lunedì 18 gennaio 2010
Ravioloni di ricotta e acciughe, con concassè di pomodori freschi sporcati con pesto crudo
All’apertura del vasetto, è uscito un mix esplosivo di profumi, davvero eccellente. Basilico profumato, ma il vero basilico genovese…. da distinguere davvero da tutti gli altri, perchè il basilico che cresce nella zona di Prà, [...]
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Spiedi di maiale & prugne + marmellata di rabarbaro
Il post del Lunedi, meglio tardi che mai!Devo essere sincero, sono quasi 10 minuti che provo a dare forma ai miei pensieri e mani alla tastiera cerco di infilarmi fra le righe di questo post. Non credo mi stia riuscendo tanto bene visto che ogni frase battuta é seguita da un diffidente sguardo allo schermo e da un "se vabbé, domani" farfugliato fra le labbra. Ho avuto una giornata piuttosto densa, piena di impegni, persone da conoscere, mani da stringere, battute da scambiare (in inglese poi, figuratevi) e disegni da analizzare. Si, ieri é stato uno di quei giorni in cui ti viene da pensare a se tutto quello che stai facendo, la gente che ti sta intorno e le parole che poco spontaneamente butti fuori pur di portare a termine una mare di banali conversazioni abbiano un senso. Arrivi alle 6 del pomeriggio che proprio non ce la fai piú, non sei piú te stesso e non hai voglia di parlare con nessuno, evitando il minimo contatto visivo con chiunque ti stia intorno.
Fortunatamente peró a casa ti risollevi, alzi la testa e ti godi un pó di tempo in compagnia delle tue cose e della persona che ami. Poi c'é il Maiale Ubriaco che ti da una mano a ritorvare un dimensione sempre piú tua; io lo uso un pó come un diario ed un modo per tenermi vicino al mio caro amico Stefano che dall'altra parte dello schermo legge e mi immagina, in questa realtá cosi diversa da quella in cui siamo crescuti. Termina cosi il mio racconto di oggi, questa piccola parentesi di vita quotidiana. La ricetta che segue va a tutti quelli che in questo momento hanno il piacere di leggermi e a loro auguro una buona settimana!
Ingredientix la marmellata
500 gr. di rabarbaro
200 g di zucchero
3-4 cucchiai di succo di limone
Mettete sul fuoco una casseruola con lo zucchero ed il limone e lasciate sciogliere. Unite il rabarbaro lavato e tagliato in pezzi e girate con un cucchiaio di legno per 10 minuti a fuoco alto. Abbassate la fiamma e portate a cottura avendo cura che la marmellata non si addensi troppo. Se volete conservarla, a termine cottura invasate e chiudete ermeticamente.
x gli spiedini
500 gr. di lonza di maiale
400 gr. di prugne fresche
400gr. di patate novelle
alcune foglie di salvia
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
aceto balsamico
sale grosso
pepe nero
Pulire le prugne e le patate e tagliarle a metá; tagliare anche la carne a cubetti e dopo aver aromatizzato il tutto con un filo d'olio extravergine d'oliva, sale e pepe nero iniziare a infilare gli ingredienti in lunghi spiedini di legno, alternandoli a delle profumate foglie di salvia. Finita la preparazione adagiare gli spiedi in un largo piatto o in una teglia e irrorarli con dell'aceto balsamico. Cuocere su una griglia ben calda (naturalmente ideale sarebbe la brace) rigirandoli spesso. Terminata la cottura strofinare con un spicchio d'aglio e servire con una deliziosa marmellata di rabarbaro.
Remo Morretta
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[Non chiamatela] Antropologia del dove, del quando & del caldo metropolitano!
