mercoledì 23 settembre 2009

Coppa gelato allo yogurt, fragoline di bosco, ciliegie e cialde croccanti

Ogni tanto quando il caldo si fa proprio sentire, mi passa persino la voglia di cucina...arrivo a casa dal lavoro stremata dal caldo e dalla stanchezza....mi butto sotto la doccia e poi ho voglia solo di qualcosa che mi dia una grande sensazione di freschezza....e cosa c'è di meglio di un buon gelato?

Oltretutto in questo periodo di "quasi" totale astinenza da dolci, diciamo che soddisfo anche la mia golosità....ecco la nostra cena di quella sera!!!


Vi dico subito che il gelato non è home-made.....è artiginale ma non fatto in casa....ci si accontenta!
Dunque, per ogni coppa ho messo qualche pallina di gelato allo yogurt variegato ai frutti di bosco, spruzzato con un pochino di Calvados, decorato con qualche fragolina di bosco (della piantina del mio giardino) qualche ciliegia e una bella cialda!



Ecco, l'unica cosa che ho preparato io sono proprio le cialde.....che arrivano dirette dirette dall'infallibile Paoletta!

Anni fa una collega abruzzese mi ha regalato la piastra per i ferratelli, wafel......ma tutte le ricette provate fin d'ora non hanno dato i risultati sperati, erano sempre mollicce....finchè le vedo Paoletta e capisco immediatamente che sono quelle giuste....e infatti......CROCCANTISSIME!!!!!!!

La ricetta la trovate qui, io ho fatto mezza dose ma pari pari (la versione con l'acqua, ma proverò anche quella con gli albumi).

Nel gelato ne ho messa solo una come decorazione.....le altre io le ho spezzate e usate "tipo cucchiaio" per il gelato".....mio marito se le è sbaffate spalmate di nutella...........
Non resta altro che sbizzarrirsi variando gusto di gelato e frutta.......ma mi raccomando non fatevi mancare queste cialde!!!!!!


Grazie Paoletta per questo ennesimo regalo!!!!

FONTE

I dolci di Maurizio Santin - 2^ parte

Eccomi con la seconda puntata sui dolci del Cuoco Nero...infatti dopo questa meraviglia è la volta di ben tre dolci, quelli preparati per Ferragosto.....ma vi avviso: se avete problemi di glicemia chiudete immediatamente il blog e didicatevi a qualche attività che vi assorba al 100% distraendovi dalla tentazione di riaprire.....io non rispondo di eventuali danni.......
TARTE DI CIOCCOLATO FONDENTE

TARTELLETTE AL LIMONE


SALAME DI CIOCCOLATO



Cominciamo: innanzitutto vi indico la ricetta per la base della tarte e delle tartellette.

PASTA FROLLA PER TARTE E TARTELLETTE

Ingredienti:

500 gr di farina 00

400 gr di burro

200 gr di zucchero a velo

4 tuorli

1 pizzico di sale

Impastare lentamente nello sbattitore, utilizzando l'apposita paletta, lo zucchero, il burro, i tuorli, la metà della farina e un pizzico di sale. Quando l'impasto comincia ad essere omogeneo aggiungere il resto della farina. Quando è pronta, avvolgere la pasta nella pellicola e farla riposare per un giorno in frigorifero prima di utilizzarla.


TARTE DI CIOCCOLATO FONDENTE
Ingredienti:

200 gr di cioccolato al 55%

150 gr di panna liquida fresca

50 gr di latte

1 uovo

pasta frolla per tarte (vedi ricetta per tarte)

Stendere la pasta frolla in uno strato sottile e foderare una tortiera di 30 cm di diametro, imburrata e infarinata. Cuocerla nel forno a 180° senza portare a termine la cottura. Nel frattempo preparare il ripieno. Far bollire la panna con il latte e versarla subito sul cioccolato tritato. Mescolare energicamente con una frusta e aggiungere l'uovo intero, continuando a mescolare fino ad ottenere un composto ben amalgamato.

Versare questa crema al cioccolato all'interno della tarte e cuocere nel forno a 120° fino a quando la crema raggiungerà la densità di un budino.

Lasciare intiepidire e servire.

Nota dell'autore: la Tarte di cioccolato fondente è una creazione di Joel Robuchon, uno dei più grandi chef di Francia presso il quale ho avuto la fortuna di lavorare. Ho inserito questa ricetta nel libro come omaggio a lui.


Se amate il cioccolato questa torta farà assolutamente la vostra felicità è STREPITOSA!!!

TARTELLETTE AL LIMONE

Tartellette

400 gr di crema di limone (vedi ricetta sotto)

pasta frolla per tarte e tartellette (vedi ricetta sopra)

Salsa di frutti di bosco

200 gr di frutti di bosco

80 gr di zucchero

il succo di 1/2 limone

Decorazione

Frutti di bosco assortiti

Crema di limone


Ingredienti


3 uova intere


300 gr di zucchero


150 gr di burro


il succo e la scorza di un limone e mezzo non trattato


Lavare e asciugare i limoni e grattugiare la scorza quindi spremerli. Raccogliere il succo e la scorza con tutti gli altri ingredienti in una casseruola di rame, amalgamare e cuocere a fuoco lento sino ad avere un principio di ebollizione. Ritirare dal fuoco e passare al setaccio. La crema se fatta raffreddare e conservata in frigorifero si conserva per 3-4 giorni.

Tartellette. Stendere finemente la pasta frolla all'interno degli stampini per tartellette, imburrate e infarinate. Cuocerle nel forno a 180° togliendole circa a tre quarti di cottura. Versarvi la crema di limone, arrivando quasi al bordo della pasta frolla e rimettere in forno a 150° per 3 minuti. Si può preparare nello stesso modo anche una tarte unica, usando uno stampo da crostata di 30cm di diametro e aumentando il tempo della seconda cottura per la quale occorreranno 5-7 minuti.

Salsa di frutti di bosco. Lavare e asciugare i frutti di bosco e frullarli con lo zucchero e il succo di limone. Passare al setaccio.

Presentazione. Servire le tartellette (o la torta) tiepide con accanto della frutta di bosco ben disposta sul piatto e con qualche goccia di salsa di frutti di bosco.

