungere la pancetta e un paio di cucchiai dell'acqua di cottura della pasta e farla saltare per insaporire bene.

E voilà: un piatto di pasta semplicissimo ma buonissimo è pronto per essere gustato!

RICIAAAAAAOOOOOO!!!!!!

P.s. grazie a tutti per gli auguri di compleanno!!!!!


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Peperonata con pangrattato e pecorino

Io le verdure le amo tutte, e non poteva essere così, dal momento che son stata vegetariana per 10 anni; ma più di tutte amo le verdure estive che, con i loro colori vivaci, fanno venire il buon umore: e fra queste ci sono proprio i peperoni.
Era da tempo che non facevo la peperonata, poi l'alto giorno, sfogliando la rivista Sale e pepe di luglio, ho visto questa semplice peperonata: è davvero saporitissima e a noi è piaciuta moltissimo; a cottura avvenuta si aggiunge del pangrattato tostato e del pecorino, ed il piatto ha un altro gusto, semplice ma efficace ;-)

Ingredienti:
1 peperone rosso ( secondo la rivista 2 peperoni rossi+2 gialli)
1 peperone giallo
1 peperone verde
1 grossa cipolla bionda
500 g. pomodori pizzutelli
40 g. pangrattato
20 g. pecorino romano grattugiato
olio
sale
1 mazzetto basilico

Pulire i peperoni e tagliarli a strisce.
Tagliare la cipolla a fettine non troppo sottili.
Lavare ed asciugare i pomodori e tagliarli a pezzettoni.
Mettere tutte le verdure tagliate in un recipiente, condire con 4-5 cucchiai d'olio e una presa di sale. Mescolare bene e trasferire il tutto in una capienta padella antiaderente.
Coprire e far cuocere per circa 30 minuti.
Aggiungere, se necessario, altro sale e far intiepidire.
Nel frattempo tostare in una padella antiaderente il pangrattato con 2-3 cucchiai d'olio finchè diventa leggermente dorato.
Cospargere il pangrattato sulla peperonata, unire anche il pecorino e il basilico tagliato con le mani.
E' ottimo sia caldo che freddo.
FONTE

Oggi sciopero


Oggi questo blog aderisce all'appello di Diritto alla rete contro il bavaglio del DDL Alfano, i cui effetti sono quelli di imbavagliare le informazioni in rete.
Partecipate anche voi a questo rumoroso silenzio!!!
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Pasta con pesto di rucola, fiori di zucca e gamberetti

Questa pasta mi è piaciuta tantissimo, il pesto alla rucola conferisce al piatto un sapore leggermente piccante, che si sposa bene con il delicato gusto dei fiori di zucca e dei gamberi.
L'abbiamo apprezzata sia leggermente tiepida, sia mangiata fredda; è opportuno toglierla dal frigo un po' di tempo prima per assaporare al meglio i vari sapori.
La ricetta l'ho presa sul numero di luglio di "Sale e Pepe"
Ingredienti:
450 g. malloreddus (io ho usato i cavatelli di formato piccolo, cavatellucci)
300 g. gamberetti
2 dl. vino bianco
150 g. rucola
1 cipollotto
16 fiori di zucca
olio E.v.o
pepe

Portare ad ebollizione mezzo litro d'acqua con il vino e lessare i gamberi per 2 minuti.
Scolarli, far raffreddare e pulirli.
Affettare il cipollotto e stufarlo con 5 cucchiai d'olio; quindi unire 12 fiori di zucca, privati del gambo e del pistillo e continuatr la cottura ancora per 5 minuti.
Lavare al rucola, scottarla per 2 minuti in acqua bollente salata, scolarla, raffreddarla sotto l'acqua e strizzarla.
Frullare la rucola con il cipollotto e i fiori di zucca, il fondo di cottura, 4 cucchiai di olio, acqua della pasta e pepe.
Lessare la pasta al dente, scolarla e intiepidirla sotto l'acqua corrente.
Condirla con il pesto, i gamberetti e i fiori di zucca rimasti e tagliati a pezzi.
FONTE

[Non chiamatela] Antropologia del dove, del quando & del caldo metropolitano!