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Soufflé al vino passito & racconti di viaggio
Il post del viaggiatore!Carissimi lettori, é oramai una vita che non vi scrivevo, cosi ho pensato di buttar giú due righe per tenervi compagnia e naturalmente, come si diceva con Stefano un pó di tempo fa, ingrassare questo maiale. Purtroppo il lavoro mi ha tenuto lontano; a casa non ci mettevo piede non so da quanto tempo (sinceramente, mi sa che ho perso il conto) ed in cucina davvero non riesco a passarci piú di qualche minuto. Da settimane sono in giro per il mondo, salto da un aereo all’altro e mangio davvero quando e dove capita; insomma un povero disperato con la valigia in mano a cui colazioni e cene di lavoro insipide e senza anima (fatte le dovute eccezioni) hanno logorato il senso del gusto e brutalmente represso quell’ indispensabile voglia di convivialitá. Poi d’improvviso, come nelle belle favole, cambia qualcosa ed arriva il momento della riscossa. Qualche giorno fa di buon mattino sono uscito con la mia Paula per una lunga passeggiata in un piccolo villaggio non distante da casa nostra; la natura, le cassette coi tetti di paglia, gli asini e le pecore, quel profumo rigenerante di erba appena bagnata dalla rugiada mi hanno riportato in una dimensione piú umana, semplice e dai rtimi blandi come piace a me. Dulcis in fundo (e qui ci sta proprio bene) come se non bastasse siamo stati indirizzati verso un piccolo pub The Pot Kiln in cui ad ora di pranzo sarebbe iniziato un corso di cucina per dolci al forno, bakery si dice qui. Naturalmente non mi sono fatto sfuggire l’occasione e dopo una lauta colazione in loco sono entrato nella piccola ed accogliente cucina con un simpatico gruppo di persone arrivate da ogni dove per l’occasione. Ho passato delle ore splendide a pasticciare con uova e farina mentre Paula divertita scattava fotografie piú o meno utili e sorseggiava una tazza di the (inglese DOC). Ho racimolato un bel pó di ricette. Eccovi la prima!
Ingredienti 80 gr zucchero
4 uova
1 cucchiaio di farina
burro
zucchero a velo
sale
Montate a bagnomaria i tuorli delle uova con 80gr di zucchero e 80gr di passito fino ad ottnere uno zabaione spumoso. Fatelo raffreddare quindi incorporatevi la farina e gli albumi montati a neve con un pizzico di sale ed infornate a 180° per 25 minuti. Servite il soufflè appena sfornato con una abbondante spolverata di zucchero a velo.
- non riempire fino all’orlo il recipiente con il composto, fermatevi sempre a circa 2cm dal bordo così da evitare la fuoriuscita del soufflè in cottura e il relativo sgonfiamento
- infornate sempre a forno già caldo
- gli albumi montati a neve ben ferma devono essere incorporati all’impasto appena prima di infornare
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Briciole d'agosto: Il Maiale a Parigi [capitolo III]



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Pork pie & Borough Market: un' estate a Londra
Amici miei, dovete sapere che questa per me é un'estate davvero particolare. Non mi era mai capitato da quando sono qui di starmene lontano dalla mia terra in questo periodo e tutto mi sembra cosi strano. La sera guardo il telegiornale e sento parlare di esodo, gran caldo, di italiani in vacanza, cene in terrazza a lume di candela, concerti e teatro a Ravello o a Segesta. Io per un attimo credo di essere li, sorrido pensando a quella bella giornata di mare che il giorno dopo mi potrei godere, a qualche ora in barca magari a chiacchierare del piú e del meno col mio amico Stefano. Poi dalla finestra intravedo gli alberi ondeggiare al vento, un timido raggio di sole affacciarsi fra il grigiume delle nuvole circostanti ed ahimé sembra pure che una leggera e costante pioggia inizi a cadere. "Macché estate, qui siamo in pieno autunno..." farfuglio malinconico continuando a sorseggiare il mio bicchiere di vino rosso. Fortunatamente da queste