Io non ho accompagnato con la salsa di frutti di bosco, ma per completezza mi è sembrato giusto indicare la ricetta per intero.....che comunque sono intenzionata a rifare visto che una parte della frolla e della crema avanzata (erano davvero una quantità eccessiva) le ho congelate....sulla frolla non ho dubbi, vediamo come reagisce la crema!!!
Tenete conto che io assolutamente non amo i dolci in cui prevale il limone, ho sempre avuto un retrogusto di "Svelto", acido, troppo predominante! Però ero sicura che con Santin le cose sarebbero andate in maniera del tutto differente: infatti così è stato......gusto forte ma delicato insieme, assolutamente non aspro.....quindi, continuo a non amare i dolci al limone AD ECCEZIONE DI QUESTO!!!!!! Che dite sarò di parte? Si vede che adoro quest'uomo?????

Ed infine......

SALAME di CIOCCOLATO

Ingredienti:

160 gr di biscotti secchi (tipo petite beurre)

110 gr di zucchero

110 gr di burro

120 gr di cioccolato al 70% fuso

1 uovo

1 cucchiaio di rhum

Battere energicamente il burro in una bacinella. Unire lo zucchero e continuare a battere fino ad avere un composto soffice. Aggiungere il cioccolato fuso e l'uovo sempre mescolando con la frusta. Lavorare bene l'impasto e infine aggiungere il cucchiaio di rhum e i biscotti sbriciolati grossolanamente. Rovesciare l'impasto su uhn foglio di carta da forno e arrotolarlo dandogli la forma di un salame. Far rassodare in frigorifero per almeno 5 o 6 ore e servirlo tagliato a fette come un vero salame. Consumare freddo.

Che dire....meraviglioso....si scioglie letteralemte in bocca!

GRAZIE MAESTRO!


FONTE

[Non chiamatela] Antropologia del dove, del quando & del caldo metropolitano!


Le antropologie ce le eravamo quasi scordate. 
Io per primo le avevo dimenticate, mettendo da parte una briciola sostanziosa del Maiale. In realtà, e sinceramente, mi appaiono ora come un modo volgare di raccontare altro oltre le ricette ed i luoghi ai quali siamo abituati da tempo. Dico volgare perchè quelli che furono tentativi maldestri di cimentarsi in un'antropologia sono ora, e suona pure meglio, racconti di vita con annesse riflessioni. Il Maiale mangia & beve, ingrassa e si sollazza.. ma prova anche a riflettere qualche volta. A pancia piena si intende. Dunque anche a Roma da qualche giorno il caldo afoso e l'immancabile venticello sono apparsi. Se ne accorgono le signore sui tram, le studentesse accalorate per strada e gli impiegati vestiti di tutto punto, giacca e cravatta, camicia a maniche lunghe e occhiali da sole. Io Roma sto per lasciarla. Una serie di impegni e la voglia di andare mi portano lontano. Lascio anche casa, che riprenderò a settembre/ottobre chissà in quale quartiere, municipio o borgata. Negli ultimi giorni passo volentieri le ore che precedono il buio alla finestra. Una birra gelata a farmi compagnia e i miei occhi puntati sulla piazza. Dalla mia postazione privilegiata osservo le persone nel caotico e rumoroso atto dello spostarsi. Un amico non amico mi parlava di traiettorie. Una notte sulla Casilina, dall'ultimo piano di un palazzetto, provò a spiegarmi la sua teoria. Una teoria contemplativa, che non tentava per forza di giungere a una conclusione. Quando sto quassù, mi diceva, osservo la gente muoversi e traccio per ognuno la sua traiettoria. Immagino flussi di linee che compongono un mosaico di vite, fatti e accadimenti. Spesso, ovvio, queste si mescolano, si intrecciano e a me pare quasi che le vite di quello o quell'altro possano scontrarsi, congiungersi, arrotolarsi insieme. Sarà stata l'ebbrezza ma a me piacque quella teoria, questo modo di partecipare alla vita senza parteciparvi. Un osservatorio del resto ha sempre il privilegio di lasciare spazio alla fantasia. Così io butto i miei occhi sulla piazza, sul sole che cala, sui wine bar che si riempiono, sul venticello che ritorna, sulla mia birra e su tutta la mia immaginazione. Mi faccio domande senza attendere risposte. Metto su un pò di musica e lascio spazio alla testa. Dove andrà quella ragazza con la gonna bianca, che giornata avrà avuto, chi ama, che pensa, cosa mangia. E quel signore anziano che a stento riesce a trascinare la busta che porta con se? Tutto mi appare così delicato. Leggero e irresistibile. Il mondo, o parte di esso, si muove ai miei piedi. Poco al di sotto di essi. Ed è uno scomporsi di suoni, di teste e silouette, di macchie di colore sul fondo grigio dell'asfalto. Tra i semafori e i tram, il bar Regina e quei due buffi ometti bianchi. Centinaia di teste si muovono per andare da qualche parte. Per andare dove devono andare. Finita la birra mi butto sul letto e chiudo gli occhi. Rimango immobile per un pò, poi sento l'immancabile languore. Apro gli occhi e penso a cosa cucinare. Sono giorni in cui mangio sempre da solo e quelle, credetemi, sono le cucinate migliori. Come sempre accade. Un biscotto di grano con olio di frantoio, pomodori di Sicilia, basilico, finocchietto e pecorino. Una frittata alla Sannita, mozzarelline ripiene di verdurine di stagione tagliate a cubetti piccolissimi e fritte in poco olio. Fiori di zucca, insalata di frutta e verdura, melanzane grigliate con mentuccia, yogurt, fragole, ciliege, pesche, miele e cereali. Un sorso di amaro fatto in casa e passa la paura. Paura del dove e del quando, dell'andare, produrre, incontrare, poi ritornare e ricominciare. Quali sono e saranno le mie traiettorie? Una dolce paura accarezzata dallo stordimento di una giornata afosa passata in giro tra cose da fare, caffè con crema e telefonate. "Devo prendere le pellicole ci vediamo a Ottaviano, aperitivo alle 18 a San Lorenzo, una casa da vedere alle 17, ma poi ce la fai a venire?! C***o non ho tirato fuori i panni dalla lavatrice, ma domani vieni alla cena, cucini tu? Chiama la scuola dì che non vai alla riunione, no ma se torno prima ci passo un secondo. Ma quella del giornale l'hai più vista? Mamma, allora non torno ci vediamo a fine mese direttamente. La digitale in assistenza. Oh, ma chi era quella?! Non lo so! Questo caldo mi stressa, mi fa sudare, ho sempre voglia di entrare in un bar e sciacquarmi il viso. Stare qui dentro, in mezzo alle cose mi prende male. Dovrei anche cucinare qualcosa e scattare due foto. Il Maiale Ubriaco. Oramai ha preso forma dentro di me. Mi aspetto sempre di incontrarlo, magari la notte quando mi alzo per andare a bere. Svolto l'angolo e zac! mi si piantona davanti. Grosso e grasso, dritto sulle zampe anteriori. E ride, e mi guarda, e ride. "Mi avete creato voi, ora dovete seguire la mia traiettoria!" Oh no, o mio Dio. No ma è il caldo, il caldo che rimpalla sul cemento di questa strana città, un pò metropoli un pò paese mi sta dando le allucinazioni. Non ci posso restare qua dentro. Dentro alle strade a fare le cose, a telefonare, a sentirmi come Bukowski in quel racconto visionario che era "6 pollici". ... Era carina quella, ti ha salutato e vuoi dirmi che non la conosci? Ste ma dove vai? Oh? ... Vado alla mia finestra. Ho comprato la birra. Vado a casa, no non vengo alla cena, non esco stasera. E non mangio. Fino a prima di partire resto alla finestra. Ascolto un pò di musica e osservo le traiettorie. Traiettorie? Mi sa che il caldo ti ha dato alla testa!
Stefano Tripodi