Le antropologie ce le eravamo quasi scordate. 
Io per primo le avevo dimenticate, mettendo da parte una briciola sostanziosa del Maiale. In realtà, e sinceramente, mi appaiono ora come un modo volgare di raccontare altro oltre le ricette ed i luoghi ai quali siamo abituati da tempo. Dico volgare perchè quelli che furono tentativi maldestri di cimentarsi in un'antropologia sono ora, e suona pure meglio, racconti di vita con annesse riflessioni. Il Maiale mangia & beve, ingrassa e si sollazza.. ma prova anche a riflettere qualche volta. A pancia piena si intende. Dunque anche a Roma da qualche giorno il caldo afoso e l'immancabile venticello sono apparsi. Se ne accorgono le signore sui tram, le studentesse accalorate per strada e gli impiegati vestiti di tutto punto, giacca e cravatta, camicia a maniche lunghe e occhiali da sole. Io Roma sto per lasciarla. Una serie di impegni e la voglia di andare mi portano lontano. Lascio anche casa, che riprenderò a settembre/ottobre chissà in quale quartiere, municipio o borgata. Negli ultimi giorni passo volentieri le ore che precedono il buio alla finestra. Una birra gelata a farmi compagnia e i miei occhi puntati sulla piazza. Dalla mia postazione privilegiata osservo le persone nel caotico e rumoroso atto dello spostarsi. Un amico non amico mi parlava di traiettorie. Una notte sulla Casilina, dall'ultimo piano di un palazzetto, provò a spiegarmi la sua teoria. Una teoria contemplativa, che non tentava per forza di giungere a una conclusione. Quando sto quassù, mi diceva, osservo la gente muoversi e traccio per ognuno la sua traiettoria. Immagino flussi di linee che compongono un mosaico di vite, fatti e accadimenti. Spesso, ovvio, queste si mescolano, si intrecciano e a me pare quasi che le vite di quello o quell'altro possano scontrarsi, congiungersi, arrotolarsi insieme. Sarà stata l'ebbrezza ma a me piacque quella teoria, questo modo di partecipare alla vita senza parteciparvi. Un osservatorio del resto ha sempre il privilegio di lasciare spazio alla fantasia. Così io butto i miei occhi sulla piazza, sul sole che cala, sui wine bar che si riempiono, sul venticello che ritorna, sulla mia birra e su tutta la mia immaginazione. Mi faccio domande senza attendere risposte. Metto su un pò di musica e lascio spazio alla testa. Dove andrà quella ragazza con la gonna bianca, che giornata avrà avuto, chi ama, che pensa, cosa mangia. E quel signore anziano che a stento riesce a trascinare la busta che porta con se? Tutto mi appare così delicato. Leggero e irresistibile. Il mondo, o parte di esso, si muove ai miei piedi. Poco al di sotto di essi. Ed è uno scomporsi di suoni, di teste e silouette, di macchie di colore sul fondo grigio dell'asfalto. Tra i semafori e i tram, il bar Regina e quei due buffi ometti bianchi. Centinaia di teste si muovono per andare da qualche parte. Per andare dove devono andare. Finita la birra mi butto sul letto e chiudo gli occhi. Rimango immobile per un pò, poi sento l'immancabile languore. Apro gli occhi e penso a cosa cucinare. Sono giorni in cui mangio sempre da solo e quelle, credetemi, sono le cucinate migliori. Come sempre accade. Un biscotto di grano con olio di frantoio, pomodori di Sicilia, basilico, finocchietto e pecorino. Una frittata alla Sannita, mozzarelline ripiene di verdurine di stagione tagliate a cubetti piccolissimi e fritte in poco olio. Fiori di zucca, insalata di frutta e verdura, melanzane grigliate con mentuccia, yogurt, fragole, ciliege, pesche, miele e cereali. Un sorso di amaro fatto in casa e passa la paura. Paura del dove e del quando, dell'andare, produrre, incontrare, poi ritornare e ricominciare. Quali sono e saranno le mie traiettorie? Una dolce paura accarezzata dallo stordimento di una giornata afosa passata in giro tra cose da fare, caffè con crema e telefonate. "Devo prendere le pellicole ci vediamo a Ottaviano, aperitivo alle 18 a San Lorenzo, una casa da vedere alle 17, ma poi ce la fai a venire?! C***o non ho tirato fuori i panni dalla lavatrice, ma domani vieni alla cena, cucini tu? Chiama la scuola dì che non vai alla riunione, no ma se torno prima ci passo un secondo. Ma quella del giornale l'hai più vista? Mamma, allora non torno ci vediamo a fine mese direttamente. La digitale in assistenza. Oh, ma chi era quella?! Non lo so! Questo caldo mi stressa, mi fa sudare, ho sempre voglia di entrare in un bar e sciacquarmi il viso. Stare qui dentro, in mezzo alle cose mi prende male. Dovrei anche cucinare qualcosa e scattare due foto. Il Maiale Ubriaco. Oramai ha preso forma dentro di me. Mi aspetto sempre di incontrarlo, magari la notte quando mi alzo per andare a bere. Svolto l'angolo e zac! mi si piantona davanti. Grosso e grasso, dritto sulle zampe anteriori. E ride, e mi guarda, e ride. "Mi avete creato voi, ora dovete seguire la mia traiettoria!" Oh no, o mio Dio. No ma è il caldo, il caldo che rimpalla sul cemento di questa strana città, un pò metropoli un pò paese mi sta dando le allucinazioni. Non ci posso restare qua dentro. Dentro alle strade a fare le cose, a telefonare, a sentirmi come Bukowski in quel racconto visionario che era "6 pollici". ... Era carina quella, ti ha salutato e vuoi dirmi che non la conosci? Ste ma dove vai? Oh? ... Vado alla mia finestra. Ho comprato la birra. Vado a casa, no non vengo alla cena, non esco stasera. E non mangio. Fino a prima di partire resto alla finestra. Ascolto un pò di musica e osservo le traiettorie. Traiettorie? Mi sa che il caldo ti ha dato alla testa!
Stefano Tripodi