parti la stagione estiva é ricca di eventi ed io per sentirmi a casa mi sono dato da fare, concedendomi qualche ora fra la gente in un posto movimentato e frenetico quale é Londra. Appunto a questo volevo accennare. Questo fine settimana sono stato a trovare degli amici nel quartiere londinese di Clapham ed ho avuto l'opportunitá di (ri)scoprire una realtá cittadina davvero gradevole; diversa dalla Parigi che descrive il mio compare, ma comuqnue affascinante. A parte i numerosi negozi di artigianato, i ristorantini, café ed una serie di botteghe gourmet che popolano la zona, sono stato attratto da un piccolo mercato ai piedi di London Tower che da anni oramai é simbolo di freschezza e riscoperta dei prodotti e produttori locali, il Borough Market. Qui ci ho trovato tutto quello che mi serviva per sentrimi veramente a casa ed entusiasta ci ho trascorso delle ore bellissime, immerso in una piccola ed accogliente realtá bucolica, nel cuore della metropoli. Fra le tante prelibatezze ho trovato la "pork pie", squisitezza appartenente alla tradizione inglese piú antica. Naturalmente non ho saputo trattenermi, ne ho comprate di tutti i tipi ed una volta tornato a casa ne ho preparato una versione tutta mia. Ve la lascio qui, buona settimana!The Oxford Companion to Food, Alan Davidson [Oxford University Press:Oxford]
x il ripieno
450 gr spalla di maiale
55 gr grasso di maiale
55 gr di pancetta
sale q.b
x la sfoglia
450 gr di farina
250 gr di lardo
90 ml d’acqua
latte q.b
sale q.b
x la gelatina
300 ml d’acqua
½ bustina di gelatina in povlere (circa 6 gr)
prezzemolo
pepe
La carne ed il grasso andranno tritati, salati e pepati ed aggiunti agli stampi. Bagnare le estremitá della rimanente sfoglia con dell’acqua ed usara per chiudere il tutto.
Spennellare con del latte e cuocere in forno a 190 C per circa 1 ora e 30 minuti. Terminata la cottura lasicar riposare per qualche ora. Preparare intanto la gelatina che una volta pronta andrá versata nei tortini attraverso una piccola incisione del coperchio di pasta sfoglia. Lasciar riposare in frigo per 7-8 ore.
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Il Maiale ubriaco incontra i produttori di Provolone del Monaco


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Risotto passato in forno con limoni di Sorrento e provolone del Monaco
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Tortino di friselle, pomodori pachino secchi e alici (La Caponata)
Ma che bello ritrovarsi a scrivere per il Maiale! Mi mancava questo appuntamento ormai classico, in cui di sera dopo una succulenta cenetta mi siedo al computer e inizio a scrivere del piú e del meno, a parlarvi dei miei viaggi e dei piatti in cui mi sono cimentato, aggiungendo qua e la pensieri sparsi. Spero voi stiate bene e che l'estate via abbia portato consiglio (dal punto di vista culinario, si intende). Io qualche giorno fa ho aggiunto l'ennesima traversata al mio calnedario e sono tornato a casa a trovare i miei cari. Era tanto che mancavo e sapete com' é, la mamma si era cominciata a preoccupare, pensava che una sana rimpatriata mi avrebbe scrollato dalle spalle il peso della stanchezza e regalato un pó di buona cucina...aveva ragione!Il post di oggi, leggero e senza impegno (sciué sciué come si dice a Napoli), nasce proprio da questa breve sosta salernitana, dal mio breve e nostalgico incontro con il mare e un arrivederci ad un'estate italiana di cui ho tanto sentito la mancanza. Manco a dirlo trattasi di una trovata della mamma che in cucina non ci sta troppo volentieri, ma che ha il palato fine e a piatti cosi proprio non sa resistere. Io vi riporto la ricetta "originale", tanto povera quanto gustosa, con l'aggiunta di due ingredienti preziosi: il pachino siciliano secco, regalo della splendida Segesta e le alici di Cetara, Costiera Amalfitana. Godete e inebriatevi del profumo di questo piatto. Buon appetito!