FONTE

Pernice & patate novelle al forno + marmellata di more (the sunday roast)

Buon compleanno Stefano! Questo post é dedicato al mio compagno di avventure e amico di sempre nel giorno del suo compleanno (o meglio due giorni dopo). Il fatto é che io avevo preparato tutto con dovuto anticipo in modo da far coincidere ricetta e dedica annessa al fatidico giorno, ma come sempre i mille impegni mi hanno messo in crisi e inevitabilmente ficcato il bastone fra le ruote. Peró il pensiero c’é, che é poi quello che conta; insomma come si dice dalle nostre parti “pensamm ‘a salute”, tanti auguri amico mio! Una curiositá che mi piace raccontare: io e Stefano ci siamo conosciuti circa 10 anni fa e con il tempo interessi, passioni e sogni molto simili ci hanno sempre piú avvicinato; insomma un'amicizia rara e mai banale. Ma la cosa che mi ha sempre affascinato é che noi siamo nati a pochi giorni di distanza, nello stesso ospedale (una piccolo clinica privata) e che gli eventi negli anni ci hanno riavvicinato (vai a vedere, magari eravamo pure vicini di culla?!). Ecco un puro caso o no io credo sia uno delgi elementi che da tanto ci mantiene forti. Digressione fatta…passiamo avanti?
La ricetta di oggi come potrete notare non é un dolce, una torta di compleanno, ma uno di quei piatti che ti scaldano l'animo, uno di quelli che a lui, Stefano, piacciono un sacco. Qui in Inghilterra comincia a fare proprio freddo ed i piatti che hai voglia di mangiare sono proprio questi, caldi e saporiti, magari mentre te ne stai seduto davanti al camino del pub sotto casa a sorseggiare una buona birra artigianale. La ricetta é quella di una tipica domenica inglese, un Sunday roast che dalle mie parti é sopratutto a base di selvaggina. La scelta é ricaduta sulla pernice (rara in Italia), ma tranquilli, puó essere sostituita senza rimorso alcuno da un bel pollo ruspante (anche se col pollo ha poco a che vedere). Vi lascio le istruzioni e scappo...stasera mi tocca cucinare! A presto.

Ingredienti x2 persone

2 pernici
50 gr di guanciale
patate novelle (dieci a testa)
5-6 pastinache (oppure carote)
1 limone
2 spicchi d’aglio
1 rametto di timo
sale q.b
pepe q.b
bacche di ginepro

Riscaldare il forno a 190ºC. Strofinare la pernice con abbondante sale, pepe ed olio extravergine d’oliva e riempirne la cavitá con un limone fresco (tagliato a metá), timo e una paio di bacche di ginepro. Coprirne il petto con delle fettine di guanciale e lasciar riposare (in questo modo la carne assorbirá tutto il profumo di limone e spezie). Pulire patate e pastinache (queste ultime andranno tagliate grossolanamente) e farle cuocere in una pentola d’acqua bollente con l’aglio per una decina di minuti. Terminata la cottura scolare, lasciar raffreddare giusto un attimo e versare in una teglia da forno. Il tutto andrá salato e pepato, bagnato con un filo d’olio ed agitato per unire bene gli ingredienti. Al centro adagiare la pernice con una bella noce di burro e cuocere in forno per 30 minuti circa.
Portare in tavola e servire direttamente dalla teglia, aggiungendo alla carne un cucchiaio di marmellata di more.
Volendo sostituire la pernice con un pollo da 1.5 kg circa i tempi di cottura andranno raddoppiati. Il pollo andrá infornato per 45 minuti e le patate (ed appena un filo d’olio) aggiunte solo a questo punto per ulteriori 30 minuti.

Remo Morretta

FONTE

Loukoumades, le frittelle greche

Dal primo momento che le ho viste nel blog cucinare lontano mi hanno affascinata, poi le ho viste anche qui e non ho più resistito ;-)
Ho guardato diversi video: questo, che è il video della ricetta; poi mi è piaciuto questo, guardate con quale manualità frigge le frittelle; e poi ancora questo, che mi ha fatto capire come vengono servite e vendute in Grecia; quindi perchè perdere altro tempo, ho deciso d'imitare subito queste deliziose frittelline!
Io non ho mai mangiato le originali, ma queste mi sono piaciute molto, si fanno piuttosto velocemente, non hanno zucchero nell'impasto, sono molto leggere ed il tocco finale del miele il con la cannella, le rende davvero speciali!
La consistenza dell'impasto era piuttosto consistente rispetto a quella del video, quindi ho aggiunto una cucchiaiata abbontante di yogurt, per metà dose!
Prossimanente vorrei provare anche la versione con il lievito di birra!!!