FONTE

Pernice & patate novelle al forno + marmellata di more (the sunday roast)

Buon compleanno Stefano! Questo post é dedicato al mio compagno di avventure e amico di sempre nel giorno del suo compleanno (o meglio due giorni dopo). Il fatto é che io avevo preparato tutto con dovuto anticipo in modo da far coincidere ricetta e dedica annessa al fatidico giorno, ma come sempre i mille impegni mi hanno messo in crisi e inevitabilmente ficcato il bastone fra le ruote. Peró il pensiero c’é, che é poi quello che conta; insomma come si dice dalle nostre parti “pensamm ‘a salute”, tanti auguri amico mio! Una curiositá che mi piace raccontare: io e Stefano ci siamo conosciuti circa 10 anni fa e con il tempo interessi, passioni e sogni molto simili ci hanno sempre piú avvicinato; insomma un'amicizia rara e mai banale. Ma la cosa che mi ha sempre affascinato é che noi siamo nati a pochi giorni di distanza, nello stesso ospedale (una piccolo clinica privata) e che gli eventi negli anni ci hanno riavvicinato (vai a vedere, magari eravamo pure vicini di culla?!). Ecco un puro caso o no io credo sia uno delgi elementi che da tanto ci mantiene forti. Digressione fatta…passiamo avanti?
La ricetta di oggi come potrete notare non é un dolce, una torta di compleanno, ma uno di quei piatti che ti scaldano l'animo, uno di quelli che a lui, Stefano, piacciono un sacco. Qui in Inghilterra comincia a fare proprio freddo ed i piatti che hai voglia di mangiare sono proprio questi, caldi e saporiti, magari mentre te ne stai seduto davanti al camino del pub sotto casa a sorseggiare una buona birra artigianale. La ricetta é quella di una tipica domenica inglese, un Sunday roast che dalle mie parti é sopratutto a base di selvaggina. La scelta é ricaduta sulla pernice (rara in Italia), ma tranquilli, puó essere sostituita senza rimorso alcuno da un bel pollo ruspante (anche se col pollo ha poco a che vedere). Vi lascio le istruzioni e scappo...stasera mi tocca cucinare! A presto.

Ingredienti x2 persone

2 pernici
50 gr di guanciale
patate novelle (dieci a testa)
5-6 pastinache (oppure carote)
1 limone
2 spicchi d’aglio
1 rametto di timo
sale q.b
pepe q.b
bacche di ginepro

Riscaldare il forno a 190ºC. Strofinare la pernice con abbondante sale, pepe ed olio extravergine d’oliva e riempirne la cavitá con un limone fresco (tagliato a metá), timo e una paio di bacche di ginepro. Coprirne il petto con delle fettine di guanciale e lasciar riposare (in questo modo la carne assorbirá tutto il profumo di limone e spezie). Pulire patate e pastinache (queste ultime andranno tagliate grossolanamente) e farle cuocere in una pentola d’acqua bollente con l’aglio per una decina di minuti. Terminata la cottura scolare, lasciar raffreddare giusto un attimo e versare in una teglia da forno. Il tutto andrá salato e pepato, bagnato con un filo d’olio ed agitato per unire bene gli ingredienti. Al centro adagiare la pernice con una bella noce di burro e cuocere in forno per 30 minuti circa.
Portare in tavola e servire direttamente dalla teglia, aggiungendo alla carne un cucchiaio di marmellata di more.
Volendo sostituire la pernice con un pollo da 1.5 kg circa i tempi di cottura andranno raddoppiati. Il pollo andrá infornato per 45 minuti e le patate (ed appena un filo d’olio) aggiunte solo a questo punto per ulteriori 30 minuti.