Ingredienti x 4 persone
4-5 friselle (o a Napoli freselle)
2 pomodori San Marzano maturi
7-8 pomodorini pachino secchi (sott'olio)
4 filetti di alici sotto sale
2 cucchiai di olive nere di Gaeta
1 cucchiaio di capperi
olio extravergine d'oliva q.b
pepe nero q.b
origano q.b
Bagnare velocemente le freselle lasciadole ancora croccanti e pestarle in una ciotola. Aggiungere un filo d'olio extravergine d'oliva, del pepe nero e amalgamare il tutto. Versare il trito di pane biscottato in dei piccoli stampi cilindrici che andrete a sfilare dopo pochi istanti aiutandovi con le dita. A questo punto completare la caponata con il resto degli ingredienti e servire subito. Nota, non aggiungete sale, le alici, i capperi ed i pomodori secchi hanno un grado salino giá abbastanza elevato. Annaffiate il tutto con una profumatissima Ribolla Gialla del Friuli (Ribuele, cosi la chiamano da quelle parti).
Remo Morretta
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Pernice & patate novelle al forno + marmellata di more (the sunday roast)
Buon compleanno Stefano! Questo post é dedicato al mio compagno di avventure e amico di sempre nel giorno del suo compleanno (o meglio due giorni dopo). Il fatto é che io avevo preparato tutto con dovuto anticipo in modo da far coincidere ricetta e dedica annessa al fatidico giorno, ma come sempre i mille impegni mi hanno messo in crisi e inevitabilmente ficcato il bastone fra le ruote. Peró il pensiero c’é, che é poi quello che conta; insomma come si dice dalle nostre parti “pensamm ‘a salute”, tanti auguri amico mio! Una curiositá che mi piace raccontare: io e Stefano ci siamo conosciuti circa 10 anni fa e con il tempo interessi, passioni e sogni molto simili ci hanno sempre piú avvicinato; insomma un'amicizia rara e mai banale. Ma la cosa che mi ha sempre affascinato é che noi siamo nati a pochi giorni di distanza, nello stesso ospedale (una piccolo clinica privata) e che gli eventi negli anni ci hanno riavvicinato (vai a vedere, magari eravamo pure vicini di culla?!). Ecco un puro caso o no io credo sia uno delgi elementi che da tanto ci mantiene forti. Digressione fatta…passiamo avanti?La ricetta di oggi come potrete notare non é un dolce, una torta di compleanno, ma uno di quei piatti che ti scaldano l'animo, uno di quelli che a lui, Stefano, piacciono un sacco. Qui in Inghilterra comincia a fare proprio freddo ed i piatti che hai voglia di mangiare sono proprio questi, caldi e saporiti, magari mentre te ne stai seduto davanti al camino del pub sotto casa a sorseggiare una buona birra artigianale. La ricetta é quella di una tipica domenica inglese, un Sunday roast che dalle mie parti é sopratutto a base di selvaggina. La scelta é ricaduta sulla pernice (rara in Italia), ma tranquilli, puó essere sostituita senza rimorso alcuno da un bel pollo ruspante (anche se col pollo ha poco a che vedere). Vi lascio le istruzioni e scappo...stasera mi tocca cucinare! A presto.
Ingredienti x2 persone2 pernici
50 gr di guanciale
patate novelle (dieci a testa)
5-6 pastinache (oppure carote)
1 limone
2 spicchi d’aglio
1 rametto di timo
sale q.b
pepe q.b
bacche di ginepro
Riscaldare il forno a 190ºC. Strofinare la pernice con abbondante sale, pepe ed olio extravergine d’oliva e riempirne la cavitá con un limone fresco (tagliato a metá), timo e una paio di bacche di ginepro. Coprirne il petto con delle fettine di guanciale e lasciar riposare (in questo modo la carne assorbirá tutto il profumo di limone e spezie). Pulire patate e pastinache (queste ultime andranno tagliate grossolanamente) e farle cuocere in una pentola d’acqua bollente con l’aglio per una decina di minuti. Terminata la cottura scolare, lasciar raffreddare giusto un attimo e versare in una teglia da forno. Il tutto andrá salato e pepato, bagnato con un filo d’olio ed agitato per unire bene gli ingredienti. Al centro adagiare la pernice con una bella noce di burro e cuocere in forno per 30 minuti circa.
Portare in tavola e servire direttamente dalla teglia, aggiungendo alla carne un cucchiaio di marmellata di more.