Ingredienti:
1 uova
125 g di yogurt greco intero + 1 cucchiaio abbondante
100 g di farina bianca 00
1 cucchiaini rasi di lievito in polvere
miele
cannella in polvere
olio per friggere
In una ciotola sbattere le uova con un cucchiaio (io ho usato una frusta), quindi aggiungere lo yogurt e continuare a mescolare, aggiungere la farina setacciata ed il lievito e mescolare il tutto con le mani.
Io ho ottenuto un impasto mooolto più consistente di quello del video, quindi ho aggiunto un'altra cucchiaiata abbondante di yogurt greco; nonostante ciò la consistenza era sempre più dura, la prossima volta lo farò sicuramente più morbido, perchè guardando attentamente i video ho visto che l'impasto è piuttosto morbido.
Procedere immediatamente alla frittura.
In una padella scaldare l'olio e con l'aiuto di 2 cucchiaini versare l'impasto in piccole quantità.
Se l'olio non è abbondante le frittelline non si girano da sole, quindi provvedete voi a farlo, cuocere finchè sono gonfie e dorate.
Scolare su un foglio di carta assorbente, trasferire in un piatto, cospargere con il miele e spolverare con la cannella. Delizioseeeee!!!!
FONTE

venerdì 18 settembre 2009

Francesca Lulleri approda nello staff

Dopo la pausa estiva si ricomincia la stagione, con tante novità e un nuovo arrivo nella redazione.
Quindi con immenso piacere vi presento Francesca, che affiancherà le altre 2 collaboratrici, Daniela e Francesca
Attendiamo quindi le deliziose ricette ed articoli di Francesca, vi lascio con la sua presentazione, così scoprirete più info su di lei Ciao, ho 28 [...]
FONTE

Raviolini dolci alle mandorle

Ecco una ricetta deliziosa che può subire delle variazioni a seconda dei gusti e delle preferenze di ciascuno. Si tratta della ricetta dei raviolini dolci.
Oggi vi propongo la variante alle mandorle, ma si può mettere al suo interno, come già detto, qualsiasi cosa si voglia. L’importante è rispettare le proporzioni ( a me per esempio [...]
FONTE

Coppa gelato allo yogurt, fragoline di bosco, ciliegie e cialde croccanti

Ogni tanto quando il caldo si fa proprio sentire, mi passa persino la voglia di cucina...arrivo a casa dal lavoro stremata dal caldo e dalla stanchezza....mi butto sotto la doccia e poi ho voglia solo di qualcosa che mi dia una grande sensazione di freschezza....e cosa c'è di meglio di un buon gelato?

Oltretutto in questo periodo di "quasi" totale astinenza da dolci, diciamo che soddisfo anche la mia golosità....ecco la nostra cena di quella sera!!!


Vi dico subito che il gelato non è home-made.....è artiginale ma non fatto in casa....ci si accontenta!
Dunque, per ogni coppa ho messo qualche pallina di gelato allo yogurt variegato ai frutti di bosco, spruzzato con un pochino di Calvados, decorato con qualche fragolina di bosco (della piantina del mio giardino) qualche ciliegia e una bella cialda!



Ecco, l'unica cosa che ho preparato io sono proprio le cialde.....che arrivano dirette dirette dall'infallibile Paoletta!

Anni fa una collega abruzzese mi ha regalato la piastra per i ferratelli, wafel......ma tutte le ricette provate fin d'ora non hanno dato i risultati sperati, erano sempre mollicce....finchè le vedo Paoletta e capisco immediatamente che sono quelle giuste....e infatti......CROCCANTISSIME!!!!!!!

La ricetta la trovate qui, io ho fatto mezza dose ma pari pari (la versione con l'acqua, ma proverò anche quella con gli albumi).

Nel gelato ne ho messa solo una come decorazione.....le altre io le ho spezzate e usate "tipo cucchiaio" per il gelato".....mio marito se le è sbaffate spalmate di nutella...........
Non resta altro che sbizzarrirsi variando gusto di gelato e frutta.......ma mi raccomando non fatevi mancare queste cialde!!!!!!


Grazie Paoletta per questo ennesimo regalo!!!!

FONTE

Racconti di cucina al Castello Malvezzi

ovvero il libro di cucina del Castello Malvezzi, contenente 25 ricette e racconti dall'antipasto al dolce per immergersi completamente in quella che può essere la cucina di un grande ristorante.


E' possibile vincere proprio questo libro, scritto a quattro mani dallo chef Alessandro Cappotto e dalla scrittrice Carla Perotti, partecipando al contest lanciato sul loro blog: possono partecipare tutti colore che hanno un blog o sito o qualsiasi presenza online.
Il termine è fissato per le ore 24 del 21 settembre'09....quindi c'è ancora tempo: non perdetevelo!
E già che ci siete date un'occhiata al sito del ristorante: sarete catturati dalla calda atmosfera degli ambienti e ingolositi dal particolare menu!

Infine, non posso non ringraziare Davide per l'invito a partecipare al contest!

A tutti....in bocca al lupo!

FONTE

Menù...1^ parte: antipasto!

Prima di partire per le vacanze estive ormai è diventato un appuntamento fisso (e immancabile) la cena con un collega di mio marito e la sua compagna: due buongustai, che apprezzano la buona cucina, il buon vino (che di solito porta lui, informandosi preventivamente sulla composizione del menù, dolce compreso - tanto sa che io inizio a studiare il menù con largo anticipo...) e la buona compagnia!
Quello che vi voglio proporre oggi è l'antipasto con cui abbiamo iniziato la cena: che io trovo semplicemente divino:
TARTARE DI TONNO CON VERDURE CROCCANTI
Questo antipasto l'ho assaggiato nel mio ristorante preferito durante la cena con cui abbiamo festeggiato il mio compleanno e me ne sono innamorata la primo assaggio.....tanto da voler provare a riprodurlo a casa.....MERAVIGLIOSO!

Questo piatto l'avevo già realizzato in precedenza: solo che, vista "l'allergia" di mio marito verso tutti i formaggi, l'ho fatto solo con tonno e verdure.....buono ma "mancava qualcosa". In questa occasione l'ho proposto, invece, nella versione integrale....era proprio lui!!!!! Beh, ovviamente in quello di mio marito ho omesso anche questa volta il formaggio......
Passiamo alla ricetta: le quantità sono piuttosto indicative, e vi renderete conto che si può realmente andare ad occhio, purchè si mantenga sempre la giusta proporzione tra i vari ingredienti......unico consiglio che mi sento di darvi: il tonno e la ricotta devono essere FRESCHISSIMI!