Remo Morretta

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Occhi di bue con marmellata di arance e caffè

Dal sito di Esperya, ho ordinato la marmellata di arance e caffè, dato che navigando nel sito mi aveva subito colpito l’abbinamento.
E così nel giro di 48 ore, potevo già assaggiarla ed annusarla. Ottimo profumo, in risalto quello del caffè. Al gusto invece si sentono i pezzi di arancia e il retrogusto ottimo del caffè.
Insomma, [...]
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Spaghetti con pesce spada affumicato e pomodori

Ecco un piatto semplice e veloce. Il pesce spada affumicato di Esperya, rende questo piatto davvero fresco e delizioso. Profumo intenso ed ottimo gusto.
Si prepara con pochi ingredienti, pomodori secchi e pesce spada, sfumando con del vino bianco.
Insomma, ne vale proprio la pena di provare questo ottimo piatto. Ingredienti:(per 2 persone) 180 g. di spaghetti
30 g. di [...]
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martedì 7 luglio 2009

Orecchiette con cime di rapa rivisitate

Rieccomi dopo più di una settimana di assenza: il tempo è sempre pochissimo ed, in più, mi sono stirata un muscolo della gamba sinistra che mi ha fatto penare non poco! Ora è tutto ok!

La ricetta che vi propongo oggi l'ho è di quasi un mese fa: io adoro le orecchiette con le cime di rapa.....adoro proprio quella verdura in particolare.......siccome, causa dieta, devo stare LIMITATISSIMA con il condimento (mi è concesso un cucchiaino d'olio ad ogni pasto), ho pensato a questa rivisitazione, che ha dato tanto sapore al piatto!




Per 2 persone:

140 gr di orecchiette (le mie erano Alce Nero)

1 filetto di merluzzo (o altro pesce a vostra scelta)

circa 300 gr di cime di rapa

2 cucchiaini di olio evo

vino bianco

1 spicchio d'aglio

1 peperone rosso

sale e pepe


Posizionate su una teglia il peperone e mettetelo in forno a 200° per circa 30 minuti. Quindi fatelo intiepidire (in modo da poter essere maneggiato) e spellatelo. Mettete i filetti nel mixer con sale e pepe e frullate fino a ridurre tutto in una salsina densa.
Salate e pepate il filetto di merluzzo e irroratelo con un paio di cucchiai di vino bianco. Mettetelo in forno (che avrete abbassato a 170°) una decina di minuti, quindi toglietelo e spezzettatelo.

Mettete a bollire una pentola piena di acqua. Nel frattempo pulite la verdura e lavatela bene, quindi spezzettate le foglie e tuffatele nell'acqua che avrete salato al bollore. Fate riprendere il bollore quindi buttate anche le orecchiette e portate a cottura. Nel frattempo fate soffriggere lo spicchio d'aglio dei due cucchiaini d'olio.

Scolate la pasta e la verdura, quindi fatela saltare con l'olio aromatizzato e i filetti di pesce. Servire accompagnando con qualche cucchiaio della salsina di peperone preparata che avrete fatto scaldare per qualche minuto.


A noi è piaciuto moltissimo il connubio tra i vari ingredienti....la salsina di peperone ha insaporito bene il tutto non facendo praticamente notare la quasi mancanza di condimento.....light ma estremamente gustoso!!!

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Tutti pazzi per il cioccolato.....ovvero la raccolta di Anna!!

Chi conosce Anna del blog Undicimesi sa della sua immensa passione, e soprattutto di suo marito, per il cioccolato....quindi cosa poteva fare per festeggiare i due anni del suo blog se non indire una raccolta di foto "cioccolatose"? e infatti eccola


La raccolta scade oggi.....in concomitanza con 2° compleanno della sua splendida bimba, a cui faccio tantissimi auguri di buon compleanno e a cui dedico queste foto.....

ORO PURO

TORTA CIOCCOLATO E PERE

DOLCE CON CUORE DI BAVARESE


Che dici Anna.....ti piacciono??????


FONTE

Coppa gelato allo yogurt, fragoline di bosco, ciliegie e cialde croccanti

Ogni tanto quando il caldo si fa proprio sentire, mi passa persino la voglia di cucina...arrivo a casa dal lavoro stremata dal caldo e dalla stanchezza....mi butto sotto la doccia e poi ho voglia solo di qualcosa che mi dia una grande sensazione di freschezza....e cosa c'è di meglio di un buon gelato?