Volendo sostituire la pernice con un pollo da 1.5 kg circa i tempi di cottura andranno raddoppiati. Il pollo andrá infornato per 45 minuti e le patate (ed appena un filo d’olio) aggiunte solo a questo punto per ulteriori 30 minuti.
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Confettura di mele cotogne
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Crostata di mele, crema alla vaniglia & miele di castagno
Il post del Lunedi!Eccoci, di corsa come al solito, ma come facevo a resistere alla tentazione di regalarvi un'altra piccolissima chicca prima di scomparire per qualche giorno? Come diceva Stefano siamo pieni zeppi di impegni e poi ci stiamo dando un bel da fare per questo maiale, abbiamo messo un pó di cose a posto, fatto ordine in una metaforica stanza che metaforicamente andava ordinata e siamo prossimi ad un passo decisamente importante per noi. Chi vivrá, vedrá! Oggi celebro l'autunno che vola via veloce qui oltremanica e faccio il punto, chiudendo capitolo, sulla mela, protagonista dell'ammaliante confettura preparata la settimana scorsa dal mio socio. Un dolce, perché di questi tempi se ne sente un bisogno crescente e poi perché comincio a prenderci la mano, sono disinvolto, sciolto come il burro e adesso maneggio uova, farina & co senza alcun timore reverenziale. Mamma mia che soddisfazione! La mela da utilizzare per questa ricetta é piccola, rossa e succosa, ideale per la cottura in forno dove dará sfogo ai sui aromi intensi. Io ho utlizzato un frutto da giardino che da queste parti chiamano mela cox, ma credo il vostro fruttivendolo di fiducia possa suggerirvi il prodotto migliore in base alla vostra collocazione geografica. Insomma per non perderci in chiacchiere, una bella mela tosta, profumata e non trattata dará al vostro dolce un'anima (che purtroppo manca in larga parte della cucina moderna). Vi auguro come al solito un buon inizio settimana, un abbraccio e alla prossima.
Ingredienti
2-3 mele rosse
x la crema pasticcera
4 uova
4 cucchiai di farina
4 cucchiai di zucchero
1/2 litro di latte
una stecca di vaniglia
x la sfoglia
200g di farina
75 d zucchero a velo
75 g burro morbido
2 tuorli d’uovo
2 cucchiai d’acqua fredda o latte
1 pizzico di sale
Per preparare la crema unire zucchero, farina e uova in una ciotola; unire bene il tutto ed aggiungere lentamente il latte continuando a girare con una frusta e poi il tocco finale, una stecca di vaniglia aperta a metá (cosi facendo i semi si aggiungeranno alla crema e lo stelo potrá essere eliminato a fine cottura) . Cuocere a fuoco basso per qualche minuto fino ad ottenere una crema non troppo densa. Mettere da parte e lasciar raffreddare. Per la crostata distendere la pasta frolla (la cui ricetta trovate qui)in una teglia da circa 20 cm e infornare per una decina di minuti. A questo punto aggiungere la crema e le mele, precedentemente tagliate a fette sottili, e mescolate con dello zucchero di canna. Continuare la cottura in forno a 180 C per 20 minuti circa. Servire con del miele (io ho utilizzato dell'ottimo miele di castagno) e una spolverata di cacao amaro.