Per 4 persone:
300 gr circa di tonno a tranci freschissimo
200 gr circa di ricotta di latte di capra
1 zucchina
1 carota
1 peperone rosso
olio evo
succo di limone
aceto di mele (o di vino bianco)
sale e pepe

Per la finitura:
olio evo
prezzemolo tritato molto fine

Tritate il tonno molto finemente con un coltello affilato, mettetelo in una terrina e conditelo con un filo di olio, poco sale, pepe e qualche goccia di limone. Mescolate bene, coprite e fate insaporire in frigo. Nel frattempo sempre con un coltello molto affilato, tagliate a cubettini molto piccoli (non fatevi ingannare dalla foto, sembrano grandi ma non lo sono), la parte verde della zucchina, la carota e il peperone. Mettete in frigo al fresco.
Sistemate sui piatti 4 coppapasta: coprite il fondo con la ricotta ben lavorata con un cucchiaio per amalgamarla, la tartare di tonno e le verdure che avrete condito all'ultimo momento con un sale e pepe, un goccio di aceto e qualche goccia di limone.
Emulsionate l'olio della finitura con il prezzemolo e irrorate il tortino e il piatto...ovviamente dopo aver tolto il coppapasta.
Ho accompagnato ogni piatto con una tartelletta di pasta briseè riempita sempre di ricotta di capra e qualche pomodorino confit: i pomodorini sono stati i protagonisti del primo piatto di quella cena....ma di questo parleremo in seguito.
I miei ospiti, come previsto, hanno davvero gradito questo antipasto....provatelo e mi saprete dire!
Ovviamente questa non è la vera ricetta dell'antipasto servito alla Fornace, ma solo una mia interpretazione: assaporando il piatto ho sentito determinati sapori che ho cercato di ricreare (soprattutto per quanto riguarda il tipo di condimento usato per il pesce e per le verdure)....anche se devo dire che era molto molto simile!!!
Alla prossima!
FONTE

Polpette di melanzane

Le giornate uggiose di questi giorni mi hanno fatto ricordare che, purtroppo, l'estate sta finendo; e in questo periodo, forse, più che in altri, si sente il bisogno di coccolarsi; io non preparo spesso fritti ma in questo caso, me lo sono concessa ;-)
Quindi, anche se il tempo non è nostro alleato, noi ci consoliamo con queste polpettine di melanzane; semplici da preparare ma nello stesso tempo gustosissime!!!
Insieme all'estate, presto finisce anche la stagione delle melanzane, allora è meglio affrettarsi a preparare gli ultimi piatti con questo ortaggio.
Vi consiglio di provarle perchè a casa piacciono mooolto ;-)
La ricetta la presi molti anni fa da una rivista!

Ingredienti:
700 g. melanzane
1- 2 spicchi d'aglio (a seconda dei gusti)
1 mazzetto basilico
1 mazzetto prezzemolo
1 uovo intero
3 cucchiai di caciocavallo grattugiato
pane grattugiato q.b.

Tagliare le melanzane a tocchetti.
Per la cottura utilizzo, di volta in volta, diversi metodi a seconda del tempo e della temperatura di casa:
- si possono cuocere per circa 10 minuti nel cestello della cottura a vapore (che è il metodo che ho utilizzato stavolta);
- si possono, tagliare in 4 e far bollire per circa 10 minuti;
-si possono tagliare a metà, spennellare d'olio e cuocere in forno per circa 40 minuti o, comunque, finchè sono morbide, con questo metodo risultano più saporite ma è impensabile quando fa troppo caldo!
Scolare le melanzane cotte e farle raffreddare.
Mettere le melanzane in una terrina schiacciarle con una forchetta, unire gli spicchi d'aglio sbucciati e tritati, il prezzemolo ed il basilico tritati, l'uovo, il caciocavallo, ed eventualmente qualche cucchiaio di pangrattato, se l'impasto dovesse risultare molto morbido; aggiustare di sale e pepe e mescolare bene!
Con l'aiuto di un cucchiaio formare delle polpette e e passarle nel pane grattugiato.
Friggere in abbondante olio, possibilmente d'oliva, toccandole il meno possibile perchè il composto risulta piuttosto morbido, cuocere finchè si forma una bella crosticina croccante da entrambe le parti.
Scolare su un foglio di carta assorbente e servire.
FONTE

[Non chiamatela] Antropologia del dove, del quando & del caldo metropolitano!