Oltretutto in questo periodo di "quasi" totale astinenza da dolci, diciamo che soddisfo anche la mia golosità....ecco la nostra cena di quella sera!!!


Vi dico subito che il gelato non è home-made.....è artiginale ma non fatto in casa....ci si accontenta!
Dunque, per ogni coppa ho messo qualche pallina di gelato allo yogurt variegato ai frutti di bosco, spruzzato con un pochino di Calvados, decorato con qualche fragolina di bosco (della piantina del mio giardino) qualche ciliegia e una bella cialda!



Ecco, l'unica cosa che ho preparato io sono proprio le cialde.....che arrivano dirette dirette dall'infallibile Paoletta!

Anni fa una collega abruzzese mi ha regalato la piastra per i ferratelli, wafel......ma tutte le ricette provate fin d'ora non hanno dato i risultati sperati, erano sempre mollicce....finchè le vedo Paoletta e capisco immediatamente che sono quelle giuste....e infatti......CROCCANTISSIME!!!!!!!

La ricetta la trovate qui, io ho fatto mezza dose ma pari pari (la versione con l'acqua, ma proverò anche quella con gli albumi).

Nel gelato ne ho messa solo una come decorazione.....le altre io le ho spezzate e usate "tipo cucchiaio" per il gelato".....mio marito se le è sbaffate spalmate di nutella...........
Non resta altro che sbizzarrirsi variando gusto di gelato e frutta.......ma mi raccomando non fatevi mancare queste cialde!!!!!!


Grazie Paoletta per questo ennesimo regalo!!!!

FONTE

[Non chiamatela] Antropologia del dove, del quando & del caldo metropolitano!