Remo Morretta
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Jamie's Italian - quando il Made in Italy fa la differenza
Salve a tutti! Tanto che non buttavo giú due righe e calcavo il pavimento di questa stanza virtuale. Peccato, dispiace perché questo come sapete é ormai da anni un diario di cucina e di vita, un filo diretto con le mie passioni, una finestra che con discrezione si dischiude nella vita di tutti voi cogliendone momenti e sensazioni irripetibili. Ma é piú dura di quanto avessi pensato stare al passo e mantenere in vita una serie di progetti che richiedono attenzioni costanti (e qui ci metto pure il mio amato maiale). Una buona notizia peró, frutto pure della mia assenza in questo periodo, e' che finalmente ho una cucina nuova...anzi, ho una cucina! Si perché da un pó di anni a questa parte non sono stato fortunato a riguardo e in tutte le mie dimore ho dovuto combattere con spazi angusti e attrezzatura carente, forni poco propensi al lavoro prolungato, "non-cucine" anni 70 che ce l'hanno messa tutta per regalarmi un sorriso, ma proprio non erano all'altezza. Non se ne poteva piú. Naturalmente i lavori in corso ed una vita lavorativa parecchio intensa mi hanno spinto a cercare ristoro altrove e le trattorie locali mi hanno fatto da seconda casa. Ore 20.00, giornale alla mano, immancabile calice di vino rosso, uno sguardo in cucina e pure una mano a servire i clienti dal banco, sono entrato a pieno ritmo nella semplice realtá dello Yew Tree, un remoto pub di campagna non distante da casa mia. Ma questa é un'altra storia. Oggi volevo parlarvi di un esperimento andato in porto, di un giovane cuoco, Jamie Oliver, che in questi ultimi anni é riuscito non solo a mettere su un piccolo impero, ma sopratutto ha contribuito alla costruzione di un nuovo modello culturale e culinario in una realtá che stentava a carpire la bellezza e l'importanza della bella cucina. Attraverso la riscoperta valori e gesti di una volta, degli ingredienti semplici e genuini della propria terra e sopratutto un approccio moderno e spregiudicato, Jamie Oliver ha saputo avvicinare ai fornelli gente di ogni etá e posizione sociale, sopratutto giovani. Insomma il ragazzo, per chi da queste parti di cucina é veramente appassionato, é diventato un mito, un esempio di cui seguire attentamente le orme. Il suo modello peró Jamie lo ha costruito tenendo in mente un mondo ben preciso, quello della cucina regionale italiana. Sono anni infatti che ne imita ( a volte in modo grottesco) ogni aspetto e malgrado l'approccio sperimentale tutto "anglosassone" credo sia riuscito a comunicarne l'essenza.
Nei sui ristoranti, Jamie's Italian appunto, si respira un' atmosfera di casa; il profumo del caffé inebria le stanze, gli insaccati sono appesi al soffitto, le dispense a vista mettono in mostra ogni ben di Dio dalle conserve alla farina, dai pelati al vino ed all'ingresso, seduto su una seggiola, ci trovi un giovane cameriere che raccoglie la pasta appena fatta in ampi vassoi di legno. Tra i piatti quelli tipici regionali delle nostre domeniche, quelli che mamma preparava con cura di buon mattino, mentre il babbo era fuori a comprare dolci e quotidiano ed io, ingenuo, mangiavo a stento la mia zuppa di latte; figuratevi che sul menu ci ho trovato pure un dolce classico del ristorantone di paese: gelato alla crema affogato al caffé (servito in piccole tazze da colazione tipo Coppa del Nonno). Insomma una vera trattoria, una di quelle locande pane e vino che trovi nelle viuzze di antichi borhi italiani e che Mario Soldati ricordava nostalgico nei sui testi, solo che qui siamo ad Oxford, Kingston e Bath. Complimenti ad Oliver quindi e una pacca sulla spalla a tutti noi, orgogliosi portabandiera dell'inossidabile Made in Italy. Questo é quanto gentili lettori, ora scappo a fare la spesa e i regali di Natale. Alla prossima!Remo Morretta
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Scorribande pugliesi: il Maiale è ciò che mangia!