Le antropologie ce le eravamo quasi scordate. 
Io per primo le avevo dimenticate, mettendo da parte una briciola sostanziosa del Maiale. In realtà, e sinceramente, mi appaiono ora come un modo volgare di raccontare altro oltre le ricette ed i luoghi ai quali siamo abituati da tempo. Dico volgare perchè quelli che furono tentativi maldestri di cimentarsi in un'antropologia sono ora, e suona pure meglio, racconti di vita con annesse riflessioni. Il Maiale mangia & beve, ingrassa e si sollazza.. ma prova anche a riflettere qualche volta. A pancia piena si intende. Dunque anche a Roma da qualche giorno il caldo afoso e l'immancabile venticello sono apparsi. Se ne accorgono le signore sui tram, le studentesse accalorate per strada e gli impiegati vestiti di tutto punto, giacca e cravatta, camicia a maniche lunghe e occhiali da sole. Io Roma sto per lasciarla. Una serie di impegni e la voglia di andare mi portano lontano. Lascio anche casa, che riprenderò a settembre/ottobre chissà in quale quartiere, municipio o borgata. Negli ultimi giorni passo volentieri le ore che precedono il buio alla finestra. Una birra gelata a farmi compagnia e i miei occhi puntati sulla piazza. Dalla mia postazione privilegiata osservo le persone nel caotico e rumoroso atto dello spostarsi. Un amico non amico mi parlava di traiettorie. Una notte sulla Casilina, dall'ultimo piano di un palazzetto, provò a spiegarmi la sua teoria. Una teoria contemplativa, che non tentava per forza di giungere a una conclusione. Quando sto quassù, mi diceva, osservo la gente muoversi e traccio per ognuno la sua traiettoria. Immagino flussi di linee che compongono un mosaico di vite, fatti e accadimenti. Spesso, ovvio, queste si mescolano, si intrecciano e a me pare quasi che le vite di quello o quell'altro possano scontrarsi, congiungersi, arrotolarsi insieme. Sarà stata l'ebbrezza ma a me piacque quella teoria, questo modo di partecipare alla vita senza parteciparvi. Un osservatorio del resto ha sempre il privilegio di lasciare spazio alla fantasia. Così io butto i miei occhi sulla piazza, sul sole che cala, sui wine bar che si riempiono, sul venticello che ritorna, sulla mia birra e su tutta la mia immaginazione. Mi faccio domande senza attendere risposte. Metto su un pò di musica e lascio spazio alla testa. Dove andrà quella ragazza con la gonna bianca, che giornata avrà avuto, chi ama, che pensa, cosa mangia. E quel signore anziano che a stento riesce a trascinare la busta che porta con se? Tutto mi appare così delicato. Leggero e irresistibile. Il mondo, o parte di esso, si muove ai miei piedi. Poco al di sotto di essi. Ed è uno scomporsi di suoni, di teste e silouette, di macchie di colore sul fondo grigio dell'asfalto. Tra i semafori e i tram, il bar Regina e quei due buffi ometti bianchi. Centinaia di teste si muovono per andare da qualche parte. Per andare dove devono andare. Finita la birra mi butto sul letto e chiudo gli occhi. Rimango immobile per un pò, poi sento l'immancabile languore. Apro gli occhi e penso a cosa cucinare. Sono giorni in cui mangio sempre da solo e quelle, credetemi, sono le cucinate migliori. Come sempre accade. Un biscotto di grano con olio di frantoio, pomodori di Sicilia, basilico, finocchietto e pecorino. Una frittata alla Sannita, mozzarelline ripiene di verdurine di stagione tagliate a cubetti piccolissimi e fritte in poco olio. Fiori di zucca, insalata di frutta e verdura, melanzane grigliate con mentuccia, yogurt, fragole, ciliege, pesche, miele e cereali. Un sorso di amaro fatto in casa e passa la paura. Paura del dove e del quando, dell'andare, produrre, incontrare, poi ritornare e ricominciare. Quali sono e saranno le mie traiettorie? Una dolce paura accarezzata dallo stordimento di una giornata afosa passata in giro tra cose da fare, caffè con crema e telefonate. "Devo prendere le pellicole ci vediamo a Ottaviano, aperitivo alle 18 a San Lorenzo, una casa da vedere alle 17, ma poi ce la fai a venire?! C***o non ho tirato fuori i panni dalla lavatrice, ma domani vieni alla cena, cucini tu? Chiama la scuola dì che non vai alla riunione, no ma se torno prima ci passo un secondo. Ma quella del giornale l'hai più vista? Mamma, allora non torno ci vediamo a fine mese direttamente. La digitale in assistenza. Oh, ma chi era quella?! Non lo so! Questo caldo mi stressa, mi fa sudare, ho sempre voglia di entrare in un bar e sciacquarmi il viso. Stare qui dentro, in mezzo alle cose mi prende male. Dovrei anche cucinare qualcosa e scattare due foto. Il Maiale Ubriaco. Oramai ha preso forma dentro di me. Mi aspetto sempre di incontrarlo, magari la notte quando mi alzo per andare a bere. Svolto l'angolo e zac! mi si piantona davanti. Grosso e grasso, dritto sulle zampe anteriori. E ride, e mi guarda, e ride. "Mi avete creato voi, ora dovete seguire la mia traiettoria!" Oh no, o mio Dio. No ma è il caldo, il caldo che rimpalla sul cemento di questa strana città, un pò metropoli un pò paese mi sta dando le allucinazioni. Non ci posso restare qua dentro. Dentro alle strade a fare le cose, a telefonare, a sentirmi come Bukowski in quel racconto visionario che era "6 pollici". ... Era carina quella, ti ha salutato e vuoi dirmi che non la conosci? Ste ma dove vai? Oh? ... Vado alla mia finestra. Ho comprato la birra. Vado a casa, no non vengo alla cena, non esco stasera. E non mangio. Fino a prima di partire resto alla finestra. Ascolto un pò di musica e osservo le traiettorie. Traiettorie? Mi sa che il caldo ti ha dato alla testa!
Stefano Tripodi

FONTE

Pernice & patate novelle al forno + marmellata di more (the sunday roast)

Buon compleanno Stefano! Questo post é dedicato al mio compagno di avventure e amico di sempre nel giorno del suo compleanno (o meglio due giorni dopo). Il fatto é che io avevo preparato tutto con dovuto anticipo in modo da far coincidere ricetta e dedica annessa al fatidico giorno, ma come sempre i mille impegni mi hanno messo in crisi e inevitabilmente ficcato il bastone fra le ruote. Peró il pensiero c’é, che é poi quello che conta; insomma come si dice dalle nostre parti “pensamm ‘a salute”, tanti auguri amico mio! Una curiositá che mi piace raccontare: io e Stefano ci siamo conosciuti circa 10 anni fa e con il tempo interessi, passioni e sogni molto simili ci hanno sempre piú avvicinato; insomma un'amicizia rara e mai banale. Ma la cosa che mi ha sempre affascinato é che noi siamo nati a pochi giorni di distanza, nello stesso ospedale (una piccolo clinica privata) e che gli eventi negli anni ci hanno riavvicinato (vai a vedere, magari eravamo pure vicini di culla?!). Ecco un puro caso o no io credo sia uno delgi elementi che da tanto ci mantiene forti. Digressione fatta…passiamo avanti?
La ricetta di oggi come potrete notare non é un dolce, una torta di compleanno, ma uno di quei piatti che ti scaldano l'animo, uno di quelli che a lui, Stefano, piacciono un sacco. Qui in Inghilterra comincia a fare proprio freddo ed i piatti che hai voglia di mangiare sono proprio questi, caldi e saporiti, magari mentre te ne stai seduto davanti al camino del pub sotto casa a sorseggiare una buona birra artigianale. La ricetta é quella di una tipica domenica inglese, un Sunday roast che dalle mie parti é sopratutto a base di selvaggina. La scelta é ricaduta sulla pernice (rara in Italia), ma tranquilli, puó essere sostituita senza rimorso alcuno da un bel pollo ruspante (anche se col pollo ha poco a che vedere). Vi lascio le istruzioni e scappo...stasera mi tocca cucinare! A presto.