Le antropologie ce le eravamo quasi scordate. 
Io per primo le avevo dimenticate, mettendo da parte una briciola sostanziosa del Maiale. In realtà, e sinceramente, mi appaiono ora come un modo volgare di raccontare altro oltre le ricette ed i luoghi ai quali siamo abituati da tempo. Dico volgare perchè quelli che furono tentativi maldestri di cimentarsi in un'antropologia sono ora, e suona pure meglio, racconti di vita con annesse riflessioni. Il Maiale mangia & beve, ingrassa e si sollazza.. ma prova anche a riflettere qualche volta. A pancia piena si intende. Dunque anche a Roma da qualche giorno il caldo afoso e l'immancabile venticello sono apparsi. Se ne accorgono le signore sui tram, le studentesse accalorate per strada e gli impiegati vestiti di tutto punto, giacca e cravatta, camicia a maniche lunghe e occhiali da sole. Io Roma sto per lasciarla. Una serie di impegni e la voglia di andare mi portano lontano. Lascio anche casa, che riprenderò a settembre/ottobre chissà in quale quartiere, municipio o borgata. Negli ultimi giorni passo volentieri le ore che precedono il buio alla finestra. Una birra gelata a farmi compagnia e i miei occhi puntati sulla piazza. Dalla mia postazione privilegiata osservo le persone nel caotico e rumoroso atto dello spostarsi. Un amico non amico mi parlava di traiettorie. Una notte sulla Casilina, dall'ultimo piano di un palazzetto, provò a spiegarmi la sua teoria. Una teoria contemplativa, che non tentava per forza di giungere a una conclusione. Quando sto quassù, mi diceva, osservo la gente muoversi e traccio per ognuno la sua traiettoria. Immagino flussi di linee che compongono un mosaico di vite, fatti e accadimenti. Spesso, ovvio, queste si mescolano, si intrecciano e a me pare quasi che le vite di quello o quell'altro possano scontrarsi, congiungersi, arrotolarsi insieme. Sarà stata l'ebbrezza ma a me piacque quella teoria, questo modo di partecipare alla vita senza parteciparvi. Un osservatorio del resto ha sempre il privilegio di lasciare spazio alla fantasia. Così io butto i miei occhi sulla piazza, sul sole che cala, sui wine bar che si riempiono, sul venticello che ritorna, sulla mia birra e su tutta la mia immaginazione. Mi faccio domande senza attendere risposte. Metto su un pò di musica e lascio spazio alla testa. Dove andrà quella ragazza con la gonna bianca, che giornata avrà avuto, chi ama, che pensa, cosa mangia. E quel signore anziano che a stento riesce a trascinare la busta che porta con se? Tutto mi appare così delicato. Leggero e irresistibile. Il mondo, o parte di esso, si muove ai miei piedi. Poco al di sotto di essi. Ed è uno scomporsi di suoni, di teste e silouette, di macchie di colore sul fondo grigio dell'asfalto. Tra i semafori e i tram, il bar Regina e quei due buffi ometti bianchi. Centinaia di teste si muovono per andare da qualche parte. Per andare dove devono andare. Finita la birra mi butto sul letto e chiudo gli occhi. Rimango immobile per un pò, poi sento l'immancabile languore. Apro gli occhi e penso a cosa cucinare. Sono giorni in cui mangio sempre da solo e quelle, credetemi, sono le cucinate migliori. Come sempre accade. Un biscotto di grano con olio di frantoio, pomodori di Sicilia, basilico, finocchietto e pecorino. Una frittata alla Sannita, mozzarelline ripiene di verdurine di stagione tagliate a cubetti piccolissimi e fritte in poco olio. Fiori di zucca, insalata di frutta e verdura, melanzane grigliate con mentuccia, yogurt, fragole, ciliege, pesche, miele e cereali. Un sorso di amaro fatto in casa e passa la paura. Paura del dove e del quando, dell'andare, produrre, incontrare, poi ritornare e ricominciare. Quali sono e saranno le mie traiettorie? Una dolce paura accarezzata dallo stordimento di una giornata afosa passata in giro tra cose da fare, caffè con crema e telefonate. "Devo prendere le pellicole ci vediamo a Ottaviano, aperitivo alle 18 a San Lorenzo, una casa da vedere alle 17, ma poi ce la fai a venire?! C***o non ho tirato fuori i panni dalla lavatrice, ma domani vieni alla cena, cucini tu? Chiama la scuola dì che non vai alla riunione, no ma se torno prima ci passo un secondo. Ma quella del giornale l'hai più vista? Mamma, allora non torno ci vediamo a fine mese direttamente. La digitale in assistenza. Oh, ma chi era quella?! Non lo so! Questo caldo mi stressa, mi fa sudare, ho sempre voglia di entrare in un bar e sciacquarmi il viso. Stare qui dentro, in mezzo alle cose mi prende male. Dovrei anche cucinare qualcosa e scattare due foto. Il Maiale Ubriaco. Oramai ha preso forma dentro di me. Mi aspetto sempre di incontrarlo, magari la notte quando mi alzo per andare a bere. Svolto l'angolo e zac! mi si piantona davanti. Grosso e grasso, dritto sulle zampe anteriori. E ride, e mi guarda, e ride. "Mi avete creato voi, ora dovete seguire la mia traiettoria!" Oh no, o mio Dio. No ma è il caldo, il caldo che rimpalla sul cemento di questa strana città, un pò metropoli un pò paese mi sta dando le allucinazioni. Non ci posso restare qua dentro. Dentro alle strade a fare le cose, a telefonare, a sentirmi come Bukowski in quel racconto visionario che era "6 pollici". ... Era carina quella, ti ha salutato e vuoi dirmi che non la conosci? Ste ma dove vai? Oh? ... Vado alla mia finestra. Ho comprato la birra. Vado a casa, no non vengo alla cena, non esco stasera. E non mangio. Fino a prima di partire resto alla finestra. Ascolto un pò di musica e osservo le traiettorie. Traiettorie? Mi sa che il caldo ti ha dato alla testa!
Stefano Tripodi

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Pernice & patate novelle al forno + marmellata di more (the sunday roast)

Buon compleanno Stefano! Questo post é dedicato al mio compagno di avventure e amico di sempre nel giorno del suo compleanno (o meglio due giorni dopo). Il fatto é che io avevo preparato tutto con dovuto anticipo in modo da far coincidere ricetta e dedica annessa al fatidico giorno, ma come sempre i mille impegni mi hanno messo in crisi e inevitabilmente ficcato il bastone fra le ruote. Peró il pensiero c’é, che é poi quello che conta; insomma come si dice dalle nostre parti “pensamm ‘a salute”, tanti auguri amico mio! Una curiositá che mi piace raccontare: io e Stefano ci siamo conosciuti circa 10 anni fa e con il tempo interessi, passioni e sogni molto simili ci hanno sempre piú avvicinato; insomma un'amicizia rara e mai banale. Ma la cosa che mi ha sempre affascinato é che noi siamo nati a pochi giorni di distanza, nello stesso ospedale (una piccolo clinica privata) e che gli eventi negli anni ci hanno riavvicinato (vai a vedere, magari eravamo pure vicini di culla?!). Ecco un puro caso o no io credo sia uno delgi elementi che da tanto ci mantiene forti. Digressione fatta…passiamo avanti?
La ricetta di oggi come potrete notare non é un dolce, una torta di compleanno, ma uno di quei piatti che ti scaldano l'animo, uno di quelli che a lui, Stefano, piacciono un sacco. Qui in Inghilterra comincia a fare proprio freddo ed i piatti che hai voglia di mangiare sono proprio questi, caldi e saporiti, magari mentre te ne stai seduto davanti al camino del pub sotto casa a sorseggiare una buona birra artigianale. La ricetta é quella di una tipica domenica inglese, un Sunday roast che dalle mie parti é sopratutto a base di selvaggina. La scelta é ricaduta sulla pernice (rara in Italia), ma tranquilli, puó essere sostituita senza rimorso alcuno da un bel pollo ruspante (anche se col pollo ha poco a che vedere). Vi lascio le istruzioni e scappo...stasera mi tocca cucinare! A presto.