Il sugo di carne cotto al fuoco con diaframma di vitello e agnello è "una mazzata dietro la testa", come si dice dalle mie parti! Prendete questi piatti, consegnateli nelle mani di due cuoche che conoscono il valore della cucina popolare, profumate l’atmosfera di una più che piacevole e colta compagnia, bagnatevi le labbra di miscele di amabile e primitivo, quindi: otterrete un’esperienza da tramandare! Il che su queste pagine resta povera cosa, dovete fidarvi o comunque affidarci voi ed io alla vostra sensibilità. Sono certo, chi un poco conosce il Maiale Ubriaco, che saprete comprendere bene di cosa sto parlando. Non posso dimenticare gli altri commensali e le origini partenopee di alcuni di essi. La cassata di Scaturchio me la sogno la notte e la fusion (per usare un termine contemporaneo) che creava, l'amalgama coi sapori di quel pezzo di Puglia, signori miei parole per descriverlo non ce ne stanno! Altro capitolo sono state le pettole col vin cotto. Un’esperienza meravigliosa e da ripetere intorno al fuoco di un camino. Le boccate d’aria tra un pasto e l’altro fuori la casa, nell’aria fredda, davano il tempo di riflettere su quello che stavo vivendo. Bisogna credere nelle cose per dargli il giusto peso. L’uomo è ciò che mangia, l’abbiamo scritto. L’alimentazione è un modo ed un luogo complesso e denso di significato nella costruzione dell’identità culturale dell’uomo. Siamo ciò che ingeriamo, diceva Feuerbach. Un po’ complicato parlarne, ma il sapore di ciò che vi ho appena raccontato sta tutto in queste parole. E per noi del Maiale diventa importante nella misura in cui desideriamo trasmettere certi valori. Ricordarli, passarli, tenerli sempre vivi. Ho finito, ce l’ho fatta, sono stato anche breve (?!). Ci rivediamo presto perché ho voglia di scrivere di uno dei piatti di cui abbiamo parlato. Buona settimana, buona continuazione e lunga vita.
Dedicato allo Gnuro, Ciro & Nora, Grazia, Raffaele, Roberto & Simona, don Mario, Chiara & Alessandro .. e alla piccola Seri*
Stefano Tripodi
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mercoledì 13 gennaio 2010
Buon 2010!
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Si ricomincia....
Per 2 persone:
350 gr di cicoria surgelata
1 cipolla
3 uova
olio evo
50 gr di mortandela.....è un salume particolare acquistato in Trentino, una sorta si salame molto speziato
burro
Sfornate la frittata, fatela riposare qualche minuto, poi sformatela e servite.
2° ricetta
POLPETTE DI FAGIOLI E VERDURE
Per 2/3 persone:
200 gr di zucca decorticata
120 gr di borlotti già lessati (da voi oppure in scatola)
150 gr di cicoria
1 uovo intero
pangrattato
farina
1/2 cipolla
olio evo
sale e pepe
Frullate al mixer i fagioli con metà della cicoria ottenendo un pcomposto abbastanza cremoso (io ho aggiunto un paio di cucchiaio di acqua), poi trasferitelo in una ciotola e mescolatelo con i dadi di zucca, l'uovo, sale e pepe, il resto della cicoria sminuzzata, 50 gr di pangrattato. Fate riposare il composto per almeno un'ora in frigorifero.
Con il composto fare delle polpettine leggermente schiacciate (saranno più o meno grandi a seconda dei gusti personali - a me ne sono uscite una ventina).
Preparate in un piatto un mix di farina e pangrattato (1/3 e 2/3), passatevi le polpette quindi disponetele su una placca rivestita di carta forno, irrorate con un'emulsione leggera di acqua e olio (1 cucchaio d'acqua per ogni cucchiaino di olio) e fate cuocere in forno a 180° finchè risultano belle dorate da entrambe le parti.
Servite belle calde.
Ovviamente potete personalizzarle con le verdure o insaporire come più vi aggrada.......grana, prosciutto crudo, dadini di formaggio filante, scarola, zucchine........e tanta fantasia!
Alla prossima!
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Tagliatelle ai cereali con salmone e zucchine
Sistemate a specchio sul fondo di due piatti la crema di zucchine, adagiateci le tagliatelle con il loro condimento, una spolveratina di pepe fresco e via in tavola.
Super veloce e super gustoso.
Devo dire che la "ruvidità" della sfoglia si sposa a meraviglia con la delicatezza del condimento....un matrimonio perfetto!
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Ravioloni di ricotta e acciughe, con concassè di pomodori freschi sporcati con pesto crudo
All’apertura del vasetto, è uscito un mix esplosivo di profumi, davvero eccellente. Basilico profumato, ma il vero basilico genovese…. da distinguere davvero da tutti gli altri, perchè il basilico che cresce nella zona di Prà, [...]