Ingredienti x2 persone

2 pernici
50 gr di guanciale
patate novelle (dieci a testa)
5-6 pastinache (oppure carote)
1 limone
2 spicchi d’aglio
1 rametto di timo
sale q.b
pepe q.b
bacche di ginepro

Riscaldare il forno a 190ºC. Strofinare la pernice con abbondante sale, pepe ed olio extravergine d’oliva e riempirne la cavitá con un limone fresco (tagliato a metá), timo e una paio di bacche di ginepro. Coprirne il petto con delle fettine di guanciale e lasciar riposare (in questo modo la carne assorbirá tutto il profumo di limone e spezie). Pulire patate e pastinache (queste ultime andranno tagliate grossolanamente) e farle cuocere in una pentola d’acqua bollente con l’aglio per una decina di minuti. Terminata la cottura scolare, lasciar raffreddare giusto un attimo e versare in una teglia da forno. Il tutto andrá salato e pepato, bagnato con un filo d’olio ed agitato per unire bene gli ingredienti. Al centro adagiare la pernice con una bella noce di burro e cuocere in forno per 30 minuti circa.
Portare in tavola e servire direttamente dalla teglia, aggiungendo alla carne un cucchiaio di marmellata di more.
Volendo sostituire la pernice con un pollo da 1.5 kg circa i tempi di cottura andranno raddoppiati. Il pollo andrá infornato per 45 minuti e le patate (ed appena un filo d’olio) aggiunte solo a questo punto per ulteriori 30 minuti.

Remo Morretta

FONTE

Baccanali di agosto/resoconto di un viaggio in Terra di Puglia.

Per vedere una cosa bisogna comprenderla.
Questa frase di Borges apre il depliant pubblicitario dell'Atlante dei Beni Culturali della Provincia di Taranto. Siamo stati in terra di Magna Grecia. Ci siamo stati in agosto fin verso la fine e questo è il nostro resoconto. Abbiamo osservato mangiato e bevuto il tratto di mare che va da Taranto fin verso Gallipoli, percorrendolo in profondità e raggiungendo la sponda opposta, quella adriatica, precisamente verso Polignano a mare. Di questo peregrinare dirò innanzitutto del cibo, poi del mare e del vino. Quanto al palato, amici miei, non saprei da dove cominciare. Mentre lungo la fascia litoranea era tutto un tumulto di pucce, bombette, bomboloni, focacce ripiene cipolla e olive e il pesce talmente fresco da esserci lo storico detto "fricenno, mancianno!", noi a pochi metri dal mare cercando l'ombra e il maestrale non ci siamo fatti mancare niente. Precisamente localizzati in quel di Pulsano, vicinissimi al decadente lido Silvana, che prende il nome dalla Pampanini che lo battezzò, abbiamo potuto degustare tutte le primizie dell'entroterra favoriti da conoscenze campagnole. Dai fichi d'India all'uva di Vraca e la primaticcio (l'uva nera, quella del Primitivo); i latticini della valle d'Itria, la carne di Ceglie e di Crispiano e quindi filetto di cavallo e cavallino, poi erbetta di campagna selvatica, burrate e stracciatelle, la giuncata, le pampanelle nella foglia di fico servite e distribuite sulla spiaggia dai contadini, le lumache col pomodorino, con la menta e l'aglio. I ricci appena pescati e mangiati crudi a fine pasto. La pagghiotta, un mirabilante frutto appartenente alla famiglia del cetriolo il cui nome cambia a distanza di pochi chilometri, per diventare cummarazzo in territorio di Grottaglie, quindi spiuleddhra, spuredda bianca, spuredda nera, spuredda pelosa ... direi che è meraviglioso! L'olio di frantoio a condire tutto e una lieve, leggera spruzzata di sale. Se è vero, come abbiamo detto in passato, che l'equilibrio si nasconde nella semplicità per diventare eleganza, è chiaro che un prodotto della terra al suo massimo qualitativo non ha bisogno di niente altro, basta a se stesso. Così poche gocce d'olio - di quell'olio! - su della rucola appena colta sono state pura poesia. Come contemplare il mare al tramonto accoccolati in spiaggia nella baietta del Pescatore. E veniamo al mare. Mare vuol dire territorio, ed io vi dirò che per lunghi tratti questa costa tarantina mi è parsa puro Messico. Come all'alba, di ritorno da Gallipoli, abbiamo contemplato il litorale in silenzio. Ricordandoci degli anziani seduti fuori la porta, appena sulla strada e al passare delle automobili, delle case bianche e basse, di quella stessa aria calda come fossimo a La Paz. Mare incredibilmente bello, dalla sabbia sottilissima e dal colore smeraldo. Il rapporto di questa gente col mare è incredibile. A mare si vive, sempre e per tutta l'estate. Sporchi di sabbia notte e giorno. Già lontanissimo dal mare campano o basilisco, le cui coste rocciose rendono più difficile l'approdo creando un altro tipo di legame. C'è mare e mare, e questo mare, capirò un giorno, significa tante cose. Mentre Taranto brucia, città oscura e decadentissima, dove l'Ilva è madre buona e arcigna insieme col suo dare a mangiare e portare via. Siamo stati poi a Polignano a Mare, raggiungendo l'Adriatico e scoprendo un luogo meraviglioso le cui coste furono approdo di contrabbandieri provenienti dal Montenegro.
Nulla da invidiare alle più blasonate Positano o Amalfi, tanto per dirne qualcuna. Anche qui il pescato è eccezionale, il più buono di tutta la Puglia. Ritornando verso Pulsano e passando per le strade dei trulli siamo andati a trovare la famiglia Ricci ed il suo Al fornello da Ricci. Il ristorante, località Ceglie Messapica, fa parte dei Jeunes Restaurateurs d'Europe. Nel cuore della bassa Murgia una vecchia masseria propone l'assoluta qualità del territorio con freschezza e semplicità. Dai quadrotti al nero d'oliva con fonduta di fiori di zucchina alla chitarrina di grano arso con crudaiola di ortaggi croccanti e cacio ricotta, passando per il classico spiedo misto di agnello locale, salsiccia e fegatini, tutto è stato uno splendido viaggio. Ritorna un'equazione che ancora sembra difficile: materie prime di grande qualità e semplicità di approccio. Semplicemente geniale. Ci ritorneremo in inverno e questa volta faremo il percorso completo. Vivere il territorio con chi vi appartiene e osservare e comprendere, tanto per ritornare a Borges. Mentre un acutissimo Paolo Rumiz sulle pagine di Repubblica scriveva, osservando lembi di terra del Belpaese, "questa è Italia, che ne sanno i politici dell'Italia!", noi abbiamo accarezzato un minuscolo pezzo di territorio italiano provando a sentire, prima ancora che vedere. Passando dal bellissimo quartiere delle ceramiche di Grottaglie e sfiorando appena la Ghironda, incrociando il Festival dei Sensi, siamo giunti, senza accorgercene, alla fine dell'estate. Lascio che parlino le immagini, che siano landscapes o dettagli, la suggestione che voglio comunicarvi si fa tatto, e olfatto, vista e gusto. Sapore. Abbiamo detto di cibo e di mare, mi rimane solamente il vino. Bastano poche parole. Mai bevuto un nettare così. Venti giorni di Primitivo Amabile spillato direttamente dai barili, temperatura 14/15° circa, servito fresco in ampi bicchieri di vetro antico è solo e solamente pura emozione. Ed ora che sono qui e scrivo, lontano da quell'inebriarsi, rido un bel pò pensando a mio padre che, cacciando il fondo dell'ultima bottiglia disse spaventato: c'è penuria di Manduria! Che belli che siamo, che bella l'Italia. Comprendere per vedere è una nuova nozione che terremo a mente. Quando berremo un vino, assaggeremo un frutto, parleremo con qualcuno, cresceremo un figlio.
Stefano Tripodi