Ingredienti x2 persone

2 pernici
50 gr di guanciale
patate novelle (dieci a testa)
5-6 pastinache (oppure carote)
1 limone
2 spicchi d’aglio
1 rametto di timo
sale q.b
pepe q.b
bacche di ginepro

Riscaldare il forno a 190ºC. Strofinare la pernice con abbondante sale, pepe ed olio extravergine d’oliva e riempirne la cavitá con un limone fresco (tagliato a metá), timo e una paio di bacche di ginepro. Coprirne il petto con delle fettine di guanciale e lasciar riposare (in questo modo la carne assorbirá tutto il profumo di limone e spezie). Pulire patate e pastinache (queste ultime andranno tagliate grossolanamente) e farle cuocere in una pentola d’acqua bollente con l’aglio per una decina di minuti. Terminata la cottura scolare, lasciar raffreddare giusto un attimo e versare in una teglia da forno. Il tutto andrá salato e pepato, bagnato con un filo d’olio ed agitato per unire bene gli ingredienti. Al centro adagiare la pernice con una bella noce di burro e cuocere in forno per 30 minuti circa.
Portare in tavola e servire direttamente dalla teglia, aggiungendo alla carne un cucchiaio di marmellata di more.
Volendo sostituire la pernice con un pollo da 1.5 kg circa i tempi di cottura andranno raddoppiati. Il pollo andrá infornato per 45 minuti e le patate (ed appena un filo d’olio) aggiunte solo a questo punto per ulteriori 30 minuti.

Remo Morretta

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Torta di ciliegie e mandorle

Questa ricetta l’ho liberamente rubata ad un amico che sta sperimentando le gioie della cucina!
Non è tipicamente piemontese, ma è di stagione (per gli ingredienti, non per la leggerezza!).
La bontà delle ciliegie e la croccantezza delle mandorle dopo la cottura, fanno si che la torta a risultato finale sia veramente squisita Ingredienti per 6 [...]
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Caserecce mediterranee

Dopo la serata passata in palestra a saltellare intorno al sacco, avevo davvero voglia di un piattone di pasta saporito!
E nel frigo avevo ancora il barattolino di bottarga di tonno e altri ingredientini che senza dubbio hanno contribuito a rendere interessante questa pasta semplicissima e davvero veloce da fare.
Niente cottura, tutto a freddo, perciò adatta [...]
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Treccia Bertelli per la colazione


Era da tanto tempo che non preparavo qualcosa di lievitato, e a dire la verità, ne avevo proprio voglia; così ho deciso di preparare queste trecce, che prima preparavo spesso.
E' la treccia Bertelli postata da MarinaB. su coquinaria, ed è veramente deliziosa, rimane morbidissima e profumata, ideale per la colazione o la merenda magari con una spalmatina di marmellata o nutella o semplicemente "nature".
Si chiama treccia Bertelli perché è la ricetta di una nota pasticceria di Trento che appunto si chiama Pasticceria Bertelli.
Vi consiglio assolutamente di provarla, è buonissima!!!!
Io di solito facevo 2 trecce e mi venivano piuttosto grandi, stavolta ho preferito farne 4 più piccole!