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Torta morbida pere e cioccolato
Devo dire che è una vera bontà, e l’utilizzo del mascarpone rende la torta sofficissima, provate per credere. Ingredienti: 110 g. di zucchero
2 tuorli
2 uova intere
250 [...]
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[Non chiamatela] Antropologia del dove, del quando & del caldo metropolitano!
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Pernice & patate novelle al forno + marmellata di more (the sunday roast)
Buon compleanno Stefano! Questo post é dedicato al mio compagno di avventure e amico di sempre nel giorno del suo compleanno (o meglio due giorni dopo). Il fatto é che io avevo preparato tutto con dovuto anticipo in modo da far coincidere ricetta e dedica annessa al fatidico giorno, ma come sempre i mille impegni mi hanno messo in crisi e inevitabilmente ficcato il bastone fra le ruote. Peró il pensiero c’é, che é poi quello che conta; insomma come si dice dalle nostre parti “pensamm ‘a salute”, tanti auguri amico mio! Una curiositá che mi piace raccontare: io e Stefano ci siamo conosciuti circa 10 anni fa e con il tempo interessi, passioni e sogni molto simili ci hanno sempre piú avvicinato; insomma un'amicizia rara e mai banale. Ma la cosa che mi ha sempre affascinato é che noi siamo nati a pochi giorni di distanza, nello stesso ospedale (una piccolo clinica privata) e che gli eventi negli anni ci hanno riavvicinato (vai a vedere, magari eravamo pure vicini di culla?!). Ecco un puro caso o no io credo sia uno delgi elementi che da tanto ci mantiene forti. Digressione fatta…passiamo avanti?La ricetta di oggi come potrete notare non é un dolce, una torta di compleanno, ma uno di quei piatti che ti scaldano l'animo, uno di quelli che a lui, Stefano, piacciono un sacco. Qui in Inghilterra comincia a fare proprio freddo ed i piatti che hai voglia di mangiare sono proprio questi, caldi e saporiti, magari mentre te ne stai seduto davanti al camino del pub sotto casa a sorseggiare una buona birra artigianale. La ricetta é quella di una tipica domenica inglese, un Sunday roast che dalle mie parti é sopratutto a base di selvaggina. La scelta é ricaduta sulla pernice (rara in Italia), ma tranquilli, puó essere sostituita senza rimorso alcuno da un bel pollo ruspante (anche se col pollo ha poco a che vedere). Vi lascio le istruzioni e scappo...stasera mi tocca cucinare! A presto.
Ingredienti x2 persone2 pernici
50 gr di guanciale
patate novelle (dieci a testa)
5-6 pastinache (oppure carote)
1 limone
2 spicchi d’aglio
1 rametto di timo
sale q.b
pepe q.b
bacche di ginepro
Riscaldare il forno a 190ºC. Strofinare la pernice con abbondante sale, pepe ed olio extravergine d’oliva e riempirne la cavitá con un limone fresco (tagliato a metá), timo e una paio di bacche di ginepro. Coprirne il petto con delle fettine di guanciale e lasciar riposare (in questo modo la carne assorbirá tutto il profumo di limone e spezie). Pulire patate e pastinache (queste ultime andranno tagliate grossolanamente) e farle cuocere in una pentola d’acqua bollente con l’aglio per una decina di minuti. Terminata la cottura scolare, lasciar raffreddare giusto un attimo e versare in una teglia da forno. Il tutto andrá salato e pepato, bagnato con un filo d’olio ed agitato per unire bene gli ingredienti. Al centro adagiare la pernice con una bella noce di burro e cuocere in forno per 30 minuti circa.
Portare in tavola e servire direttamente dalla teglia, aggiungendo alla carne un cucchiaio di marmellata di more.
Volendo sostituire la pernice con un pollo da 1.5 kg circa i tempi di cottura andranno raddoppiati. Il pollo andrá infornato per 45 minuti e le patate (ed appena un filo d’olio) aggiunte solo a questo punto per ulteriori 30 minuti.
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