FONTE

giovedì 10 settembre 2009

Crema pasticcera al cacao o cioccolato :D

Presto vi farò vedere la torta barca dei pirati :D è venuta molto carina ed è piaciuta a tutti! Non è neanche molto difficile da fare.
Intanto vi faccio vedere la farcitura, ovvero una bella crema al cacao :P

Ingredienti
2 tuorli
mezzo litro di latte
50 gr di farina
100 gr di zucchero
2 cucchiai di cacao amaro (io ne ho messi 4 perchè mi piace bello fondente :D)


Procedimento
In un pentolino mettiamo la farina e lo zucchero insieme ai 2 tuorli e i cucchiai di cacao amaro. Prendiamo le fruste e aggiungiamo un pò di latte al composto, quanto basta per far si che non salti via tutto quando cominciamo a girare con le fruste :D


Quando il composto sarà ben amalgamato, aggiungiamo il restante latte e lo poniamo a mezza fiamma a fuoco basso. Mescoliamo continuamente, sempre dallo stesso verso, e aspettiamo che il latte cominci a bollire. Dal momento dell'ebolizzione lasciamo andare dolcemente per 5 minuti circa (o fino a quando la crema si sarà addensata). E' venuta davvero buona, sicuramente la rifarò per altre occasioni. Poi quando si è freddata non era liquida, e quindi sono riuscita a farcire benissimo il pan di spagna! Volendo si può aromatizzare con la scorza d'arancia quando si aggiunge il latte.

Buonaaaa :P


FONTE

Torta barca dei pirati con crema al cacao

Eccoci quì con la torta barca :D
Devo fare una premessa. Per costruire la barca ho fatto un pan di spagna al cacao, aggiungendo alla ricetta classica del pan di spagna (che trovate quì sotto con il link) qualche cucchiaio di cacao amaro. Solamente che il composto si è smontato quando li ho aggiunti e così il pan di spagna è diventato un mattone :D Però per la creazione che dovevo fare andava più che bene, anzi, non sbriciolandosi come un normale pan di spagna sono riuscita a lavorarlo molto meglio!

Ingredienti
Pan di spagna (Per la ricetta cliccate QUI)
Crema pasticcera al cioccolato (Per la ricetta cliccate QUI)
Amaretto per bagnare
Panna da montare
Colorante azzurro
Nutella
Qualche biscotto tipo "togo"

Procedimento
Tagliare in 2 dischi il pan di spagna, dopo averlo lasciato freddare.

Bagnate tutti e due gli strati di pan di spagna con dell'Amaretto e farcite con la crema pasticcera al cacao fatta preventivamente freddare.

Ecco quì il pan di spagna/mattone :D Dargli una forma a "barca" secondo la propria fantasia :D

Poi l'ho spalmata bene di nutella in modo da assemblare tutti i pezzi e l'ho messa in freezer a solidificare.
Poi ho montato la panna e ne ho usata un pò per ricoprire tutta la base e il resto l'ho colorata di azzurro con del colorante alimentare liquido (l'ho preso all'eurospin) ed ho mescolato per uniformare il colore. Con una sacca a poche ho creato un effetto "onda". Poi ho preso dei bastoncini da spiedino ed ho stampato le classiche bandiere da pirata, trovate su internet. Le ho ritagliate e le ho fatte passare nel bastoncino. Ho guarnito la barca con qualche biscotto tipo "togo", l'ho adagiata su letto di panna e ho messo le bandiere.

Spero vi piaccia :D


FONTE

Pennette al salmone, con panna

Eccomi di nuovo a postare dopo qualche giorno di latitanza :D Tra poco è agosto, aspettatevi tante torte (spero!), visto che è il mese dei compleanni qui da me! :D
Questo piatto che vi vado a presentare è uno dei miei tanti piatti preferiti.. è delizioso!

Ingredienti per 4 persone
400 gr di pennette
Salmone affumicato sott'olio circa 150 gr
Cipolla
Olio
Sale
Passata di pomodoro
Panna da cucina

Procedimento
Lasciamo imbiondire la cipolla nell'olio, finchè diventa trasparente.

Aggiungiamo quindi la scatoletta di salmone, senza scolarlo dal proprio olio. Quando sarà ben rosolato spruzzare con un pochino di brandy. Aggiungere un cucchiaio di passata di pomodoro, tanto per dargli un pò di colore :D

Intanto che il "sughetto" cuoce, mettiamo a bollire l'acqua per la pasta, saliamo e buttiamo giù le pennette. Quando saranno cotte le scoliamo e uniamo il salmone alla pasta aggiungendo della bella panna da cucina :D.

Ecco qua il piatto. Provatelo perchè è spettacolare! Io ci metto sempre una spolverata di peperoncino :D


FONTE