Ingredienti per 4 trecce piccole:
300 gr di farina 00
200 g. farina manitoba
15 g. lievito d'estate o se la si fa lievitare tutta la notte in frigo (nell'originale 25 g.)
2 tuorli
100 gr. zucchero
75 gr. burro fuso
100 ml acqua tiepida
100 ml latte
1 cucchiaino di sale fino

Setacciare la farina e metterla nell'impastatrice.
Aggiungere il lievito sciolto in 100 ml di latte tiepido, sciogliere anche lo zucchero in100 ml di acqua tiepida; quindi aggiungere i 2 tuorli e metà del burro fuso.
Impastare bene ed aggiungere il rimanente burro fuso. Impastare nuovamente fino ad ottenere un impasto piuttosto morbido.
Mettere l'impasto in un recipente infarinato, coprire bene e far lievitare in luogo caldo, oppure mettere in frigo tutta la notte.
L'impasto deve triplicare. Come minimo ci vorranno 3-4 ore.
Trascorso il tempo, impastare nuovamente aggiungendo, se necessario, 1-2 cucchiai di farina. Dividere l'impasto in 12 pezzi di circa 80 g. l'uno e formare le 4 trecce.
Disporre le trecce sulla placca del forno ricoperta di carta forno e spennellare con l'albume, avanzato dai tuorli utilizzati in precedenza nell'impasto.
Far lievitare per un'altra ora, quindi cospargere le trecce con un po' di zucchero di canna, oppure dello zucchero in granella.
Infornare in forno già caldo a 180° per circa15-20 minuti.

Buona settimana a tutti voi :-)

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Tokyo cheese cake con salsa ai frutti di bosco per Matteo

Quest'anno il mio omino, per il suo decimo compleanno mi ha chiesto un cheese cake, l'aveva provata in ristorante e ha deciso che quella era la sua torta di compleanno.
E anche se a me non sembrava proprio una torta da compleanno, come si può non accontentare un decenne????
Ho visto tante ricette in giro ma quella che mi ha ispirato di più è stata questa, il Tokyo cheesecake, nei giorni scorsi se n'è parlato molto anche su coquinaria e io non ho resistito, ho scelto lui ;-)
Ho fatto qualche modifica sia negli ingredienti ma soprattutto nella cottura, e anzichè utilizzare il sistema del bagnomaria, ho utilizzato una cottura normale.
Volevo ottenere una superficie chiara e non "abbronzata" come quella della ricetta originale; perché dovevo fare la salsa ai frutti di bosco, la crema è comunque morbida e buonissima e ho utilizzato la metà del tempo per cucinarla....e visto il caldo di questi giorni non è mica poco ;-)) è il cheese cake più buono che abbia mangiato, vi consiglio di provarlo assolutamente!!!!
Auguri Matteo :-*
Ingredienti per la base:
150 g. biscotti digestive
50 g. burro fuso

Crema:
200 g. panna
100 zucchero
180 panna acida +20 g. yogurt
3 uova
250 g. formaggio philadelfia
1 cucchiaino estratto vaniglia
2 cucchiai amido di mais o fecola patate

Salsa ai frutti di bosco:
150-200 g. frutti di bosco
3- 4 cucchiai zucchero zefiro
2 g. colla di pesce (un foglio)
1 grossa fetta di succo limone

Io ho utilizzato uno stampo a cerniera da 22 cm.
Far fondere il burro e sbriciolare i biscotti con le mani o aiutarsi con un mortaio (i biscotti Digestive si sbriciolano facilmente senza utilizzare il mixer, una cosa in meno da lavare ;-))
Coprire il fondo dello stampo con carta da forno e stendere il composto di biscotti su di esso, premere bene con le mani, livellando il composto.
Mettere in frigo e nel frattempo preparare la crema:
lavorare il philadelfia in modo da renderlo più cremoso ed omogeneo poi aggiungere lo zucchero e continuare a mescolare.
Aggiungere la vaniglia, la crema acida, poca alla volta sempre continuando a mescolare e lo yogurt.
Aggiungere le uova, l'amido o fecola e la panna, continuare a mescolare.
Per ottenere il composto omogeneo passarlo attraverso un colino e versare nello stampo sopra la base di biscotti.
Io la cottura l'ho fatta senza utilizzare il bagnomaria; ho preriscaldato il forno a 180° e ho infornato il dolce, quindi ho abbassato la temperatura a 160° e ho cucinato per circa 30-35 minuti.
Far raffreddare e mettere in frigo, possibilmente tutta la notte.

Per la salsa:
lavare i frutti di bosco o utilizzare quelli surgelati e frullarli con lo zucchero ed il succo di limone (io ho utilizzato lo Zefiro oppure zucchero a velo; per la quantità di zucchero sono andata a gusto, ho assaggiato diverse volte ;-)
Ammorbidire la colla di pesce nell'acqua fredda poi farla sciogliere in un cucchiaio d'acqua calda e aggiungere al frullato di frutti di bosco.
Passare la salsa attraverso un colino e versare sulla torta fredda, non fate come me che ho preso il colino, l'ho appoggiato sul tavolo e ho versato la salsa direttamente sulla torta :-(......anche se c'era qualche semino era ottima ;-))))
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